Capitolo XIV

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Jane

Il silenzio fu interrotto da un rumore lieve, di un pugno che si infrangeva contro il cuoio spesso che ricopriva il sacco da boxe, spostandolo appena, dopo qualche istante il rumore si ripeté, seguito da altri  pugni che si facevano man mano più veloci.

Jane sospirò, lasciando che il vento freddo continuasse a schiaffeggiarle la faccia mentre osservava la fata che si allenava nella palestra solitaria e orami buia, probabilmente non conscia dell’ora ormai tarda che si era fatta.
La vide scuotere  la testa quando sbagliò un passo e si rimise in posizione ricominciando dall’inizio, ruotò gli occhi all’indietro lasciandosi andare ad uno sbuffo irritato, non sarebbero andati da nessuna parte se Ella continuava così.

Dandosi una piccola spinta sulle gambe si alzò in piedi,  stando in equilibrio sulla piccola striscia del cornicione prima di fare un breve sato lasciandosi cadere al suolo dall’alta finestra della palestra che lasciava entrare i deboli raggi della luna; nonostante i vari metri di caduta atterrò con una leggerezza tale che la giovane Luna non si rese nemmeno conto della sua presenza.

Si avvicinò a piccoli passi, togliendosi la giacca che Josh le aveva dato, obbligandola quasi a metterla durante il suo turno di guardia perché,a detta sua, non potevano permettersi che lei si ammalasse -Dovresti metterci più forza in quei pugni- disse poi dopo qualche istante facendo sobbalzare la ragazza alle sue parole, Ella si girò velocemente su se stessa, tenendo in alto i pugni per fronteggiare il nemico che le era giunto alle spalle.

Jane aggrottò le sopracciglia, prima di ridacchiare appena e lanciare l'indumento di pelle sul pavimento -Dubito che tu possa affrontare un nemico esibendo i tuoi pugni- si avvicnò al sacco portando le mani dietro la testa per cominciare  ad intrecciare i suoi folti capelli biondi, così che questi non la infastidissero durante quel’allenamento.
-Non ti avevo sentito arrivare- rispose quasi giustificandosi Ella mentre con una mano fermava il sacco che stava ancora oscillando -Cosa ci fai qua? Non dovresti essere  cena?-

-Potrei farti la stessa domanda piccola fata, non dovresti essere a tavola esibire il tuo miglior sorriso per far star tranquillo il tuo compagno, quando è evidente che non è così?-

Ella scosse la testa facendo finta di non aver sentito l’ultima parte del suo discorso, erano giorni che ormai si rifiutava di mangiare, troppo preoccupata della guerra ormai imminente che si stagliava sopra le loro teste come una spada di Damocle, aveva sorriso con forza ogni volta che incontrava qualcuno, anche con Kyle, non aveva intenzione di dimostrargli quanto fosse debole e insicura riguardo quello che stava per avvenire, loro erano certi che lei sarebbe stata la loro arma vincente quando Ella non utilizzava i suoi poteri da anni, non sapeva nemmeno come gestire tutta quella magia che le scorreva lungo le vene.

-Non avevo fame- disse scrollando le spalle -Tu invece?-
-Oh avevo il turno di guardia- rispose semplicemente Jane prima di notare la faccia confusa di quella -Noi Assassini siamo abituati a guardarci le spalle da soli, preferiamo non affidarci a nessun’altro al di fuori di noi stessi-

-Quindi non cerchi di evitare qualcuno o sbaglio?-

Jane ridacchiò scuotendo la testa prima di schioccare la lingua contro al palato -Diciamo che quella è una conseguenza dei miei allenamenti e dei miei turni, non ho bisogno di evitare una persona, sono perfettamente capace di stare nella stessa stanza senza mostrargli niente di me, cosa che evidentemente tu non sei in grado di fare-

-Io non ho bisogno di farlo-

-Ah no, eppure mi sembrava che ci fosse una certa tensione tra voi , eppure quando ti ho salvato mi sembrava chela vostra mielosa favola d’amore stesse sbocciando come la più bella delle rose- ridacchiò Jane appoggiando le mani sui proprio fianchi -cosa è successo poi? L’hai sentito ringhiare?-

𝑺𝒂𝒏𝒈𝒖𝒆 𝒅𝒊 𝒈𝒉𝒊𝒂𝒄𝒄𝒊𝒐 ✓Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora