Capitolo XI

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Matthew

Non poteva essere vero; era questo quello che lui continuava a ripetersi da quando quella ragazza si era ritrasformata assumendo le sembianze di Jane, della sua Jane, quella stessa persona che tre mesi prima aveva visto morire cadendo da una scogliera.

La sua mente era come bloccata, non riusciva a pensare ad altro che non fosse lei, alla prima volta che l'aveva vista, quando aveva accompagnato al branco sua sorella, a quando aveva compreso che fosse esattamente come lui, ricordò con una punta di dispiacere il momento del marchio, quando aveva perso il controllo lasciando che il suo lupo avesse la meglio su di lui, ricordò la battaglia, dove Luke era morto poi la sua mente si bloccò su quella sera, quando aveva sbagliato tutto e non sarebbe mai riuscito a perdonarsi quel momento di debolezza.

Quando poi lei era scivolata da quella scogliera gli era caduto addosso il mondo, era diventato l'ombra di sè stesso, un automa che non provava emozioni, quella guerra che si stava per verificare sembrava essere diventata l'unica cosa capace di dargli un po' di sollievo.

E poi lei era arrivata, forte, potente, bellissima e aveva risvegliato in lui quei sentimenti che sembravano essere scomparsi con lei erano tornati prepotentemente a galla facendolo sentire debole come non mai.

Continuava a guardarla mentre allungava una mano sul tavolo recuperando una bicchiere di vetro che era stato allungato nella sua direzione.

-Ho capito perchè mi hai chiesto di cercare gli assassini quella volta- Era stata Ella a parlare con grande stupore generale, tanto che il suo compagno si girò verso di lei guardandola confuso -Tu conosci la Fenice? Da quando?-

Lei scosse appena le spalle in imbarazzo -è stata lei a salvarmi quella volta che un cacciatore ha provato a rapirmi-

-è stato un bel momento devo dire- rispose Jane alzando il bicchiere verso di lei come per brindare a quell'evento.

-Certamente è stato meno esaltante della missione in Australia- aggiunse poi il ragazzo che era seduto affianco alla sua compagna, forse troppo vicino per i gusti di Matthew, davanti a quella frase Alpha Jonathan, che non aveva ancora realizzato come la sua compagna non fosse altro che il Cobra, alzò di scatto la testa, spostando lo sguardo su i due, visibilmente confuso.

-Una missione in Australia?-

-Sei lento Jonathan- rispose semplicemente Jane appoggiando il gomito sopra il ginocchio destro -Non saresti mai arrivato a salvare Vittoria in tempo-

A quelle parole l'alpha australiano sembrò diventare rosso di rabbia, si alzò di colpo facendo stridere la sedia lungo il pavimento prima di voltarsi verso la sua compagna.

-Quante cose mi hai nascosto? C'è almeno una cosa di te che sia veritiera o sei sempre stata falsa con me?- urlò lui mentre Vittoria stava in silenzio, accusando quei colpi l'uno dopo l'altro -Non rispondi adesso? Che cosa succede non hai un'altra bugia da rifilarmi? Ti è caduta la lingua per caso?-

-Ehy tesoro- Jane si sporse in avanti, guardandolo fisso negli occhi mentre le sue iridi brillavano di rosso -Urla ancora in quel modo nei suoi confronti e l'unica lingua che cadrà sarà la tua-

-Questa non è una cosa che ti riguarda Fenice-

-Lo è invece dal momento che stai urlando contro mia sorella-

Vittoria appoggiò una mano sulla spalla di Jane, tirandola appena indietro e mettendo così fine a quella discussione -So badare a me stessa Jane, posso gestire la situazione-

L'altra alzò le mani in segno di resa ma non ribattè, lasciò perdere le parole di Jonathan tornando a guardare Ella, Matthew apprese con particolare dispiacere come lei evitasse di incrociare, anche solo per sbaglio, la sua vista, come se non potesse sopportare la sua presenza, lui non la biasimò per questo, neanche lui si sarebbe sopportato.

𝑺𝒂𝒏𝒈𝒖𝒆 𝒅𝒊 𝒈𝒉𝒊𝒂𝒄𝒄𝒊𝒐 ✓Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora