Capitolo 42

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" La mia ragazza. "

Lo sente rimbombare nella testa, come un eco che va via via disperdendosi.
Eden guarda Babs, che una volta abbassata lentamente la bacchetta, una volta rimaste sole, sembra ritrovare la calma.
La scruta, come se i ruoli fossero invertiti, ed è Babs ad avere paura della reazione di Eden.
Reazione che non tarda ad arrivare.

« Che cosa ti passa per la testa? » le domanda la Grifondoro, con sguardo perso. Il vento le sfiora il viso, lasciando danzare la coda alta, ormai non più ordinata. Persino il trucco sta venendo via.
È un completo disastro, cosi come il suo cuore.

Babs annega nei suoi occhi.
È di una bellezza straordinaria, incredibile.
Eden si sente affondare, ogni secondo di più.

« Te l'ho già detto che sei mia, Eden. » le risponde con voce roca.

Le sembra di sentire il suo profumo nell'aria.
Ed è maledettamente doloroso.
« Perchè fa cosi male? » le domanda Eden, senza riuscire a trattenersi, mentre le prime lacrime le sgorgano sul viso. E lei si affretta ad asciugarle col dorso della mano.

« Non lo so .. » risponde Babs, e arretra fino ad una colonna, per poi abbandonare la testa all'indietro, sollevando il viso verso il cielo.
Eden comincia a singhiozzare; si avvicina alla ringhiera e perde lo sguardo oltre le montagne, in un punto indefinito.

« Devi lasciarmi andare. » le dice, tirando su col naso, mentre una lacrima arriva sulle labbra, salata, invadente.
Eden la lecca via, per poi aumentare la stretta delle dita sulla ringhiera fredda.

Babs le arriva alle spalle, e con la bacchetta ancora in mano, la circonda con le braccia, stringendole attorno al petto, come se avesse paura di vederla volare via.
Compatta il suo corpo a quello di Eden, e perde il viso tra i suoi capelli, respirando quell'odore che tanto le era mancato, e che forse, chissà per quanto tempo ancora le mancherà.
« Io non posso. » le risponde, stringendosi più forte.

Eden le porta le mani alle braccia, lì su quei tatuaggi che ha imparato ad amare.
Quanti notti ha sognato di poterli toccare, di farli suoi una volta per tutte?

Babs trema a quel tocco. Le dita di Eden scorrono su di lei, e come ogni volta, le provocano la pelle d'oca.

Ma dura tutto molto poco. Eden non riesce a sopportare quella vicinanza.
Per questo si libera, per questo la guarda, totalmente ferita nel profondo.
« Tu devi lasciarmi andare! Io devo vivere la mia vita! »

Ed è in quel momento che Babs, con tutta la forza di cui è capace, si lancia su di lei, afferrandole il viso tra le mani, e guardandola dritto negli occhi, parla, scandendo bene ogni singola parola.
« Nessuno deve toccarti. Nessuno, tranne me. »

Succede qualcosa di inaspettato.
Un calore improvviso si propaga in entrambe, come se una secchiata d'acqua calda fosse calata sulle loro teste.
Un calore che attraversa ogni singola parte del loro corpo. E poi, come se  avesse avvertito una scossa, Babs si ritrae, l'espressione confusa.

Eden ha il cuore a mille, la testa le gira improvvisamente.
« Cosa è successo? » domanda, la voce incrinata dall'ansia.

« L'hai sentito anche tu? » le domanda Babs, cupa.

« Ho sentito qualcosa... un calore... » afferma Eden, guardandosi le mani, poi guardando ancora la bionda.
« Babs.. cosa hai fatto...» piagnucola, come se avesse paura.
Qualcosa è successo.
È diversa. Lo sente. C'è qualcosa in lei che non va, ma non riesce a spiegarsi come.

A sua volta Babs sembra impanicata.
Sembra non trovare le parole.
« Non lo so, cazzo. Non lo so. »
borbotta, portandosi le mani tra i capelli. Le dà le spalle e si avvicina alla ringhiera.

