Capitolo XXVII

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Ella

I suoi occhi si riempirono di lacrime mentre guardava la bara che veniva fatta scendere lentamente nel terreno.

Attorno a lei, gli altri branchi erano radunati in silenzio, si guardò attorno, Jonathan stava in piedi da solo, Vittoria non era scesa al funerale, e non poteva biasimarla, anche lei avrebbe evitato se avesse potuto ma sapeva che essere lì era la cosa giusta da fare.

Sospirò quando la terra cominciò a seppellire il legno, finalmente tutto quello era finito.

Quando si era risvegliata il giorno dopo la battaglia, aveva trovato Kyle al suo fianco, era ferito ma stava bene, gli aveva buttato le braccia al collo e si era fatta raccontare che cosa era successo: a quanto pare era riuscita a liberare completamente il suo potere, creando un tornado che aveva sconfitto le schiere di sua madre.

Sapeva che Kyle aveva esagerato nel descrivere la scena, mettendoci più enfasi del necessario, ma gli sorrise e fece finta di niente, poco dopo le comunicò che avevano trovato suo padre, Lilith lo aveva pugnalato al cuore e poi lo aveva lasciato libero, pensando che morisse da solo, quando i suoi lupi lo avevano trovato era in fin di vita, ma si era ripreso pian piano, e quando finalmente Kyle le aveva permesso di scendere dal letto dell'ambulatorio, era riuscita ad andare a trovarlo.

Era dimagrito, le ossa erano visibili sopra un leggero strato di epidermide, le aveva fatto male vederlo così, solo dopo giorni di attesa che parvero infiniti lui aprì gli occhi, Ella si buttò sul suo petto e cominciò a piangere, non poteva credere che lui fosse davvero lì con loro, avevano parlato a lungo, mentre lui faceva un pasto decente dopo mesi.

Avevano parlato del passato, dei loro errori, di ciò che era successo nel tempo in cui erano stati lontani; avevano parlato anche di Lilith, di ciò che la sua sete di potere aveva causato alla loro famiglia, e lei gli aveva parlato di Kyle, suo padre all'inizio aveva storto il naso, non gli piaceva l'idea che lei non potesse scegliere con chi stare, e tanto meno gli piaceva che lei fosse la compagna di un Alpha che era più vecchio di lui.

C'era voluto un po' per farglielo capire, ma il giorno precedente al funerale lei era convinta di averlo visto osservare il suo compagno con uno sguardo che sembrava essere quasi di approvazione.

Strinse le labbra quando Kyle si avvicinò a lei, lasciandole un bacio sulla fronte prima di rientrare seguito dagli altri membri, lei non lo seguì, aveva bisogno di restare ancora per qualche istante con lei, d'altronde era colpa sua, se era morta.

Sospirò, osservando la lapide davanti ai suoi occhi, sorrise amaramente, prese un profondo respiro prima di voltare le spalle e allontanarsi a grandi passi dalla buca.

Nonostante tutto una lacrima le solcò la guancia, d'altronde si trattava sempre di sua madre.

******

Vittoria

Ruotò gli occhi al cielo all'ennesimo rumore, non sapeva se era per la gravidanza, ma i suoi sensi si erano ampliati al massimo, e ora riusciva a captare qualsiasi minimo suono e la cosa la stava rendendo nervosa.

-Potresti stare ferma per mezzo secondo?-

Jane sbuffò, rotolandosi per l'ennesima volta nel letto bianco dell'infermeria prima di sospirare -è facile per te, non hai una fasciatura che ti copre tutto il busto, continua a pizzicarmi-

-E tu non grattarti- rispose l'altra seccata ricominciando a leggere dei libri sulla gravidanza lupina, dopo la battaglia, aveva raccontato la verità a Jonathan, questo era in un primo momento impallidito al pensiero che la sua compagna avesse combattuto in quelle condizioni, ma poi, dopo averla obbligata a sottoporsi ad una visita di controllo, si era calmato e girava per la sala branco con un sorriso da ebete stampato sulla faccia.

Le aveva ritirato le sue armi e le aveva vietato l'accesso alla palestra, l'unica cosa che le era consentita era rimanere confinata nella loro camera, stare in cucina a mangiare, o fare compagnia a Jane, aspettando insieme a lei che la ferita si richiudesse.

Aveva accettato volentieri l'ultima opzione, ma non aveva considerato quanto fastidiosa potesse essere Jane da ferita.

-Ma dai?- rispose lei sarcasticamente -Non l'avrei mai detto- disse ancora rotolandosi nuovamente nel letto.

Jane era stata ferita da Lilith, la sua magia aveva intaccato le sue difese, per questo motivo la guarigione accelerata non aveva svolto il suo lavoro, era stata ricucita, dato che la lama le aveva trapassato un fianco, i medici dicevano che si sarebbe rimessa completamente, ma Jane non era una persona abituata a starsene con le mani in mano, e quei giorni di reclusione in infermeria avevano stressato i suoi nervi, di solito saldi.

Da quando era andata a trovarla la prima volta, il giorno dopo la battaglia, Vittoria aveva portato diversi metodi per distrarla: le aveva portato un libro, aveva fatto partire delle serie tv, dei film, si era fatta portare del cibo da gustare, delle riviste preparto, aveva persino cercato di coinvolgerla in qualche gioco da tavolo.

Ma niente aveva funzionato, Jane non riusciva a rilassarsi.

E Vittoria non riusciva a capire se dipendesse effettivamente dallo squarcio che aveva sulla pancia o se fosse a causa di un certo Alpha con cui non aveva ancora avuto occasione di parlare.

Jane sosteneva che Matthew non fosse mai venuto a trovarla, eppure Vittoria era convinta di averlo scorto diverse volte, fuori dalla porta, ma non aveva mai avuto il coraggio di entrare.

La porta si aprì, e Iris entrò con un sorriso smagliante -Buone notizie Jane, domani puoi uscire da qua-

Vittoria alzò gli occhi al cielo -Grazie al cielo, almeno smetterai di lamentarti-

Jane, si girò su un lato, affondando la testa nel cuscino prima di alzare una mano, facendole un gestaccio.

Angolo Autrice

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P.s. Ho creato il profilo instangram per le mie storie, se siete interessati troverete più informazioni nei ringraziamenti

Mony

𝑺𝒂𝒏𝒈𝒖𝒆 𝒅𝒊 𝒈𝒉𝒊𝒂𝒄𝒄𝒊𝒐 ✓Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora