J|Hotel🏨

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Fare jogging a Torino non è la stessa cosa di farlo a New York. Qui è tutto tranquillo,le macchine sono poche,le persone che passeggiano tante. A New York,invece, è completamente l'opposto,c'è traffico ovunque,e i suoni dei clacson attraversano anche le cuffie,non facendomi godere la canzone.
Le persone qui sono gentili,si spostano per farti passare e alcune ti salutano anche senza conoscerti...lì invece vanno così di fretta che iniziano a spingerti e a non curarsene minimamente di te.
Una chiamata stacca la musica e avrei voluto uccidere chiunque l'avesse fatto,ma alla fine era lui,non posso non rispondere.
<<buongiorno Paulo>>
<<non sei male a fare jogging>>
O mio dio che figura di m*rda.
<<dove mi hai vista?>>
<<voltati>>
Inizio a cercarlo tra le persone,ma non c'è traccia di lui.
<<non ti vedo>>
<<giusto,guarda in alto>>
<<voli?>>
<<si>>
Lo vedo affacciato ad una finestra,e quando vedo il palazzo ho un deja-vu. Beatrice e Giulia stavano parlando di quella casa,dicendo che a viverci all'interno era un calciatore della juve,più precisamente Paulo Dybala.
<<appena sveglio?>>
<<diciamo di sì. Sali?>>
<<perché non scendi tu?>>
<<perché dovrei scendere io?>>
<<perché fuori si sta bene,il cielo è bello,le persone anche. Dai scendi>>
<<mi hai convinto>>
Chiude la finestra ed io lo aspetto di fronte al portoncino del suo palazzo.
<<ma buongiorno>>
<<buongiorno Paulo>>
<<la gente mi sta osservando>>
<<se non vuoi rimanere per paura che possa uscire qualcosa torna sopra tranquillo>>
<<dovevi salire tu>>
<<no devo tornare a fare jogging>>
<<dovevo allenarti io una volta>>
<<già una volta>>
Gli dico facendogli la linguaccia.
<<dove vai?>>
<<non lo so. Faccio un giro e basta>>
<<vorrei venire con te>>
<<non mi sembra il caso Paulo>>
<<lo so. Stasera vieni?>>
<<che palle stasera giocate>>
<<ma come che palle>>
<<scusa ma mi annoio>>
<<vieni si o no?>>
<<si,sono obbligata>>
<<stasera faccio gol>>
<<prevedi il futuro?>>
<<si. Lo faccio per tuo fratello>>
Gli sorrido,perché è così dolce?
<<grazie Paulo per quello che fai per lui. Sei il suo secondo giocatore preferito>>
<<secondo? Devo diventare il primo>>
<<Ronaldo è imbattibile...anche per me>>
<<vedremo>>
<<continuo Paulo>>
<<si va bene All,ci vediamo stasera>>
<<va bene. Buona fortuna>>
<<attenta a non farti male>>
<<hahaha che simpatico>>
Gli dico sorridendo e tornando a correre,mentre lui continua ad osservare i miei movimenti.
Torno a casa,e il pomeriggio io,Jack e Nathan usciamo a fare un giro,per poi tornare a casa e cambiarci per la partita.
Jack indossa la maglia e il pantaloncino di Cristiano,mentre io una felpa con lo stemma della juve (gentilmente regalata da mio padre) e un jeans.
Arriviamo tutti allo stadio,c'erano davvero tantissime persone,forse perché era davvero una partita importante: Juventus-Milan.
<<papà non vedo l'ora>>
Dice Jack,lo sta ripetendo da circa due ore.
<<lo so piccolo>>
La partita finisce 1-3 per il Milan,con il solo gol di Paulo Dybala,che tra l'altro aveva realmente dedicato a mio fratello. Vedere la felicità nei suoi occhi a quel gol completamente per lui mi ha distaccata da qualsiasi cosa esterna a noi.
Mio padre e il presidente Agnelli erano furiosi,e così anche Paratici e Nedved.
Scendono tutti giù,molto probabilmente negli spogliatoi per capire cosa fosse successo in quel campo.
Io e Jack ci rechiamo in uno dei bar ad acquistare le caramelle gommose,che ci piacciono da matti,anche se quelle newyorkesi sono molto più buone,più precisamente quelle del negozio Dylan's Candy Bar.
Quando escono tutti dagli spogliatoi,si fanno strada verso di noi,che eravamo intenti a parlare con la moglie del presidente.
<<da domani saremo in ritiro,per almeno 1 o 2 settimane,fino a quando non vedremo ottimi risultati. Le vostre famiglie potranno venire da voi,e voi potrete andare da loro per quanto tempo volete e a qualsiasi ora,ma si dorme al J|Hotel e ci si allena alla Continassa,costantemente. Intesi?>>
Dice il presidente Agnelli,facendomi ricordare di quando il preside della nostra scuola che si arrabbiò tantissimo e ci fece una ramanzina enorme,quando mettemmo in disordine le aule per organizzare una festa.
<<si>>
Dicono tutti in coro.
<<questa partita è stata deludente ragazzi. Bravo Paulo,l'unico che ha provato a salvarci>>
<<grazie presidente>>
Dice Paulo,abbassando gli occhi,come se avesse paura di "vantarsi" del suo gol,con grande umiltà,quella che nel suo immenso cuore è presente ovunque. Sempre con i piedi a terra,e mai con la testa tra le nuvole...sono sicura che lui sia così.
<<tornate a casa prendete le vostre cose,è tempo di lavorare ragazzi. Ora o mai più>>
Ognuno si reca verso la propria macchina,per tornare a casa e preparare la valigia.
<<All mi accompagni da Paulo voglio abbracciarlo>>
Mio fratello richiama la mia attenzione,mi prende per mano e insieme andiamo da Paulo.
<<Pauloooo>>
Urla quel nanetto,probabilmente lo avrà sentito anche la sua insegnante a New York.
<<hey Jack>>
Corre verso di lui,lasciandomi la mano,e l'argentino lo prende in braccio,tenendolo stretto al suo corpo.
<<Paulo grazie per il gol,è stato bellissimo>>
<<ti voglio bene Jack>>
Mi commuovo davanti a quella scena, in cui Paulo è intento a lasciare tanti baci e carezze sul viso del mio fratellino...mi si scioglie il cuore.
<<anche io Paulo>>
Il numero 10 inizia a fissarmi sorridendo,e notando anche le mie lacrime,che non si erano per niente nascoste bene.
<<stai bene All?>>
Mi chiede.
<<Jack amore che ne dici di andare da Nathan?>>
<<si mi aveva promesso le patatine>>
<<corri da lui,sta' attento>>
<<si>>
Inizia a correre e lo vedo entrare dentro,fortunatamente non molto lontano c'era la mi famiglia.
<<si sto bene,solo che vedere questa scena mi ha fatto commuovere,sei davvero una persona incredibile Paulo>>
<<tuo fratello è un bambino incredibile All,è così educato,mai inopportuno,è triste quando perdiamo,ma felice se stiamo con lui. All è una bambino fantastico,da grande sarà la persona più dolce del mondo.>>
Lo abbraccio,d'istinto,anche se dopo 5 secondi inizio a pentirmene.
<<scusami, i-io beh è che sentire q-quelle parole mi ha emozionata molto>>
<<All tranquilla ok?>>
<<mi dispiace>>
<<smettila di scusarti>>
Appoggia il suo braccio intorno al mio collo e mi attira a sé,lasciandomi un dolce bacio quasi sulla tempia.
Rimango sconvolta da questo gesto,ma giuro che tra quelle braccia forti ci sarei rimasta per sempre.
<<vado a casa,se dopo sei in hotel ci vediamo>>
<<va bene>>
<<in ogni caso,buonanotte All>>
<<buonanotte Paulo>>
Entra in macchina e parte,mentre io torno dentro.
<<che si fa ora?>>
Chiedo sperando in una risposta "ANDIAMO TUTTI AL J|HOTEL".
<<All io in qualità di co-presidente devo andare in hotel,voi potreste tornare a casa>>
<<voglio venire anche io>>
<<perché?>>
<<voglio ascoltare il tuo primo discorso da presidente arrabbiato>>
Dico mentendo.
<<ahhahah non scherzare All. Tutti a casa forza>>
<<dai papà io torno con te,Mike tornerà con
loro>>
<<e va bene>>
Dice ormai stanco di ascoltarmi.
<<grazieeee>>
Ci rechiamo in questo hotel,ed è realmente bello. Ha un ristorante,un lounge bar e un giardino immenso. Le stanze sono tante,gran parte dedicate allo staff e alla squadra,ma non so in realtà come siano dentro.
Iniziano ad arrivare tutti,e a cenare,cosa che ancora non avevano fatto. Dopo la cena,nonostante fossero ormai quasi l'1:30,mio padre e il presidente iniziano a fare un discorso ai ragazzi.
<<noi vi vogliamo qui affinché possiamo capire meglio come muoverci nella squadra,come posizionarvi,cosa bisogna cambiare e cosa no,cosa mettere a destra e cosa a sinistra,come farvi allenare nel modo giusto. Tutto questo lo facciamo per voi,per la squadra e per i tifosi,che vogliono vedervi ancora con la coppa alzata verso il cielo.>>
Dice mio padre,facendo acconsentire tutti con la testa.
<<forza ragazzi io so che potete farcela>>
Dice il presidente Agnelli.
<<fino alla fine sempre>>
Dice il mister vedendo le loro facce stanche e dispiaciute per il risultato.
<<su forza ragazzi tutti a dormire,domani ci aspetta una giornata pesante>>
<<andiamo All>>
Mi richiama mio padre.
Paulo mi sta osservando,forse vuole parlarmi.
<<si arrivo>>
Lui esce fuori mentre io mi avvicino all'argentino.
<<vai via?>>
<<si>>
<<pensavo rimanessi>>
<<non devo rimanere io qui,tantomeno il presidente e i dirigenti>>
<<ma se ti va di rimanere ci sono le stanze>>
<<mio padre mi sta aspettando>>
<<come vuoi. Cercavo di fare il galantuomo>>
<<lo apprezzo. Ci vediamo domani Paulo>>
<<ciao All buonanotte>>
<<buonanotte Paulo>>
<<vieni sicuro domani vero?>>
<<ci provo>>
<<se non vieni tu vengo io>>
<<in che senso?>>
<<fidati solo di me>>
<<ci proverò anche a fidarmi di te>>
Dico alzando gli occhi al cielo in modo ironico,ricevendo uno sguardo arrabbiato da parte sua e subito dopo un sorriso immenso.

𝙊𝙣𝙡𝙮 𝙮𝙤𝙪 𝙘𝙖𝙣 𝙨𝙖𝙫𝙚 𝙢𝙚 | 𝙋𝙖𝙪𝙡𝙤 𝘿𝙮𝙗𝙖𝙡𝙖 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora