Capitolo 3

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I raggi caldi del sole filtrano dalle enormi finestre dell'aula, picchiando sulle nuche degli studenti , concentrati sulla lezione di Incantesimi. 
Un religioso silenzio, spezzato soltanto dal grattare delle piume sulle pergamene. 

Il professor Vitious , dai capelli ormai d'argento, se ne sta seduto comodamente sulla solita pila di libri, gli occhietti vispi e acquosi che vagano da uno studente all'altro. 

Eden Parker, diversamente dal solito, non ha ancora terminato il suo tema sugli Incantesimi non verbali, proprio quello che la megera di Babs Nott le ha lanciato poco fa, prima di entrare in aula. 
Avverte ancora i palmi delle mani che bruciano, i cui graffi superficiali non riescono a farle tenere in mano neanche lo stelo della piuma. 
Vorrebbe piangere, e la gamba sinistra le trema impercettibilmente, in una specie di ticchio nervoso. 
Si mangiucchia l'unghia del pollice, osservando lo spesso strato di polvere sul banco in legno, che si solleva lentamente in aria, in una danza ammaliante. 

Qualcuno la punzecchia sulla spalla con la punta della piuma. 

Eden sobbalza, per poi girarsi lentamente, incrociando lo sguardo di Rose Weasley. 

« Ehi. Tutto bene? Non ti vedo scrivere. » sussurra la ragazza dalla chioma fiammante. 
I suoi occhi verdi brillano di preoccupazione, a cui Eden cerca subito di dare un freno. 
« Tutto bene, tranquilla. Sono già a metà pergamena. » 

Rose si apre in un sorrisetto incerto. Eden sà che non le crede, e come darle torto? Ha scritto a malapena due righe. 

« D'accordo. Però sbrigati, mancano dieci minuti al termine. » si affretta a dire la Weasley, per poi tornare a concentrarsi sul proprio compito che comprende di fatto sia il davanti che il retro della pergamena. 

Eden torna ad osservare il suo compito. Poi il professore. Poi di nuovo il compito. 

Concentrati, Eden. Non pensare a nient'altro.
Prova a ripetersi, strizzando forte gli occhi e tastandosi le tempie. 
Non può permettersi di fare un tema indecente. Non è da Eden Parker prendere brutti voti. 
Lei non può lasciare in bianco.

« Allora? Come è andata? » le domanda Rose, una volta fuori dall'aula. 

Il sole è cosi caldo che gli studenti ne approfittano per recarsi in cortile, sperando di godersi il tepore di quei raggi prima delle lezioni del pomeriggio. 

« Non male, credo. » risponde vaga Eden. In realtà vorrebbe soltanto sotterrarsi. In realtà, lei quella pergamente non l'ha affatto riempita. 
A malapena è riuscita ad arrivare a dodici righe. 

« Cosa vuol dire ' non male ' ? Quanto hai scritto, Eden? » Rose non molla la presa, anche se per un attimo i suoi occhi vengono catturati dalla figura snella di Scorpius Malfoy, che sbucato fuori dal nulla, vestito con la divisa da Quidditch e i suoi capelli biondo platino, le fa battere il cuore come ogni maledetta volta. 

Eden alza gli occhi al cielo e resta in silenzio, aspettando che Rose torni su pianeta terra. 
« Allora? » riprende, afferrandola per un gomito , come se fosse il contrario, e stesse richiamando Eden. 

Quest'ultima scoppia a ridere, ma la risata ha brevissima durata. 
Avrebbe dovuto immaginare che con Scorpius Malfoy ci sarebbe stata di conseguenza tutta la squadra di Quidditch Serpeverde al completo. 
I mantelli verdi smeraldo, le scope nuove di zecca tra le mani e i sorrisi compiaciuti di chi ha vinto la Coppa delle Case per due anni di fila. 
E tra di loro, c'è anche Babs Nott, colei che è il suo peggior incubo da questa mattina. Colei che le ha fatto andar male il compito di Incantesimi. 

Eden si blocca , stringendo i libri al petto, lo sguardo fisso sulla bionda Serpeverde, accompagnata come al solito dalla sua fedele compagna di vita, Lilith Lestrange, nonchè compagna di squadra. Entrambe battitrici dal terzo anno. Entrambe due schegge, veloci e precise, dai riflessi pronti. 

