Capitolo 39

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Un corridoio vuoto, illuminato debolmente dalle torce.

Qualche fantasma si aggira tetramente, allontanandosi dalla scena del misfatto.

Qualcuno borbotta tra sè , sulla ' nuova generazione che non riesce a tenere a freno gli ormoni. '.

Ma nessuno, neanche un fantasma, si permetterebbe mai di rimproverare la figlia di un Nott.

Ed è per questo che Babs ne approfitta per giocarsi la sua ultima carta.

Perchè lei non si innamora.

Di nessuno.

L'unica persona che ama e che amerà per sempre è se stessa.

L'unico amore degno , illimitato.

L'unico amore che non dovrà sopportare tradimenti, sofferenze.

Babs Nott vuole vivere cosi. Ha sempre vissuto cosi.

Non sarà una Grifondoro a cambiare le carte in tavola, a dettare nuove regole nella sua vita.

Lei è l'unica che può farlo.

Ed è per questo che, per dimostrarsi ancor di più, che Eden è stata soltanto una sbandata passeggera, si concede una seconda volta con Amanda Rockwood. La prima era avvenuta al campo da Quidditch, settimane prima.

La riccia ride sommessamente, e quando viene sbattuta al muro, ritrovandosi Babs Nott addosso, la sua bocca si apre in gemiti assordanti.

Babs le porta una mano sulla bocca, cercando di farla tacere.

« Non urlare, cazzo. » le dice, senza la minima traccia di maliziosità.

La bionda le morde la mano, che Babs ritrae subito indietro, con un'espressione indignata.

« Perchè non ci spostiamo da qualche altra parte? È scomodo qui.. » propone la riccia, con le guance arrossate dal desiderio.

« Perchè non ho voglia di camminare.

Stai parlando troppo. » l'ammonisce Babs, per poi infilarle le mani sotto il maglione, tastandole il reggiseno di pizzo.

La ragazza chiude gli occhi e abbandona la testa contro il muro.

Serra le labbra, Babs, ed è come se si stesse sforzando di provare qualcosa.

Sembra non funzionare, sembra guasta.

Ed è per questo che si lancia su di lei, cominciando a morderle il collo.

Non è la stessa cosa.

Le cosce di Amanda non sono bollenti. Il sapore della sua pelle non è buono. Il suo profumo non è delicato, ma anzi, è forte e invadente.

I suoi capelli sono crespi e le finiscono in bocca, infastidendola.

E quel seno è troppo grande, non rientra neanche tutto nelle sue mani.

E quei gemiti sono troppo rumorosi, troppo eccessivi.

Di nuovo Babs, le porta una mano davanti alla bocca, invitandola a smettere.

Non vuole sentirla, e magari, nel silenzio, forse, riuscirebbe a provare qualcosa.

Ci prova ancora, strizzandole forte il seno con una mano, e con l'altra tastandole il sedere.

Amanda non porta le calze.

È facile prenderla.

Non deve faticare come con...

Babs sbatte più volte le palpebre, come se non credesse ai suoi occhi.

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