19) Scuola

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"buongiorno a tutti, io sono la signorina Collins"

La professoressa che ci ha portato dentro l'edificio sembra simpatica.
È tutta vestita di fucsia, a partire dalla gonna che le arriva fin dopo le ginocchia ad arrivare al coprispalle in stile cardigan.

" Un nuovo anno comincia oggi, eh? Siamo in 20, una bella classe, non trovate?" L'insegnante cerca di coinvolgerci, ma senza risultati.
Nonostante tutto non demorde.

" Che ne dite se cominciamo a presentarci? Oppure facciamo l'appello? No, dai, è più bello se parlate voi!"
Come prima le sue domande non hanno risposta e, perciò, si risponde da sola.

"Cominciamo da te! Vai, presentati, dicci qualcosa di te, se hai fratelli, le tue passioni, i tuoi hobby... Qualsiasi cosa"

Una voce timida rispose.
" Sono James Anders, abito qui vicino e faccio karate"

James... James?!
Quello di caccia alla bandiera?
Oh, che bello conosco qualcuno!

Forse, se non mi guardavo troppo le scarpe avrei potuto accorgermi della sua presenza prima...

"Piacere James" si arrese la prof. al nostro disinteresse dal collaborare.
Con un cenno del capo indicò la ragazza che stava di fianco al mio amico, intimandole con lo sguardo di fare la stessa identica cosa del compagno.

Passammo così tutta l'ora, fino al suono della campanella, che solo dopo una settimana compresi che sarebbe stato il suono più bello della giornata.

Lezione successiva: matematica.
Materia di cui le utilità sono molte, ma che io non riesco, e nemmeno riuscirò in un futuro prossimo, a comprendere.

Prima stranezza della giornata: il professore di matematica.
Certo, può somigliare a un normalissimo e comune mortale, o almeno fino a quando non perde una scarpa, rivelando uno zoccolo caprino al posto di un piede umano.

Ovviamente di satiri ne ho visti molti, ma precisamente quest'uomo mezzo capra perché era a scuola?
Sono sicura che oltre ad insegnare matematica (si spera) c'è un'altra motivo.

" Buon giorno a tutti" disse con un entusiasmo pari a quello di una pinzatrice.
" Io sono e sarò il vostro insegnante di matematica, il signor Johnson.
Voglio partire subito con il dirvi che la matematica non consiste solamente in calcoli, ma anche in regole. Quindi chiunque non studierà la mia materia prenderà insufficiente".

Spiccio e diretto il satiro...
La vedo dura.

Dei venti ragazzi presenti nell'aula solo sei sono femmine.
Una in particolare ha attirato la mia attenzione. Si tratta di una ragazza dai capelli neri come la pece e occhi marrone chiaro.
Sembra simpatica.

"Ciao"
Prendo finalmente coraggio e cerco di iniziare una conversazione.
"Ciao" mi risponde lei titubante.
" Come va?" Domando.
Certo, sembra strano, ma è un'ottimo modo per rompere il ghiaccio.
" Bene, tu?"

Si chiama Cecilia, ha 14 anni e le piacciono i film d'azione.
Sono queste le informazioni che ho ricavato finora, e, anche se sono poche, posso ritenermi soddisfatta.

Il professore intanto ha cominciato a parlare di non so che cosa. Interessante, vero?
Fino adesso non ho capito niente.

"Psss" chiamo Cecilia, che sta nel banco davanti al mio.
"Che c'è?" Mi domanda mentre cerca di non farsi vedere dall'insegnante.
" Di cosa stiamo parlando?"
"Del programma scolastico di quest'anno..."
"Oh...ok, grazie"

Non ricordo assolutamente che cosa ha detto il signor Johnson su cosa faremo in questi quasi nove mesi di scuola.
Il fatto di essermene dimenticata così velocemente, perché ho ascoltato, anche se in minima parte, non fa altro che alimentare la mia impressione sul fatto che io e la matematica non andremo d'accordo.

Al cambio dell'ora mi avvicino a James.
Non ci ho ancora parlato, ma con i nuovi compagni avrò scambiato sì e no quattro parole.

" Non sapevo venissi anche tu in questa scuola..."
Mi sono avvicinata di soppiatto alle sue spalle e il suo balzo non fa altro che dimostrarmi che sono riuscita nel mio intento: spaventarlo.
Dopo averlo sentito borbottare qualcosa che somigliava vagamente ad un ' perché i figli di Ade sono sempre così silenziosi, mi rispose.
"Grazie per averlo chiesto, sto bene" mi risponde non sarcasmo.
" Comunque era la scuola più vicina a casa" continuò.
"Hai visto anche tu le gambe del signor Johnson?" Chiesi incuriosita.
"Ehmmm... Cosa?"
" Le gambe del professore!" Insistei irritata.
" Un satiro in questa scuola? Non ti sembra un po'strano?"
"Sì... Di solito stanno al campo, però..." Non finì la frase così lo incitai a continuare.
"Però.... Dai, continua, su!"
" Solitamente escono per un motivo: hanno percepito un semidio"
"Quindi?"
"È probabile ci sia qualche semidio a scuola"

Angolo me
Buonasera!
Questa volta ho aggiornato in tempo...
Se c'è qualcosa che non va ditemelo che sistemo.
Se vi è piaciuto il capitolo lasciate una stellina e come al solito riferitemi se ci sono errori di ortografia.
Questa volta non ho niente da aggiungere
Buonanotte!

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