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Andai a casa, fuori da quell'ospedale, forse sollevato, forse stavo solo scappando da tutto, ma mi sentivo bene. Assaporavo il venticello di Gennaio, per le strade c'era molta gente.

11 Gennaio. Giornata particolare. Mi ripetevo in testa, ma non capivo il perché, era strana quella sensazione, come se dovesse succedere qualcosa di importante, ma non sapevo cosa.

Non voglio più dare ascolto al mio sesto senso.

Arrivai a casa, mi vestii a tutta velocitá con abiti presi a caso dal mio armadio. Molto probabilmente era una felpa di Shoto, ma non ci feci caso.

Buttai i vestiti sporchi di sangue sul letto, non avevo intenzione di toccarli mai più. Uscii velocemente di casa, senza nemmeno rendermi conto che le mie gambe si stavano muovendo da sole verso l'Ospedale Psichiatrico di Tokyo.

Rei Todoroki. Rei Todoroki.

Mi ripetevo andando dritto per la mia strada, pensavo ad un possibile discorso con la madre del mio ragazzo. Cosa avrei dovuto dirle? Che suo marito era quasi stato ucciso dal sottoscritto, che ero il ragazzo del figlio che tanto odiava e che in quel momento era in un ospedale?

Sicuramente no.

Non sapevo nemmeno se mi avrebbero fatto entrare, d'altronde non ero un parente e sicuramente non somigliavo alla famiglia Todoroki.

L'ospedale era una struttura imponente, disgustosa e ovviamente bianca come un cadavere. Sin da piccolo avevo il terrore di entrare in un ospedale, lo trovavo il posto dei morti.

Sí a quel tempo ero solo un bambino, ma un pó avevo ragione. Stare in mezzo a quelle persone che piangono per i parenti, non mi era mai piaciuto. Potevo averne la conferma con quello che era accaduto con Shoto.

Varcai le porte della struttura, c'erano infermieri che lavoravano senza sosta e correvano da tutte le parti, pazienti pazzi che si avvicinavano a me con faccia curiosa, io li schivavo quasi avessero un virus.

Non mi piace che la gente mi tocchi, okay?

Mi avvicinai al bancone, dove una donna stava controllando delle cartelle. Aspettai qualche secondo prima che si accorgesse di me, mi sentivo abbastanza a disagio e in ansia.

"Oh buongiorno" Fece d'un tratto la donna, guardandomi sorridente. "S-salve" Risposi impacciato, se c'era una cosa che proprio non riuscivo a fare era parlare con persone adulte e chiedere qualcosa.

Non riuscivo nemmeno ad ordinare qualcosa o a chiedere un prezzo, ero troppo imbarazzato e imbarazzante quando aprivo bocca. Proprio non capivo il perché, davanti a qualsiasi persona dovevo sembrare uno scemo.

"E-ecco... Sto cercando R-Rei Todoroki" La donna mi guardó con un sopracciglio alzato e la testa inclinata. "Tu non mi sembri uno dei suoi due figli".

Due figli. Solo Touya e Fuyumi conosce.

"E-ehm, io sono i-il ragazzo d-di Shoto" La donna spalancó incredula gli occhi, perché aveva fatto quella faccia? "Oh mio Dio..." Si alzó in piedi di scatto, mi presi un infarto bello e buono.

"M-ma allora Shoto esiste" Quasi mi misi a ridere, quell'affemazione detta come se fosse caduta dal cielo mi fece ridere. "Certo" La donna mi guardó felice, mi fece cenno di seguirla, mi stava portando da Rei.

"Ecco caro, é la sua stanza" Sulla porta bianca della camera c'era scritto 111, sembrava un cliché visto che oggi era l'undici del primo mese dell'anno. "Ti lascio solo" La giovane donna mi salutó con la mano, tornando al posto di lavoro.

Bussai alla porta, ma nessuno rispose, cosí abbassai la maniglia lentamente, percepivo il tremolio della mia mano, perché si ero spaventato dalla situazione, un bambino sperduto.

Di fronte a me c'era una donna dai capelli bianco neve seduta sul letto dell'ospedale. Osservava il cielo dalla finestra muro, sembrava persa nel vuoto. Indossava degli occhiali fini rettangolari, gli occhi marroni.

Si giró lentamente verso di me, quasi non volesse andarsene da wuella posizione, da quella vista sulla cittá di Tokyo. Il suo volto era vuoto, sembrava quasi triste, mi ricordava tanto Shoto.

"S-salve" La salutai con la manina, impaurito da cosa potesse dirmi. Sinceramente non avrei mai immaginato che saremmo arrivati a ció, sinceramente non avrei mai immaginato di conoscere Shoto e di innamorarmene, sinceramente non pensavo nemmeno si sarebbe avvicinato a me se non ci fossi incontrati quella sera, mentre Bakugou me ne diceva di ogni.

"Ci conosciamo?" La sua voce era flebile, dolce, quasi rassicurante. Era proprio come me l'aveva descritta Shoto, l'unica donna che avrebbe sempre amato. Era incredibile come il bicolore tenesse cosí tanto a sua madre, dopo che gli ha tirato addosso una teiera.

Eppure riuscivo a capire il perché, riuscivo a percepire l'odio che il mio ragazzo provava per suo padre, l'odio che provava per se stesso, l'odio che provava per i suoi fratelli per il dolore che aveva causato loro.

L'unica che rimaneva era lei: la donna che lo aveva messo al mondo, la donna che difendeva suo figlio davanti ai comportamenti del padre, la donna che si prendeva le colpe e ne pagava le conseguenze a causa del marito.

Credevo che quello fosse vero amore, un amore cosí grande e inspiegabile, cosí difficile e contorto. Perché se bisogna essere sinceri, la famiglia Todoroki aveva perso la speranza.

Aveva perso la speranza di ritornare una famiglia unita, quattro fratelli, dalle svariate etá, che giocano a palla nel cortile di una villa, i due genitori che guardano i loro figli ridendo, il padre che gioca a calcio con i maschi e l'unica ragazza si unisce a loro per dimostrare di essere più forte di loro.

No, questo la famiglia Todoroki non lo aveva mai avuto. Ed era brutto, sí, era davvero orribile pensare la vita che hanno passato questi ragazzi, questa donna cosí dolce, era tutta colpa di quell'uomo, ma era colpa anche dell'uomo che aveva messo al mondo l'amore della mia vita, la mia anima gemella.

"N-no, io sono i-il ragazzo di suo figlio S-Shoto" Mi grattai la testolina con la mano, Rei si bloccó un secondo, forse per afferrare cosa avevo appena detto, forse lo avevo detto con troppa disinvoltura.

"S-Shoto..." Si alzó dal letto venendomi incontro, mi scrutava come fossi un alieno sceso in terra. Poi mi abbracció, sentivo i suoi piccoli singhiozzi, forse di gioia, forse no, era poco più alta di me.

Lí capii che quella donna era la madre del mio ragazzo: sapeva di fragola, proprio come lui.

SALVEEE SJAKAKSKSJDJSJDJSSJ

A parte questo capitolo che fa schif ma rip.

Ho un annuncio importante e sono al settimo cielo:

ho avuto la conferma di essere bi💖💜💙

mah hart- sono felicia enniente

E' stato grazie a questa canzone, ieri sera e io sono tipo waaaaaaaaaa

Comunque ho trovato il mio Deku<33

~Sho :<

𝐖𝐡𝐲 𝐌𝐞? | 𝐓𝐨𝐝𝐨𝐝𝐞𝐤𝐮Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora