Capitolo 12

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Non tutte le azioni che compiamo spesso portano a buoni risultati.
Capita anche di sbagliare, di fare errori assurdi. E forse a volte, ritornare sui proprio passi, è la soluzione migliore.

Ma Eden non lo sa. Eden non riesce a ragionare. E quella parte razionale di lei, quella che dovrebbe staccarsi da Babs Nott, che dovrebbe cacciarla via con tutte le forze, sembra come inesistente.
Come se qualcuno vi avesse appena premuto un pulsante invisibile, impedendole di agire.

Ogni secondo che passa, il bacio si approfondisce sempre di più.

E mai in vita sua, Babs Nott, avrebbe creduto di poter baciare Eden Parker, una mezzosangue dai genitori babbani, una sporca Grifondoro senza traccia di magia nel sangue.

Ogni muscolo tende verso di lei, lo sente Babs. Avverte quel desiderio impellente, quella frenesia assurda di toccarla.
E lo fà infatti, portandole le mani sotto al maglioncino, sfiorandole i fianchi morbidi.

Quella della Grifondoro sono impegnate a tirare i capelli, stringendo le dita attorno al chignon. E Babs la lascia fare, beandosi degli ansimi di piacere della ragazza.
Eden ha un brivido, e in tutta risposta comincia a succhiarle la lingua.

Babs si abbandona in un gemito di piacere, lungo e intenso.
Le dita si spostano sulla sua schiena, carezzando la colonna vertebrale. La sua pelle è fredda per via delle basse temperature della notte. È come cominciare a suonare un nuovo strumento musicale, una chitarra, un violino, un pianoforte.
Basta trovare la nota giusta, basta far danzare le dita, e poi il cuore.
Cosi è toccare Eden.
E Babs non è un asso con gli strumenti musicali. Però si diletta in ciò, senza arrendersi.

« Basta.. » afferma Eden, chiudendo i piccoli pugni sul petto della Serpeverde e spingendola via delicatamente.
Questa la guarda stordita, le labbra gonfie e le guance rosse.
Eden prova a ritirarsi, ad allontanarsi, portandosi le mani tra i capelli. Ma Babs l'afferra per un gomito e la trascina a sè.
« Eh no. Ora non mi sfuggi! » borbotta, per poi afferrarle nuovamente il viso tra le mani, catturandola in un ennesimo bacio.
E neanche questa volta Eden riesce a tirarsi indietro.
E ancora le ansima in bocca, a metà tra un bacio e un morso.

Babs le disegna il contorno delle labbra con la lingua, le bagna il mento, ovunque riesca ad arrivare.
Lo avverte quel pulsare intenso tra le gambe, e un pò se ne vergogna.
Dopo tutto quello che Babs le ha fatto, dopo Bunny, le punizioni, gli insulti.
Non meriterebbe di finire a letto con lei.
Eppure non si oppone quando la ragazza l'afferra per le cosce e la solleva.

Le stringe le gambe attorno ai fianchi e si lascia condurre verso il muro, dove la blocca, lasciandole una scia di succhiotti dalla guancia, vicino all'orecchio, il collo e poi man mano, scendendo sempre più.
E poi si ferma, guardandola dritto negli occhi.

Eden ha il fiatone, come se avesse corso per dieci rampe di scale.
Babs le guarda le labbra, e poi oltre, nella scollatura del maglioncino, dove si intravedono i primi bottoni della camicia.
La sua mano sinistra si sposta verso di essi, giocandoci appena, mentre la voce le esce più roca del solito, quando parla.
« Ti voglio nuda. » le dice, senza mezzi termini, senza nessuna vergogna.

In tutta risposta, Eden aumenta la pressione delle sue cosce attorno ai fianchi della ragazza.
Non è la prima volta per lei con una ragazza.

Il ricordo di quella notte è ancora nitido nella sua testa.
Era troppo ubriaca persino per parlare. Si trovava con Lucy Weasley e Jean Claude, il cugino francese di Dominique, Louis e Victorie.
Era piena estate, e loro avevano bevuto una bottiglia di whisky di troppo, rubata dalla scorta di zio Bill.

Lei aveva appena compiuto sedici anni, e non avrebbe dovuto ubriacarsi in quel modo.
E infatti, aveva passato tutta la notte a rotolarsi nel letto con il francese e la cugina di Rose, Lucy.
E lei con Lucy si era divertita un sacco.

Ma la sua esperienza sessuale con una donna si era conclusa lì, mai avrebbe pensato che un giorno, una come Babs Nott, le avrebbe scatenato una tempesta ormonale.
Non una donna. E non lei.
« Io ho voglia di te. Sopra di me. » le dice diretta, stringendo ancora le dita nel suo chignon, scombinandolo del tutto.

