Capitolo 47

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Le vacanze di primavera sono finalmente terminate.
Per gli studenti dell'ultimo anno vuol dire soltanto una cosa: M.A.G.O.

April e Rose sono in fermento; da quando sono rientrate non fanno altro che parlare degli esami.
Un pò per distrarre Eden, un pò per invogliarla a studiare.
Gli occhi della Grifondoro sono perennemente fissi sull'enorme portone di quercia.

« Eden... ti prego.. concentrati sul ripasso di Artimanzia. Guarda che se continui cosi, non ce la farai a superarli... »
Rose osserva sconfitta la figura di Eden, che col polso sotto al mento, e la gamba sinistra che continua a tremare nervosamente, non dà loro minimamente ascolto.

La rossa lancia un'occhiata verso April, che a differenza della Weasley, ci riprova in una maniera diversa.
« Tesoro, perchè non bevi quella tisana? Ti rilassa un pò i nervi e ti aiuta a concentrarti.. » le accarezza i capelli, spostandoli su una sola spalla.

Ma per Eden le loro voci sono soltanto echi lontani che si confondono col nulla.
Non appena vede Lilith Lestrange fare il suo ingresso in Sala Grande, si alza di scatto, come se non avesse aspettato altro fino  a quel momento.
April e Rose provano a richiamarla, ma Eden marcia in direzione della rossa Serpeverde.

« Lestrange! » la richiama, fermandosi a pochi passi da lei.

Lilith si volta, e stranamente non le rivolge il solito sguardo disgustato.
« Ciao, Parker. » la saluta, avvicinandosi a lei.

« Dov'è? » le chiede Eden, avvertendo gli occhi pizzicare di lacrime.
Non sà neanche perchè.
« Non viene a lezione da giorni, salta i pasti... ti prego, dimmi che sta bene. » dice ancora, tirando su col naso.

Lilith la osserva quasi con compassione.
Poi tira un lungo sospiro, abbassando lo sguardo.
« Non sta... benissimo, ecco. È difficile per lei. Dobbiamo capirla. »

A quelle parole, però, Lilith solleva le iridi verdi su Eden, che stringe le labbra in una linea sottile.
« Dille che l'ho cercata. Ti prego. Ho bisogno di parlarle. »

« Non farle più del male, Parker. Non lo reggerebbe. Dalle modo di riprendersi. » Lilith porta le braccia al petto, incrociandole.

« Non voglio farle del male. Io non gliel'ho mai fatto. » risponde diretta la Grifondoro, senza distogliere le sue iridi grige da quelle verdi di Lilith, che sospirando ancora, annuisce lentamente.

« Glielo dirò. Magari si convincerà a scendere a lezione. »

« Grazie » afferma lievemente Eden, e la Serpeverde si apre in un debole sorriso.
Ed è allora che capisce di essere stata congedata, e le dà le spalle, tornando verso il tavolo dei grifoni afferrando tutta la sua roba, sotto lo sguardo curioso di April e quello sconvolto di Rose.

« Cosa vi siete dette? » domanda la Tassorosso, assottigliando lo sguardo.

Eden la scruta con stizza.
« Non ho intenzione di rubarti la ragazza, April. Le ho chiesto come stesse Babs, dato che si rifiuta di uscire dalla sua stanza. »

April si ritira indietro, leggermente ferita dalla risposta tagliente di Eden.
« Perchè mi rispondi cosi? Ti ho solo fatto una domanda... »

Rose interviene, sorseggiando la sua tazza di camomilla.
« E poi la Lestrange non è mica la ragazza di April. Stai dando i numeri? »

Sia April che Eden si scambiano un'occhiata, che alla rossa non sfugge.
Ma prima che possa succedere l'irreparabile, Eden è già lontana. Si avvia a grandi passi verso il portone di quercia, dirigendosi per prima alla lezione di Difesa Contro le Arti Oscure.
Ha il presentimento giusto. Sà che sarà la volta buona.
O almeno, lo spera.

« Ha chiesto di te, poco fa, a colazione. » afferma Lilith, ferma davanti alla soglia della porta.

Babs è a letto, i capelli sfatti e gli occhi gonfi.
Sono notti che non chiude occhio, giorni che non si alza dal letto, che non vede la luce del sole.
Ha persino ignorato i gufi di sua madre, che le ha domandato cento volte se stesse studiando per gli esami.
Non si era preoccupata di rispondere, anzi, aveva persino fatto leggere le lettere a Lilith.