Rose nota lo sguardo che Eden rivolge a Babs, ma non fa in tempo a dir nulla, perchè la bionda Serpeverde si accorge della presenza delle due Grifondoro ferme a pochi metri da loro, al centro del corriodio. 

Un sorriso strafottente, degno del diavolo in persona, si dipinge sul suo volto. 
La mascella pronunciata, i lineamenti spigolosi, tale e quale a suo padre. 
La fotocopia esatta di un uomo che un tempo fece scelte sbagliate. 
« Fa ancora male il faccino, Parker? » 

Il suo tono di voce rude è come uno schiaffo in faccia per Eden. 

Rose trattiene il fiato, Eden ne avverte il suo timore. 

Nonostante negli anni le cose siano cambiate, Babs Nott sembra rimasta nell'epoca in cui il terrore regnava sovrano. 
Quando le distinzioni tra purosangue e mezzosangue erano evidenti, erano motivi di lotta. Quando il solo cognome di un'antica famiglia magica, incuteva paura agli studenti più deboli. 

Babs Nott ha un mondo tutto suo, delle leggi tutte sue. 

Ma Eden non ci cadrà mai, non si farà mettere i piedi in testa da una come lei. 

« Sto benissimo, grazie. Ma tu dovresti imparare le buone maniere, sai? Non si attacca mai un avversario quando è di spalle. Oh, ma certo, che stupida.  Dimenticavo che il tuo cervello è talmente ridotto da non poter supportare più di un argomento per volta. Ti ci vorrà come minimo una settimana per assorbire qualche altra nozione, vero?  » 

Il sorriso di Babs svanisce nello stesso momento in cui Rose le stringe una mano attorno al gomito. 
« Oh, ti prego, Eden. Sta zitta e andiamo via! » 

Eden si libera dalla stretta dell'amica , e ostinata come non mai, coraggiosa come una vera Grifondoro, sostiene lo sguardo carico di cattiveria che Babs le rivolge. 

Lilith al suo fianco, la guarda come se le stesse leggendo nella mente. 

E per un breve istante ha davvero l'impressione che sia cosi.

« Dì un'altra sola parola, piccola lurida mezzosangue e ti faccio correre per tutto il castello con una scopa infilata su per il ... » 

« Okay, basta cosi, Babs. Lascia perdere. » Lilith spinge via l'amica, anche se le riesce difficile. Babs odia essere toccata, anche se si tratta della sua migliore amica. 

Eden la osserva disgustata per via della sua ultima minaccia. 
« Questo è il suo apprendimento. Una serie di termini scurrili e poco garbati. » mormora, una volta che le due Serpeverde sono lontane. 

Babs si volta per guardarla, ma viene tirata ancora una volta da Lilith, i cui capelli rossi stonano con il mantello verde smeraldo. 

« Dovresti semplicemente ignorarla, Eden. È pericolosa. » le trema la voce alla Weasley. I suoi occhi smeraldo seguono le figure della squadra di Quidditch allontanarsi. 

« Io non ho paura di lei. Non può farmi nulla. Non siamo più all'epoca di Tu sai Chi. Quella lì ha solo bisogno di una bella strigliata! » Eden sembra più convinta che mai. I suoi occhi sono ridotti a due fessure, sembra del tutto decisa. 
I piccoli pugni stretti attorno ai libri che tiene poggiati al petto. 

« È pur sempre una Nott. Suo padre era un Mangiamorte. » 
Rose ha un brivido. 

Ma Eden resta immobile, come se quella parole non le facciano nessun effetto. 
« Mi ha chiamata mezzosangue . Nessuno lo fa più. Nessuno osa. » 

La rossa sospira, per poi passarsi le dita tra i capelli.  « Tu vuoi proprio farti male. » 

« No. Io voglio difendere i miei diritti di strega. E quella ragazza ha bisogno di qualcuno che la rimetta in riga. » 

« Non sarai di certo tu a rimettere a posto una Nott, Eden! » 

L'ombra di un sorriso si disegna sul viso paffutello della Grifondoro. 
« Ne sei proprio sicura? »

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