24) Ritorno a casa

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Abbiamo parlato con il padre di Cecilia.
Ha ammesso che nella sua compagna c'era sempre stato qualcosa di strano, qualcosa che non lo convinceva, ma prima di allora non se ne era mai accorto, l'amava troppo.
E l'amava ancora, nonostante lei lo abbia lasciato solo con una bambina, senza dire niente. Era scomparsa da un giorno all'altro. Nessun biglietto. Nessun messaggio. Niente di niente.

Ad ogni modo, Cecilia aveva ottenuto il consenso dal padre per andare al campo mezzosangue. Ci sarebbe andata anche se il padre avrebbe detto di no, ma così sembrava più legale.

"Non ti posso mai lasciare sola!" James era appena arrivato, dopo essere stato chiamato da me, e mi stava sbraitando contro " io non ci sono e te che fai? Ti cacci nei guai, ecco che fai! Contro un'empusa... Ma guarda un po'questa" disse parlando a se stesso.

"Scusa sai se, alla fine, l'ho pure ammazzata, ma, sai com'è, non volevo morire!" Cercai di farlo ragionare io "poi, non è che i mostri si prendono un'appuntamento, sai? 'scusa, volevo informarla che proverò ad ucciderla domani verso mezzogiorno, a lei sta bene, o ha qualche altro piano che prevede comunque la sua uccisione? Okay, grazie mille!'"

"Non fare l'ironica con me, cavoli!" Mi rispose il figlio di Ares, che solo in rari momenti come questo, dimostrava la sua discendenza, con la poca pazienza che aveva.

In tutto questo, Annabeth ci guardava ridendo sotto i baffi.
Noi due litiganti, accorgendocene, la fulminammo con lo sguardo.

"Cos'hai da ridere?"
"E tu, smettila di copiarmi!" Aggiungemmo all'unisono, dopo esserci accordi di aver parlato insieme.

"Okay... Ma calmatevi, adesso, che sembrate pazzi" ci richiamò Annabeth

Dopo un'ultima occhiata in cagnesco la smettemmo.

" Comunque, Nico mi ha riferito che in settimana arriverà Ade al campo" mi disse in modo tranquillo.

" Cosa? Arriva mio padre? E quando pensavi di dirmelo?" Chiesi in preda a una crisi. Tra litigi e notizie bomba credo che ne uscirò pazza.

"Non lo so..."

"Quindi dovrei tornare al campo anch'io, no? Perfetto, la accompagno io, il satiro può rimanere anche qua, per quel che mi riguarda" mi risposi da sola.

" No, aspetta un'attimo. E il satiro a scuola che dovrebbe fare?"

"Oh, penso niente. Si fa licenziare e apposto. Vado ad avvertire Cecilia."
Mentre Annabeth scuoteva la testa rassegnata, io mi resi conto di non sapere dove diamine fosse la mia amica.

" Ehm... Cecilia... È...?" Mi espressi in parole sconnesse.

"Troppo difficile fare una domanda? O ammettere di non sapere" mi domandò furbamente Annabeth.

Dopo la mia occhiataccia si decise a rispondere.

"È di sopra. Nella tua stanza"

12 scalini da fare, per arrivare al piano di sopra, tra cui il 7 che scricchiolava

Trovai Cecilia intenta a guardare fuori dalla finestra con uno sguardo perso.

" Va... Tutto bene?" Chiesi.

Lei mi guardò spalancando gli occhi.
"Secondo te? Io dovrei stare bene? C'è qualcuno che dopo aver saputo queste cose potrebbe stare bene? La mia realtà è stata sconvolta!" Ogni parola che le usciva dalla bocca era sempre più forte.

"Hai finito?" Domandai noncurante

"Sì, ora che mi sono sfogata con te sto molto meglio" mi rispose sarcasticamente.

"Dobbiamo andare" le riferii.

"Dove?"

"Andiamo al campo mezzosangue. Prendi le tue robe e seguimi"

Cecilia prese una delle borse che si era precedentemente preparata e mi segui giù dalle scale, rischiando di cadere all'ultimo gradino.

"Andremo con il prof di matematica" aggiunsi una volta arrivate al piano terra

"Il prof di matematica?"

"Sì, in realtà è un satiro. Sai cos'è un satiro?"

"Ne ho una vaga idea..."

"È un essere metà umano e metà capra. Da non confondere con metà asino o potresti ritrovarti con il segno di uno zoccolo sul petto, e non andrebbe via facilmente" le risposi tranquillamente.

Il campanello suonò, e Annabeth andò ad aprire.

Il signor Johnson, satiro sotto copertura, era arrivato.
Ci salutò brevemente, con un cenno del capo e tornò fuori, dove ad aspettarlo c'era un taxi.
Un taxi un po' strano...






Angolo me
Sono in ritardo? Si.
Okay, non sapevo come andare avanti, ma una parola per volta e ce la faccio.
Detto questo, adesso siamo in vacanza, e, teoricamente, dovrei riuscire a pubblicare (si spera).
Notteee

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