Capitolo XVII

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Jane

Sospirò mentre faceva ruotare il cucchiaio dentro la tazza a motivi geometrici, il tè non sarebbe riuscita a calmarla, lo sapeva, ma Ella aveva rovesciato già due tazze e aveva messo la cucina a soqquadro per prepararglielo quindi Jane fece finta di niente e continuò a bere.

Strinse il manico di ceramica tra le dita mentre ripensava all'incubo che aveva avuto quella notte.

Non che per lei fosse una novità, sapeva perfettamente che ogni volta che chiudeva gli occhi qualche fantasma del suo passato sarebbe venuto ad infestare il suo riposo, ma ricordare Sebastian e i suoi giochi, come lui amava chiamarli, le aveva suscitato qualcosa. Non era certo la prima volta che lo sognava, anzi, spesso i suoi incubi erano incentrati su di lui e sulle cose che lui amava farle, eppure mai prima d'ora un sogno le era sembrato così...reale.

Jane sospettava che il motivo fosse legato all'infelice chiacchierata che Vittoria e Josh avevano iniziato nella sala da pranzo.

Nessuno di loro aveva più parlato di Laggiù, non da quella notte, non da quando Sebastian aveva tentato di ucciderla una volta per tutte.

Scosse appena la testa e alzò lo sguardo, davanti a lei Ella sembrava assorta in qualche pensiero infelice, mentre beveva con calma la sua porzione di tè.

-Sembri pensierosa- le disse dopo qualche istante facendola sussultare -Che cosa ti turba?-

Ella sospirò prima di appoggiare la sua tazza sul marmo freddo della cucina -Incubi, io....la guerra si avvicina Jane, e io ho paura. Tutti mi guardano con speranza, tutti ripongono la loro fiducia in me e nei miei poteri e questo mi spaventa-

-Ti spaventa la pressione che senti addosso?-

-Mi spaventa la fiducia che loro ripongono in me, nelle mie abilità, io....io ho paura di usare i miei poteri, so che sarò costretta a farlo contro mia madre, voglio farlo, ma ogni volta che mi alleno, ogni volta che li uso...mi ricordo che cosa ho fatto, mi ricordo del male che ho fatto, del mostro che sono-

Jane la fissò per qualche istante, poi sorrise appena -Vuoi sentire una storia?- Ella la fissò confusa per qualche istante prima si annuire appena.

-La Fenice, l'animale leggendario che risorge dalle sue ceneri- cominciò dopo un respiro profondo -è così che mi chiamano, ma la storia dietro questo nome è tutt'altro che leggendaria.

Mia madre è morta quando ero piccola, avevo dieci anni quando un lupo, mio zio, la uccise, allora non sapevo ancora perchè, ma poco tempo dopo venni a scoprire che era stata una strega a volerla morta, voleva uccidere tutti i Guardiani rimasti, non voleva che ci fossero ponti tra il nostro mondo e quello degli uomini-

-Quella strega...quella strega era mia madre-

-Si, ma non è questo che volevo raccontarti.

Poco dopo la morte di mia madre, non avendo mai conosciuto mio padre, fui affidata alle cure di mio zio, lui era un cacciatore, come tutti i membri della mia famiglia prima di lui, quando compì dodici anni mi trasformai per la prima volta, e quando lui si rese conto di cosa ero davvero le cose cambiarono drasticamente.

Sebastian...-

-Aspetta Sebastian, intendi Nightmare? Quel Nightmare? I cacciatori che mi hanno rapita non facevano altro che parlare di lui-

𝑺𝒂𝒏𝒈𝒖𝒆 𝒅𝒊 𝒈𝒉𝒊𝒂𝒄𝒄𝒊𝒐 ✓Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora