27) nemmeno i sogni mi lasciano in pace

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"Quindi fammi capire bene..." Cominciò a riassumere Cecilia "sei un essere fantastico, super forte, hai il controllo dei quattro elementi, sei un lupo mannaro, figlia di Ade. Con te non avrò mai paura di nessuno! Mamma mia!"

Mi misi a ridacchiare, vedendo la sua reazione.
Le avevo raccontato tutto su di me, ma non mi ero soffermata a lungo sulla mia storia prima di venire al campo. Le informazioni principali per conoscermi e un po'di avventure della mia vita
Mentre lei continuava a sclerare su di me, cominciai a pensare a domani, a mio padre.
E quel pensiero decise di abbandonarmi solo prima di dormire, o almeno, così pensavo.

La luce venne spenta abbastanza presto, nella cabina 13, dopo un 'buonanotte'.
Volevo riposarmi per il giorno dopo, lo sapevo che sarebbe stato diverso dal solito. Però... Credo diverso, in senso negativo.
Sarei pure riuscita a dormire un sonno tranquillo, se non avessi sognato.

Era un luogo scuro. Lo chiamo luogo, perché non saprei come chiamarlo, era tutto buio e vuoto. Non c'erano alberi, non c'era il cielo, non c'erano montagne. Non c'era un soffitto, non c'era un pavimento. Semplicemente era tutto vuoto.

Rimasi, penso, qualche minuto a contemplare quel posto... Aveva la capacità di trasmettermi calma. E sarei pure rimasta più a lungo così, seduta sul nulla, con la testa appoggiata sulle ginocchia, rannicchiate sul petto, se non fosse che, d'un tratto, cominciarono a materializzarsi forme maschili, imponenti, muscolose. Erano in tre, ma una in particolare attirò la mia attenzione. Era più grande rispetto alle altre due e la sua aura sembrava più forte, ma mi spaventava.

Le figure non avevano forme definite sembravano spiriti tremolanti. Cominciarono a parlare.

"Non può continuare a vivere" cominciò il più imponente.

Se iniziamo con questa frase, siamo messi bene.

"Sono d'accordo con te" si inserì il secondo "è forte, mi sembra più prudente eliminarla"

Poveretta quella di cui stanno parlando.

"Mi dispiace per la ragazza, perché non ha colpe... Ma qualcuno deve pagare, e se tu non puoi,lo farà lei" continuò il primo, riferendosi al terzo, che era ancora in disparte, silenzioso.

"Capisco... Ma se così deve andare, voglio parlarci almeno un'ultima volta" rispose.

Le prime due figure iniziarono a parlottare e confabulare fra loro, per poi annuire solennemente.

"La nostra decisione ha i suoi perché... Lei è troppo potente, se si dovesse ribellare saremo in guai seri, quindi meglio prevedere che curare... Ma saremmo troppo crudeli se ti levassimo quest'ultima occasione, quindi hai il nostro permesso" riprese il più imponente.

"Vi ringrazio" rispose il terzo, chinando umilmente il capo in segno di ringraziamento.
Poi cominciò ad allontanarsi, verso il nulla, bofonchiando.
Un lampo illuminò il buio, e un tuono scosse il silenzio che si era creato, rotto solo dai mormorii del terzo uomo, che improvvisamente si zittí, voltandosi indietro, in una muta richiesta.

"Mi dispiace, fratello" mormorò il secondo.


Il mio sogno cambiò.
Ero vicino ad un dirupo. Seduto sul bordo della spaccatura sul terreno, c'era un uomo. C'era mio padre.

Mormorava "mi dispiace Adele. Non è colpa tua", tenendo lo sguardo fisso, perso nel vuoto, verso l'orizzonte.

Poi si levò del vento. Provai a controllarlo, ma c'era qualcosa che me lo impediva. Chiusi gli occhi, cercando di evitare che la sabbia mi entrasse negli occhi... E mi svegliai.

Mi tirai su di scatto, sedendomi sul letto. Avevo il respiro affannato, cercai di tranquillizzarmi.

" Che c'è?" Mi chiese un Nico assonnato, socchiudendo gli occhi, per cercare di guardarmi, per quanto fosse possibile al buio.

"Niente... Ho fatto un sogno... Nulla di preoccupante" bofonchiai, con il respiro ormai regolare.

Tornai sotto le coperte.
Ero turbata. E il motivo era evidente. Decisi che ci avrei pensato domani, sul sogno strano, sperando di dimenticarne. Magari non significava nulla... O forse sì.

Misi le mani sotto il cuscino. Sentii qualcosa di strano a contatto con la mia mano. Sembrava un pezzo di carta, un biglietto.
Lo presi, col cuore a mille, e, accendendo una torcia, che precedentemente era sul comodino, lo analizzai. Era quasi vuoto, tranne per un'unica parola:

'Scappa'


Angolo me
L'avevo detto, se ci sarei riuscita avrei pubblicato un altro capitolo durante il weekend, per farmi perdonare del ritardo. Ci sono riuscita?
Da adesso in poi credo che manchino, approssimativamente, una decina di capitoli.
Ciauuuu

'Ade'leDove le storie prendono vita. Scoprilo ora