Capitolo 14

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Le chiacchiere di Rose sono soltanto un eco lontano. 
Un eco che non riesce a farsi strada nei pensieri di Eden, che rannicchiata sotto strati di coperte, con le tende scarlatte del letto a baldacchino completamente tirate, se ne sta in silenzio, abbracciata al suo cuscino, fingendo di dormire. 
Le lacrime le solcano le guance, arrivando fino al collo, bagnandole il colletto della t-shirt che usa per dormire. 
E quelle coperte, quel profumo cosi familiare, cosi caldo, sono come un rifugio dopo quello che è successo qualche ora prima, giù al campo da Quidditch, negli spogliatoi. 

Le immagini sono ancora fresche, e dalla prima all'ultima le scorrono in testa, come le scene di un film. 

Rose ride assieme a sua cugina Roxanne e alla loro compagna di stanza, Matilde. 
Non sa quale sia l'argomento delle loro chiacchiere, e neanche le interessa. Vorrebbe semplicemente restare in silenzio, cercando di cancellare quei momenti dalla sua testa. 
Magari avrebbe chiesto in prestito la Giratempo ad April, per cambiare le cose. O semplicemente avrebbe fatto uso dell'incantesimo di memoria. Ma questo non avrebbe comunque cancellato la vergogna dal suo corpo, ma soltanto dalla sua mente. E che senso avrebbe potuto mai avere? 

E come sarebbero andate le cose? Come si sarebbe comportata Babs con lei? 
Non lo sapeva, perchè subito dopo aver finito, la Serpeverde si era rivestita e se n'era andata, senza neanche salutarla. 
E lei era rimasta lì, da sola, al buio, mezza nuda, con la dignità distrutta. 

Aveva ripulito lo spogliatoio ed aveva finalmente messo una fine a quelle serate in punizione con Babs Nott. 
Se non fosse successo nulla di tutto ciò che era successo, avrebbero potuto continuare ad ignorarsi, come avevano sempre fatto negli ultimi sette anni. 
Anche se, Eden ne era certa, la Nott avrebbe continuato su quella scia. Dopotutto per lei, Eden, era stata soltanto un'altra da aggiungere alla lista. 

La sverginatrice di Hogwarts.

Le aveva sentite quelle voci. Ma non aveva mai dato loro peso, perchè non le importava. 
E anche se poi Babs non l'aveva davvero sverginata, visti i trascorsi della Grifondoro, era comunque stata la sua prima vera volta con una ragazza,  senza la presenza di un uomo. 
Avrebbe dovuto pensarci prima di lasciarsi andare in quel modo. 
Avrebbe dovuto pensare a Bunny, morta brutalmente. 
Avrebbe dovuto pensare agli innumerevoli insulti ricevuti da Babs, al suo modo d'essere, ai suoi atteggiamenti. 
Invece se n'era fregata di tutto e di tutti, e come al solito, aveva lasciato parlare le emozioni. 
Incoerente fino al midollo.

E con chi avrebbe potuto mai parlarne? Rose si sarebbe spaventata a morte, e forse, di sicuro, l'avrebbe giudicata. 

April... forse l'avrebbe capita. Ma non cosi tanto. 

Ma dopotutto, chi riuscirebbe mai a capire una persona che va a letto col suo peggior nemico? 

Eden si asciuga una lacrima col palmo della mano, mentre Rose e le ragazze si mettono a letto per dormire. 
Le luci vengono spente e il silenzio cala improvvisamente nella stanza. 
Il chiarore della luna non filtra dalle tende chiuse. 
Ed Eden si sente stranamente al sicuro. Ma ora non più piangere. Ora deve smetterla di tirare su col naso. 
Vorrebbe semplicemente trovarsi nei panni delle sue compagne. Dormire senza pensieri e risvegliarsi l'indomani senza la fottuta paura di scendere in Sala Grande ed affrontare Babs Nott. 

Se ne sta seduta sul davanzale della finestra, le gambe raccolte al petto e la tempia poggiata al vetro freddo. 

La Piovra Gigante si aggira pigramente nelle vicinanze delle mura, e Babs resta incantata dal movimento lento e fluido dei suoi tentacoli neri. 

Un rumore la costringe a distogliersi dalla piovra. 

Lilith apre le tende del baldacchino, di un verde bottiglia. 
La guarda, i capelli sfatti dal sonno e gli occhi semi aperti. 
« Ma che fai sveglia? »  le domanda, poggiando i piedi nudi sul pavimento e raggiungendola sul davanzale, dove siede a sua volta. 

« Non ho sonno. » borbotta Babs, tornando ad osservare i tentacoli della piovra. 

« Quante sigarette hai fumato? Lo sai che ti rendono nervosa. » 
Lilith la scruta attentamente. Assottiglia lo sguardo. E poi le labbra le si schiudono, gli occhi si spalancano. 
Ma non emette fiato, e aspetta che sia Babs a risponderle. 

« Le solite che fumo sempre, Lil! » 

Ma non è la risposta che la rossa si aspettava. 
Sospira per poi abbandonare la schiena contro la finestra. 
« È andata di nuovo male la punizione? » le domanda, cercando di tirarle fuori la verità. 

Babs passa una mano sugli occhi, in un gesto stanco. 
« No. Me ne sono andata subito. Ho lasciato fare a lei. » 

« Bene. Quindi abbiamo finito la serie di punizioni? » 

« Si.» le risponde, senza aggiungere altro. 

Lilith decide di non insistere. Sa che potrebbe scatenare la terza guerra mondiale, sà che Babs ha un carico di pazienza eccessivamente basso, quasi inesistente. 

Per cui resta in silenzio, guardandosi le unghie delle mani smaltate di nero e non eccessivamente lunghe. 

« Con chi ti stai vedendo? » 

La domanda di Babs la coglie di sorpresa, tanto che si finge confusa e aggrotta la fronte. 
« Di che parli? » 

La bionda, che ha cercato di distogliere l'attenzione su di sè per puntarla alla sua migliore amica, stringe le ginocchia al petto. 
« Stai uscendo con qualcuno. Non sono idiota. Ti conosco da quando siamo nate. E quando smetti di bazzicare in giro, vuol dire che sta combinando qualcosa. » 

Lilith punta lo sguardo altrove. Non arrossisce, non lo fa mai. 
Ma le sudano le mani, e Babs lo sa. 
Per questo le afferra il polso e le tasta il palmo della sinistra, per poi scoppiare a ridere. 
« Cretina, cosa ti agiti? Dimmi chi è! » 

Lilith abbozza un sorriso. 
« Non è nessuno. Sei idiota? Non ho testa per impegnarmi! Lo sai. » 

Babs inclina il capo di lato. 
« Non dirmi che è Alysa. Ti prego..» 

« Non è lei. In realtà, l'ultima volta che abbiamo scopato è stato una settimana fa. » 

« E allora chi è? Perchè non me lo vuoi dire? È troppo piccola? » 

Lilith scuote il capo, ma gioca la carta a suo vantaggio. 
« Tu dimmi cosa è successo durante la punizione, io ti dico che sto combinando. » 

Babs raddrizza la schiena. 
La sua espressione è improvvisamente seria. 
« Non è successo nulla. Te l'ho già detto. Le ho fatto fare tutto il lavoro sporco a lei. Ho fatto finta di accompagnarla e poi me la sono data a gambe. Tutto qua. Non perdo tempo con le mezzosangue, lo sai. » 

Lilith la guarda, sapendo tutto ciò che c'è da sapere. 
Ma non insiste, non ancora. 
« Me ne torno a dormire. » dice, saltando giù dal davanzale. 

« No, Salazar, non mi hai detto con chi ti vedi! » Babs ci ritenta, avviandosi a sua volta verso il letto. Sprofonda sul materasso morbido e allunga le braccia all'indietro, facendosi leva con i gomiti per guardare la sua migliore amica mettersi a letto. 

« Con nessuno. Te l'ho già detto. Buonanotte, Babs! » e cosi dicendo, la rossa chiude le tende del proprio letto, estraniandosi alla visuale della bionda. 

Babs sospira e si accascia sul il materasso. 
Guarda il soffitto come se in esso ci fossero tutte le risposte di cui ha davvero bisogno. 

Perchè non riesce a fare a meno di pensare a quella lurida mezzosangue?
Perchè ha ancora voglia di affondare dentro di lei come se non ci fosse un domani? 

Il sesso ha sempre riempito Babs.
Questa volta invece l'ha del tutto svuotata. 
Privata di qualsiasi forza. 

E lei detesta trovarsi in questo stato.

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