Ma quando le parole della sua migliore amica si fanno strada nei suoi pensieri più tenebrosi, si tira su lentamente, guardandola confusa.
« Cosa? » domanda con voce roca, a causa del silenzio forzato di quei giorni.

« Hai capito bene. Ha chiesto di te. Dice che ha bisogno di parlarti. » risponde la rossa, diretta.

Babs si siede del tutto, scansando i cuscini.
Tira un sonoro sbuffo e passa le mani tra i capelli.
« Non so che fare... » ammette, più a se stessa che a Lilith, che in tutta risposta solleva le sopracciglia.

« Non credo che tu abbia bisogno di una risposta. Lavati, vestiti e scendi con me a lezione. Vi incontrate e parlate. Abbiamo Difesa Contro le Arti Oscure con i Grifondoro. Sarà già li che ti aspetta. »

Babs le rivolge un'occhiata triste, vuota.
« Non voglio farla più soffrire.. »

Lilith scoppia in una risata nervosa, per poi chiudere la porta della stanza e avviarsi verso di lei.
« Babs! State soffrendo entrambe! Qui non si tratta più di chi fa del male a chi, perchè ve lo siete fatte a vicenda. Adesso smettila con questa lagna, alza il culo sodo che ti ritrovi e comportati alla Babs Nott maniera, per favore! »

Babs si apre in un sorrisino accennato.
« Non potrei più farlo con lei... »

Lilith sbuffa e le afferra il viso, senza avere timore di farlo, anche se sà che l'amica lo detesta.
« Intendo che devi riprendertela! Come farebbe la Babs Nott che io conosco meglio delle mie tasche. Quando vuole spaccare tutto e tutti, quando è una roccia, una guerriera senza paure. Forza, Babs! »
E cosi dicendo, le tira una debolissima sberla, per poi sorriderle e allontanarsi, lasciandosi dietro di sè, una Babs Nott con l'ombra di un sorriso e una piccola, debole speranza nel petto.

Non ci mette molto a prepararsi; una doccia veloce, tira su i capelli nel solito chignon e indossa la giacca Serpeverde, quella che Eden aveva addosso quella volta sotto la doccia.
Quel ricordo le fa un pò male.
Decide di indossare persino la sua collanina d'argento preferita, l'ultima che Lilith le aveva regalato a Natale.
Non ha ciondoli, perchè li detesta.
Ma le sta bene, le piace averla.

Dopo un'ultima occhiata allo specchio, si decide a mettere piede fuori dalla stanza, dove trova Lilith seduta sugli scalini, in attesa.
Le sorride, non appena la vede.
« Cazzo, se sei figa. La farai venire nelle mutande non appena ti vedrà. »

Babs avverte un formicolio alla base del collo, ma per una volta nella vita, si rifiuta di rispondere.

È strano ritrovarsi per i corridoi dopo quasi una settimana di reclusione.
Cammina al fianco di Lilith, godendosi il tepore dei raggi del sole che le accarezzano il viso.
Ma poi, non appena si ritrovano nelle vicinanze dell'aula di Difesa, il cuore comincia a pomparle nel petto, ed un'improvvisa ansia si impossessa di lei.

« Cosa le dico? » si ferma nel bel mezzo del corridoio, lo sguardo vacuo.

Lilith si volta a guardarla.
« Un bel niente. Aspetterai che sia lei ad avvicinarsi, e poi le parlerai. »

« Si, ma per dirle cosa? » insiste la bionda, sollevando di poco le spalle.

« Ti verranno al momento le parole, ora muoviti, sennò facciamo tardi! »
Lilith l'afferra per un braccio e la trascina con sè, prima che l'altra cambia idea.
Una volta in aula, Babs la scorge subito; è  in piedi accanto alla finestra, la tempia poggiata contro il vetro e lo sguardo perso sul cortile.
Il sole le illumina il volto e le sfumature dei capelli sembrano più chiare, di un castano più delicato.
Le sembra di non vederla da mesi. Forse aveva persino dimenticato le forme morbide del suo corpo, i tratti del suo viso.

Babs resta ferma a guardarla, senza riuscire più a muovere un singolo muscolo.

Eden, come richiamata da quell'attenzione, si volta lentamente verso di lei, sbattendo piano le ciglia, come se non credesse ai suoi occhi.  Si stacca dalla finestra, ma Babs distoglie lo sguardo, e fingendo di non averla vista, fingendo di non conoscerla, segue Lilith sul fondo della classe.

Eden ha per l'ennesima volta, il cuore ridotto in mille pezzi.

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