« Babs, te lo giuro.. qualsiasi cosa tu mi abbia fatto... »

« Qualsiasi cosa è successa io non l'ho fatto volontariamente! Non so che cazzo ho combinato, Eden! » sbotta, per la prima volta sul serio arrabbiata davanti a lei.

Si aggrappa alla ringhiera, per poi poggiarci i gomiti e perdere le dita tra i ciuffi biondi.

Eden ha il fiatone. Ha paura, e questa volta è una paura che non riuscirà a calmare.
Perchè è proprio quando cadi nel vuoto che non sai dove andrai a finire.

« Tu... tu... sei... » borbotta, senza trovare neanche le parole.

Babs si volta a guardarla, esterrefatta.
« Io sono cosa, Eden? Cosa cazzo sono? Dimmelo, porca puttana! »
Sbotta furiosa, avvicinandosi di nuovo a lei.
I suoi occhi sembrano lanciare scintille.

Eden arretra, portando le mani avanti.
« Oh, no, tu non mi tocchi più. »

Sono quelle parole a far infuriare Babs, che l'afferra per le spalle e la spinge contro la colonna, bloccandola con tutto il suo peso.
« Io ti tocco quando e quanto voglio, Eden! » le sussurra a denti stretti, afferrandole il viso tra le mani.
La Grifondoro trema come una foglia, come se avesse freddo.
Babs le guarda le labbra, e le accarezza col pollice.

« Io non sono la tua ragazza. » dice ancora Eden, afferrandole le mani e allontanandole dal suo viso.

Babs torna a guardarla negli occhi, più seria che mai.
La blocca ancora, incastrando una gamba tra le sue.
Porta le mani ai lati della sua testa.

Eden si perde nei riflessi biancastri della luna tra i suoi capelli.
Vorrebbe allungare una mano e accarezzarli, ma se ne pente all'istante di quel pensiero.

« Ti sbagli, Eden. Io non ti ho mai lasciata andare. » non sà perchè le sta dicendo quelle parole.
Eden socchiude gli occhi e chiudendo i pugni contro il suo petto, scoppia a piangere.

Babs l'attira a sè, stringendole le braccia attorno ai fianchi e perdendo il viso sul suo collo.
La sente singhiozzare, bagnarle la t-shirt.
Il suo pianto è incessante, e non sa come calmarlo.
Si rende conto che vederla soffrire non le piace affatto.
Che ogni sua lacrima è una scheggia che si conficca nel petto.
Che da questa cosa, nessuna delle due ne uscirà sana e salva, e che in qualche modo, finiranno per ridursi in cenere.

Eden si scosta, rallentando i singhiozzi.
E poi, regalandole un'ultima occhiata, spezza quel silenzio con una frase interrotta a tratti dal pianto.

« Qualsiasi ... cosa... tu.. mi abbia fatto... » ma non riesce a finire.
« Non ci riesco.. » sussurra, spostandola malamente e allontanandosi da lei, andando via, lasciandola sola su quella Torre troppo alta, troppo illuminata dalla luna.

Babs resta inerme, le mani calate lungo i fianchi.
Non sa cosa ha fatto.
Ma sa che non è riuscita a controllarlo.
La magia è spesso pericolosa, e se maneggiata scorrettamente, può diventare l'arma più letale.

Babs lo sa.
Babs conosce la magia oscura meglio di chiunque altro.
Ma quella non è magia oscura.
È qualcosa che và oltre. Qualcosa che neanche un potente mago oscuro riuscirebbe mai a spezzare.
Lo sente Babs. Ne riconosce l'effetto.

È pur sempre una strega.
Una delle migliori sul campo.
E questa volta, cara Babs Nott, sei caduta nelle tenebre più oscure.
Riuscirai a trovare la via d'uscita prima di essere inghiottita del tutto dall'oscurità?

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