La mano destra di Babs è sulla sua coscia, e li vi aumenta la presa, conficcandole quasi i polpastrelli nelle calze, come se volesse bucarle.
« Facciamo che ora ti strappo questi vestiti da dosso e ti sto sopra per tutta la durata della serata, cosi siamo contente entrambe. Che ne dici? » parla velocemente Babs, strofinando la punta del naso lungo il collo di Eden, che le spinge la testa verso la scollatura.

« Dico che stiamo parlando troppo, Nott. »

Babs non se lo lascia ripetere, e con una forza tale da strapparle persino il maglione, lascia saltare i primi bottoni della camicia, scoprendo il suo magnifico seno, abbastanza grande da starle perfettamente in una mano.
Estasiata, vi abbassa la coppa del reggiseno per poi chinarsi del tutto, afferrando il capezzolo sinistro tra le labbra, e concentrandosi con la mano sul destro, stuzzicandolo con le dita.

« Merda.. » biascica Eden, il viso rosso quasi quanto il bordo del suo maglioncino della divisa.

Il sapore della sua pelle è straordinario. Babs lo succhia prima piano e poi sempre più forte, girandoci la lingua intorno, mentre il pollice e l'indice pizzicano l'altro, ormai turgido.

Eden è in preda agli spasmi, la sua presa aumenta sempre di più.
I suoi ansimi riempiono il silenzio intorno, e chiude gli occhi, abbandonandosi alle sensazioni più incredibili mai provate in vita sua.
Ma non dura molto. La lingua di Babs risale lungo la curva del seno, percorrendo il collo e risalendo sulle labbra.
Qui le rivolge un sorriso diabolico, per poi baciarla con trasporto.
« Da dove inizio con te? » le domanda, ed Eden per un breve momento, crede che Babs ce l'avesse con sè stessa, più che con lei.
Ed è per questo che non le risponde. È per questo che la lascia fare , come se ormai, non avesse più scelta.

E poi, prendendola di sorpresa, le sue mani le stringono i seni, l'uno contro l'altro. La guarda negli occhi, abbandonandosi in una breve risata.
Ma prima che possa pensare qualsiasi cosa, sposta la mano tra le sue gambe, lì dove le sue mutandine sono fradice.
E le sente, le tasta, accarezzandola piano.
« Sei già pronta, piccola stronza, eh? » le dice, leccandosi il labbro inferiore.

Eden si avventa su di lei, mordendole il mento, in segno di difesa.

Ed è allora che Babs, le buca le calze con i polpastrelli, e senza nessuna fatica, le sposta il bordo delle mutandine, penetrandola senza preavviso con l'indice e il medio.

Eden spalanca la bocca, abbandonandosi in un gemito di cui si vergogna all'istante.

« Sei mia. » le sussurra la bionda, la voce incrinata dal desiderio.
E senza riprendere fiato, esce ed entra le dita ad un ritmo incalzante.

La Grifondoro abbandona il capo contro il cemento, chiudendo gli occhi e cercando di non pensare a quanto il suo cuore stia pompando come un matto, a quanto stia godendo, a quanto tutto ciò, sia maledettamente eccitante.

Vedere il braccio di Babs muoversi tra i loro corpi, avvertire le sue dita dentro di lei, sentirla prendersi tutto ciò che in quel momento le appartiene.
Il pollice si unisce al gioco, strofinandosi sul clitoride in maniera circolare, premendo nei punti giusti.
Ed è lì che le sue labbra si schiudono, e non riesce più a trattenersi.

Babs la guarda, abbandonando la fronte contro la sua.
« Ti piace? » le domanda, portando la mano libera sul suo seno ancora scoperto.

Eden annuisce piano, ma la Serpeverde l'afferra per la gola.
« Dimmelo che ti piace. Guardami. »

« S-si... mi piac... » non riesce a terminare la frase, perchè Babs infila un terzo dito, ed è come se stesse ardendo viva, come se il piacere fosse un'onda anomala e la stia travolgendo in pieno.
« Oh, si , mi piace se godi cosi. » le dice ancora, ed Eden divarica ancora di più le cosce, lasciandole più spazio.

Si sgretola lentamente, dolorosamente.
Babs accompagna ogni spasmo con delle stoccate più forti, premendo sul clitoride, facendola urlare ancora di più.
E quando le esplode sulle dita, i suoi denti bianchissimi illuminano il buio dello spogliatoio.
« Brava piccola. Adesso dammi il tuo culo. »

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