Capitolo V

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Josh

I suoi occhi erano fissi sulla sua figura, la fissavano, memorizzando ogni singolo dettaglio, dalla strana voglia appena sopra il gomito destro, alle pieghe che assumeva la sua fronte quando era pensierosa.

Si nutriva della sua semplice visione, si nutriva di lei.
Il semplice guardarla metteva a freno i suoi istinti più primordiali che spesso, troppo spesso, faticava a controllare.
Lei era come l'acqua e lui era come un assettato che aveva camminato nel deserto troppo a lungo.

Le sue membra fremevano appena la vedeva, nelle sue vene pompava forte il desiderio di reclamarla, di renderla finalmente sua, così che gli altri uomini non osassero posare gli occhi su di lei.

Ma non poteva.
Non ancora almeno, tutto quello che gli era stato concesso era di osservarla da lontano, seduto su quel grosso ramo, attento nello studiare i suoi movimenti, le sue abitudini, i segni che il suo corpo, istintivamente, lanciava.
Katherine stava diventando la sua materia preferita.

Era più che evidentemente che lei percepisse la sofferenza dovuta al suo rifiuto, il suo sguardo spesso si perdeva tra i boschi, la sua mente viaggiava altrove pensando a lui, a dove poteva essere e al perché non era lì con lei.

Ancora poco tempo mia dolce compagna, devi resistere ancora per un po' e poi finalmente sarò tuo.

Le sue labbra si socchiusero leggermente in un sorriso, mentre pensava a tutto quello che l'aspettava.
La bestia ribolliva dentro i suoi lombi, raschiando sotto la sua pelle, tentando di prendere il controllo e di andare dalla sua altra metà; ma lui non poteva lasciarglielo fare, non poteva permettere  che quel suo lato emergesse proprio in quell'occasione, non poteva sopportare il pensiero di fare male al suo destino e neanche di deludere l'unica famiglia che avesse mai avuto.

Fammi portare a termine questa missione Katherine, dopo che di loro non sarà rimasto più nulla potrò dedicarmi completamente a te.

Sarebbe stata sua, doveva solamente imparare a controllare quel suo lato oscuro, quello che gli aveva consentito di arrivare così in alto, di essere uno dei primi assassini; quella parte di lui che era rimasta dormiente dentro la sua mente, e che man mano, nel corso degli anni si era nutrita di rancore e di vendetta.

Le sue palpebre si chiusero a quel pensiero.
Vendetta; si, si sarebbe vendicato di tutti quelli che lo avevano reso così, che avevano reso loro così.
Gli avrebbe torturati fino a quando il loro sangue non l'avrebbe ricoperto, esattamente come loro avevano fatto contro lui e Jane.

E tu Katherine? Riuscirai a guardare oltre? Riuscirai ad accettare il mostro che sono?

Un sospiro gli lasció le labbra mentre tornava a guardarla, si muoveva in quello studio con dimestichezza, tutti la ascoltavano attenti, i loro occhi erano puntati sulla sua figura leggiadra e Josh avrebbe fatto di tutto pur di riuscire a leggere nella loro mente.

Eppure c'era qualcuno che non la guardava.
I suoi occhi si spostarono a sinistra, dove, seduto su un trono più grande, vi era il padrone di casa.
Alpha Kyle osservava gli Alpha seduti vicino a lui, studiava i loro sguardi, i loro modi di porsi, si nutriva delle informazioni che stava ricevendo.
Tuttavia si rese presto conto che sembrava spento, preoccupato, come se non gli interessasse più di tanto di quella riunione.

Josh capì subito cosa attirava tutti i suoi pensieri.
La novellina era seduta accanto a lui, i capelli tirati indietro in una coda alta che lasciava intravedere il collo a cigno e il viso ancora giovanile, la sua mano destra era stretta in una morsa da quella del compagno, annuiva ogni qual volta le veniva posta una domanda.
Eppure, eppure sembrava persa, malinconica pensierosa, il suo sguardo non aveva mai lasciato il centro del tavolo, seguendo le venature del legno come se ne andasse della propria vita.

𝑺𝒂𝒏𝒈𝒖𝒆 𝒅𝒊 𝒈𝒉𝒊𝒂𝒄𝒄𝒊𝒐 ✓Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora