Capitolo 15 - I Parte🛑

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Volevo avvisarvi che in questo capitolo ci sono alcune scene descritte di sofferenza... Buona lettura.

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"Lunga vita al Re."

Steve sentì le parole risuonare nel cortile quasi vuoto, probabilmente senza senso per tutti tranne se stesso e gli Dei. Permise alle parole di riverberare attraverso di lui, godendo della loro solidità, il modo in cui si stabilirono nel suo petto, come se avessero peso. Stranamente, fare una simile dichiarazione lo fece sentire più leggero, liberò qualcosa nel profondo che era stato rinchiuso molto tempo fa. Sapere chi stava combattendo era una cosa. Sapere per chi stava combattendo era qualcosa di completamente diverso, qualcosa che non aveva avuto per anni, non proprio, suppose. Doveva sembrare una liberazione, lasciando andare tutta la rabbia e la dannazione che l'avevano costretto ad unirsi a Pierce in primo luogo, ma invece, sembrava come afferrare qualcosa, aggrapparsi ad un'idea dimenticata da tempo.

Era forse inutile trovare quello scopo adesso, qui alla fine delle cose. Un ultimo atto di qualsiasi conseguenza, una sfida finale, per quanto futile potesse essere. Hammer ridacchiò e disse qualcosa di fianco a Stern che Steve non riuscì a catturare, le parole perse nel vento, anche se la bocca increspata di Stern si aprì in un sogghignante sorriso. Erano solo bulli, pensò Steve, niente di più, si nascondevano dietro un esercito e una scusa, ma pur sempre bulli, che si esaltavano di una vittoria in cui non avevano dato nulla per vincere.

Pierce si morse l'interno del labbro e si strinse nelle spalle, le mani nelle tasche dei pantaloni, un leggero sorriso, quasi rispettoso, sulle sue labbra. Pierce annuì nella direzione di Rumlow e Steve sentì la dura lunghezza della corda stringersi ancora di più intorno alla sua gola, il nodo sfregava contro la base del suo collo mentre Rumlow lo tirava per controllare la tensione.

Steve rabbrividì per il freddo mattutino, la pelle che pizzicava. Trovava difficile ingoiare oltre il cappio, sebbene sapesse, razionalmente, che in realtà non fosse così stretto, almeno non ancora. Aveva le spalle in fiamme per la nuova posizione delle sue braccia dietro di lui, che tiravano i suoi muscoli e separavano la carne, l'umidità appiccicosa gli colava di nuovo sulla schiena. Stava diventando sempre più difficile prendere aria. Doveva costringere i suoi polmoni ad espandersi, stringendo la gola fin troppo. Riconobbe il panico mentre i suoi muscoli si tendevano contro la corda e le catene di loro spontanea volontà, le sue mani si agitavano in pugni contro il fondoschiena. Non avrebbe ceduto a questa debolezza, non qui, non di fronte a quelle persone. Steve inspirò a fondo, esercitandosi a respirare, cercando di evitare la ribellione del proprio corpo. Non lo avrebbe fatto, non ora, non stando lì in quel modo. Combatté per il controllo, rabbrividendo per lo sforzo.

Era quasi troppo però. Il dolore alla schiena, il grosso spessore della corda che gli avvolgeva il collo, il pesante fardello dei suoi fallimenti. Aveva lasciato che Fury lo convincesse di questo cammino, si era lasciato guidare dalla propria presunzione per diventare un bersaglio facile per l'inganno, pronto a credere a ciò che si schierava alle sue conclusioni senza fare domande. Se quello doveva fare da ammenda per quel fallimento, così fosse, ma il pensiero che la sua negligenza fosse costata a Bucky, e forse Nat e Clint, erano quasi abbastanza per tirare la leva da solo, anche se non si sarebbe mai concesso una fuga così facile. Potrebbe essersi condannato a questo destino, ma se non era in grado di perdonare le sue trasgressioni se quelle avessero portato i suoi amici allo stesso. Doveva essere il loro capo, si fidavano di lui, avevano fiducia nel suo giudizio, nella sua causa, ma tutto ciò che era riuscito a fare era condurli in una rete di bugie, in un gioco pericoloso in cui erano tutti semplici pedine da sacrificare.

La morte era una giusta penitenza per quel fallimento, lo sapeva. Avrebbe dovuto essere contento di oscillare, pensò, però era difficile trovare conforto in quella verità. Meglio una morte rapida dell'altro destino che lo attendeva, marcire in quella cella, aspettando la mezza morte iniziata dalla frusta fino a completarla. Aveva assistito a impiccagioni sufficienti per sapere che questo non era il modo più semplice per andare, il corpo lottava contro la corda, soffocando nel nulla, il viso si arrossava e poi diventava viola scuro, e gli occhi che gonfi per lo sforzo. Pensò di sedersi sul molo a casa, osservando i pescatori trascinare il pescato del giorno, pesci argentati in reti palmate, aprendo e chiudendo la bocca inutilmente. Un destino stranamente appropriato, per un ragazzo di Brookland, pensò. Non era una bella morte, né senza dolore, anche se l'agonia che strappava il suo corpo con ogni movimento rese il pensiero di qualche altro momento di lotta molto meno scoraggiante.

A Higher Form of War - (Stony) Traduzione ItalianaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora