4) la testa nel gabinetto non ce la metto!

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Mi avviai verso la casa numero 2, la casa di Era, dove Grover mi aveva dato appuntamento.
Non so perché fosse proprio quello il luogo, ma immagino per romperle le scatole, la dea non sta simpatica a molti, perciò non me ne meraviglio.
Cerco di ignorare le occhiate che mi mandano tutti, per via dei miei occhi.

Ero quasi arrivata, quando ecco che mi si presenta un ragazzone tutto muscoli.
Comincia il discorso, mentre io cerco di oltrepassato per andare dal mio amico caprino, ma il ragazzo non me lo permette. " Lo sai novellina, che qui al campo abbiamo un rito di iniziazione?" Non risposi, sapendo già quale fosse, avendo già letto i libri e non volendo fare la fine di Percy. No, non avevo paura. Nel caso ce ne fosse bisogno avrei avuto certamente i miei assi nella manica, ce li ho sempre." Dovresti venire con noi" continuò il ragazzo. Presi fiato e dissi" io la testa nel gabinetto non ce la metto".
Lui mi guardò stranito. Poi, con un gesto fulmineo mi prese per i capelli.
Vivere per strada mi ha fatto imparare molte cose. Adattarsi alla situazione per esempio ed essere sempre pronti a difendersi. È per questo che non ebbi esitazione e con una mossa studiata lo misi a tappeto.
Lui probabilmente non se lo aspettava da una ragazzina di 14 anni. Quella sua faccia mi fece morire dalle risate. Fare arrabbiare le ragazze non è mai una buona idea. Mai.
" Sai com'è finita la persona prima di te che faceva svolgere questa iniziazione? Era una certa Clarisse ed è finita a fare gargarismi con l'acqua del water. A meno che tu non voglia fare una fine simile ti conviene evitarmi" detto ciò sorrisi falsamente e lo guardai dileguarsi.

Finalmente potei avvicinarmi a Grover. " Figlio di Ares, vero?" Commentai" quelli sono i più fastidiosi".
" Già" concordò il mio amico.

" Allora? Mi volevi parlare?" Chiesi " no, in realtà no" " e allora perché mi hai fatto venire qui?"
" Non c'è un motivo prec... Che hai fatto agli occhi?!!" Io alzai gli occhi al cielo " finalmente te ne sei accorto " dissi, scocciata dal fatto che non se ne fosse accorto prima " questi sono i miei veri occhi, te ne avevo già parlato, ricordi?" " Sinceramente? No" alzai nuovamente gli occhi al cielo di fronte alla stupidità che il mio amico stava dimostrando in quel momento " be' ora te lo ricordi" risposi seccata.
" Comunque sul serio mi hai chiamata per niente? Perché se è così preparati a correre" lo guardai mentre era in difficoltà a trovare una scusa " no, ecco .... Io ...ti ho dato appuntamento qui per.... Per mostrarti ecco... Il fiume... Sì per farti vedere come si arriva al fiume" disse soddisfatto e fiero del suo aver trovato una scusa" " uhmmm.... Va bene. Quando ci andiamo?" Chiesi facendo finta di essermi bevuta la sua balla " anche adesso se vuoi" " ci sto".
Inutile dire che per l' avermi mentito ha fatto un tuffo fuori programma nell'acqua.

Facemmo colazione tardi e bagnati, pregai mio padre di riconoscermi presto e poi la giornata iniziò.
Il programma della casa di Ermes quella mattina era lezione con la spada, così mi avviai verso l'arena.

" Mettete via le spade" disse Travis Stoll
" Già, oggi non ci serviranno" aggiunse Connor.
Sentii dei mormorii confusi e facce che lo erano altrettanto. Poi cominciai a preoccuparmi: nei volti dei figli di Ermes era comparso un sorriso che non prometteva nulla di buono.
" Oggi faremo uno scherzo" cominciò Connor
" Ma sta a voi scegliere a quale cabina". Indovinate quale venne fuori? La cabina di Ares ovviamente . Se prima pensavo di scappare ora ero indecisa. Potevo fargliela pagare a quel figlio del dio della guerra sbruffone.
La vendetta ebbe la meglio.

Ci trovammo al luogo prestabilito. Non tutti ovvio sono in cinque volontari. Io ovviamente ero tra loro. La porta della cabina era chiusa a chiave e ovviamente questi discendenti del dio più figo dell'olimpo si erano dimenticati la più potente arma da scasso: la forcina .
" Aspettate un attimo: voi avevate due cose da portare e vi siete dimenticati l'unica cosa che ci permette di entrare?"chiesi. Loro si guardarono intorno mortificati mentre io li guardavi seccata. " Per questa volta ne ne occupo io, ma la prossima volta non la passerete liscia" dissi pescandomi dai capelli una molletta di quelle che usano le ballerine. Penso di aver fatto prendere loro paura e gli occhi oro penso abbiano aiutato.
Quando riuscimmo ad aprire la porta cominciammo a dipingere di rosa le pareti e mi feci comunicare dove fosse il letto del ragazzo di quella mattina così da disegnare sul suo pezzo di muro un bellissimo unicorno.

Quando quella sera mi coricai a letto le urla del figlio di Ares ( per nulla maschili) che mi promettevano guerra mi cullarono in un sonno profondo.

'Ade'leDove le storie prendono vita. Scoprilo ora