Capitolo 6

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Nel momento in cui Babs Nott ha scoperto come avrebbe trascorso le sue ore di punizione insieme alla Grifodondoro, avrebbe quasi voluto dare di matto.
Ma visto che era stato proprio il Preside Lumacorno in persona a consegnarle la lettera della McGranitt, aveva dovuto fingere un sorriso e promettere di comportarsi bene.

Daphne e Theodore si erano già premuniti di mandarle una strilettera, che lei non aveva avuto cura di leggere. Questa era esplosa nella camera che divideva con Lilith e Alysa, e la voce di Daphne aveva quasi spaccato i timpani alle sue due compagne.

Ma a Babs non importava; lei avrebbe comunque continuato a fare quello che faceva sempre, e quindi comportarsi secondo un suo regolamento, secondo delle sue leggi, perchè quelle del mondo intero le vanno strette.

Ed ora è lì, seduta sul bordo di uno dei tavoli della biblioteca, in attesa.
Le braccia incrociate al petto, lo sguardo rivolto alla porta e le labbra strette in un'espressione a dir poco amichevole.

Madama Chips aveva cercato di avvisarla che al primo rumore sinistro sarebbe corsa a controllare.
Babs l'aveva rassicurata che non c'era nulla di cui preoccuparsi.
Ma in realtà, avrebbe voluto far saltare in aria tutti quei libri e la Parker compresa.

Lilith aveva proposto la Felix Felicis. Ma Babs sostenteva che quella l'avrebbe soltanto indotta ad una carica tale da combinare ancora più disastri del normale.
E in quel caso doveva cercare di restare il più calma possibile, se voleva evitare l'espulsione.

Lilith si era arresa ed era uscita dalla Sala Comune, affermando di avere un appuntamento galante. Alysa le aveva rivolto uno sguardo triste e affranto.

Babs sospira, guardando l'orologio in oro al polso sinistro.
La Grifondoro era in un ritardo mostruoso. E se non si fosse presentata? Come godeva alla sola idea!

Sorrise come il demone in persona, ed era quasi certa del suo pensiero, quando le porte della biblioteca si aprirono, spezzando il silenzio e rivelando la figura di Eden Parker.
Gli occhi grigio tempesta della ragazza, attraversano la biblioteca per poi posarsi su Babs.
Deglutisce, restando ferma sulla soglia della porta, le mani strette dietro la schiena.

Babs lascia scorrere lo sguardo lungo tutta la sua figura; jeans chiari, un maglioncino bordeaux e i capelli legati in una coda.

Arriccia le labbra in una smorfia di disapprovazione e le dà le spalle, avviandosi verso le immense pile di libri che avrebbero dovuto sistemare.
« Come vedi, ci sono questi qua da mettere via. Cerca di fare in fretta, alle nove voglio essere fuori di qui perchè ho da fare! » afferma, per poi sedersi comodamente sul bordo della scrivania di Madama Chips, le gambe penzoloni e le mani che rovistano nella tasca della sua felpa nera.

Eden si avvicina e con sguardo risoluto, ora che Babs non la sta scrutando come poco fa, riesce a parlare per la prima volta.
« Credi forse che farò tutto da sola? Ti sbagli, sono qui a causa tua, e quindi mi darai una mano! »

Babs solleva lentamente lo sguardo, sbattendo le ciglia.

Eden avvampa; un leggero formicolio sulla nuca la costringe a distogliere lo sguardo.

Il silenzio che ne segue è indecifrabile, le mani della Grifondoro cominciano a sudare, e non serve a nulla sfregarle contro i jeans.

« Non fare la prepotente con me, stupida ragazzina. Se sei qui è anche colpa tua! Prenditi le tue responsabilità e lavora! » Babs porta alle labbra la sua sigaretta, e nel non totale rispetto per le regole, l'accende, usando uno di quegli accendini babbani dai colori fosforescenti.

Poi lancia fuori la prima boccata di fumo, sollevando il viso per aria, ignorando completamente lo sguardo disgutato di Eden, i cui pugni sono ora stretti lungo i fianchi.

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