20) Oggi salto il pranzo

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Un semidio scuola?
È possibile, sì, perché no?

Per trovarlo basterà attendere mostri che vogliono ucciderlo...

" Oh, facilissimo, certo... Andiamo in giro a fare domande del tipo 'ciao, come va? Senti, per caso non è che sei un semidio? Sai di quelli greci... si, perché esistono gli dei!' oppure ' non per fare l'impiccione, ma a casa hai tutti e due i genitori? Perché magari, se ti hanno detto che è morto, potrebbero essere tutte balle' "

A volte odio il sarcasmo di James, però questa sembra l'idea migliore...

"Ok, io comincio a domandare a quel gruppetto là" dissi indicando dei ragazzi accanto al muretto del cortile.

" Ma, io- lascia stare, stai ferma, stavo scherzando!"

Riesce ad appigliarsi al mio braccio, trattenendomi dal fare cavolate.

" Sicuro di essere figlio di Ares?"
Domando io retoricamente, ricevendo una risatina sarcastica dal ragazzo quattordicenne di fianco a me.

" Mi stai dicendo che non dobbiamo fare altro che aspettare qualche mostro alla ricerca di semidei da uccidere?"

" Oppure lasciare che il signor satiro, professore di matematica si trovi il suo 'incarico' da solo..." risponde James.

" Ma sennò che gusto c'è?" Chiesi con fare innocente.

Di risposta ricevo un mugugno.
Decisi di prenderlo come un ' d'accordo hai ragione'.

La scuola è finita in fretta.
Tra presentazioni, sguardi freddi e diffidenti da parte del professore di matematica, spiegazioni, e chi più ne ha più ne metta, siamo usciti dall'edificio verso l'una.

" Quindi... A domani?" Mi rivolgo a James, dopo essere uscita dal cancello arrugginito.

" Certo, a domani" mi risponde.
E dopo un sorriso, ci dirigiamo in parti opposte della strada, io vado a destra, lui a sinistra.


Cammino sul marciapiede.
L'aria è umida, ma non mi stupisce, siamo in autunno.

Il silenzio viene rotto da un chiacchiericcio insistente, che non si ferma neanche un attimo.
Le voci femminili, che provengono da qualche metro dietro di me, parlano tutte una sopra l'altra.
Parlano di cose inutili, superflue: "com'è andata a scuola, ragazzi, cosa avrebbero mangiato per pranzo..." Si, insomma, solo argomenti per poter parlare di qualcosa.

In mezzo al campanello di ragazze due in particolare attirarono la mia attenzione.
La prima era Cecilia, la mia compagna di classe con la quale avevo scambiato qualche parola durante le lezioni.
La seconda non la conoscevo, ma non mi convinceva. Aveva capelli biondi, occhi azzurri, un nasino all'insù e labbra carnose. Era bellissima, senza nessuna imperfezioni, e i denti bianchissimi venivano messi in mostra da un sorriso che non si addiceva per niente al suo visto da bambola. Era tutt'altro che rassicurante, pareva quasi un ghigno.
Lo sguardo tagliente sembrava inumano, come del resto, lei sembrava inumana.

Oh, nooooo. No, no, no, no, no, no. Santo Ade fai che quello che stia pensando sia tutto sbagliato!
Inumana...
Certo che dovevo aspettarmelo... una figlia di Ade, un figlio di Ares e un'altro semidio in un'unica scuola non possono fare altro che attirare l'attenzione!
Che stupida che sono stata a non averci pensato!

Ed è così che la questione " pranzo" oggi deve aspettare.
Ora passa in primo piano l'operazione "salviamo Cecilia". Ho sentito dire in giro che se il nome dell'operazione è carino ha più probabilità di funzionare, speriamo.

La ragazza- mostro mitologico greco sta attaccata alla mia compagna di classe come una piovra. Comincia a parlare e non si ferma più.
Mi domando perché Cecilia non la pianti in asso e se ne vada via correndo.
Per adesso l'unica opzione plausibile è cercare di avvicinarmi a loro due.

Mi girai fingendo di voler parlare con le due ragazze, che intanto si erano separate dal resto del gruppo.
" Ciao Cecilia!" Esclamai sorridendo " tu sei...?" Chiesi riferendomi alla bionda.

" Carmen" mi rispose secca.
Devo dire che se fossi un mostro e qualcuno mi intralciasse mentre sto cercando di uccidere una persona sarei parecchio infastidita anche io.

" Come è andata? Come ti è sembrato quello di matematica?" Chiesi riferendomi di nuovo a Cecilia.

In quel momento vidi il suo sguardo rabbuiarsi.
" Strano" mi rispose lei.

Qui la situazione si mette male...
Carmen non ha la certezza che Cecilia sia quella che sta cercando e io con la mia domanda non ho fatto altro che spianarle la strada verso la sicurezza.
In un modo o nell'altro devo cambiare il discorso, devo sviare...

"In che senso?"
Troppo tardi.
Bionda 1 io 0.

"Io... Se te lo dicessi non mi crederesti" disse la mia compagna con ancora uno sguardo confuso di chi sta cercando di capire qualcosa.

"Ne ho sentite di cose nella mia vita, che di sicuro sono peggio della tua. Fidati, dimmi: cosa c'era di strano?"

La situazione si mette sempre peggio.
Devo essere pronta, con la mia spada in mano.
Mi fermo un attimo, facendo finta di allacciarmi una scarpa, mentre in realtà mi sto sfilando il mio anello.

" Prima... Al prof. si è tolta una scarpa...ma non c'era un piede...era qualcosa di peloso, non ho capito bene cos'era..."

Dopo questa frase Carmen non è più Carmen e il mio anello non è più un anello

Angolo me
Lo so... 1 settimana di ritardo, opsss.
Non sapevo come andare avanti, scusate.

Abbiamo superato le 1k, grazie ❤️

Volevo ringraziare anche tutti quelli che stanno leggendo la mia storia capitolo per capitolo, sopportando i miei ritardi nell'aggiornare... Grazie
Se ci sono errori ditemelo.
Se volete supportarmi lasciate una stellina o commentate, se volete

Buona notte a tutti
Ciaoooo

'Ade'leDove le storie prendono vita. Scoprilo ora