CAPITOLO CINQUE
LEVI ACKERMANUna strada deserta, una città spenta e abbandonata allo squallore, un paesaggio cupo come la persona che stava per attraversarlo, si sentii il suo passo lento e spaventoso.
Un uomo che avanzava sicuro e col volto coperto da un berretto, i pochi abitanti che s'intravedevano facevano di tutto per non incrociare il suo sguardo. Lui continuava a camminare, con un passo quasi ipnotico, verso una meta ben precisa.
"È Levi Ackerman?"
"Si, è proprio lui!"
"Shhh, non fatevi sentire!"
L'uomo passó in mezzo a un gruppetto di persone che avevano portato fuori le sedie da un ristorante, e si godevano una serata verde e oro in cui il caldo cominciava appena ad attenuarsi. Non appena videro Levi Ackerman, si precipitarono all'interno del locale per nascondersi: non potevano essere visti a non fare niente.
La città lentamente si svuotava attorno a lui, stava già facendo buio molto in fretta. Di fronte al ristorante c'era un caffè aperto, ma il proprietario si era già abbassato per non incrociare il suo sguardo. Levi diede un'occhiata al bancone e tenne d'occhio l'entrata del ristorante. Non era di certo stupido, li avrebbe fatti ammazzare il giorno dopo.
Nella città sotterranea, nessuno viveva serenamente. La gang sotterranea controllava qualsiasi cosa, e per di più, la povertà era così grave che centinaia di persone morivano di fame ogni giorno.
La sera, anziché radunarsi all'aperto per tentare di prolungare una giornata che tutti sapevano poteva essere l'ultima, i gruppetti di persone in cui ci si imbatteva avevano fretta di rincasare o di entrare in un caffè, tanto che per alcuni giorni, all'ora del tramonto che in quel periodo arrivava molto in fretta, nelle strade deserte altro non c'era che il lamento ininterrotto del vento.
Quella città deserta, bianca di polvere e tutta sonora delle grida del vento, gemeva allora come un posto maledetto.
Le persone capivano che la situazione peggiorava quando durante la notte udivano vicinissime, e sempre più frequenti, urla di persone che chiedevano aiuto. Le loro grida risuonavano sotto le finestre, morivano da soli in mezzo alla strada, per mano di qualche delinquente oppure semplicemente di fame o di sete.
Le autorità tentarono invano di riportare la città sotterranea in vita, introducendo in quel livello una forma di gerarchia, ma fu tutto inutile.
Ogni notte venivano attaccate le porte della città, da piccoli gruppi armati. C'erano sempre scambi di colpi d'arma da fuoco, alcuni feriti e qualche morto. La polizia militare provó anche a rafforzare i posti di guardia, ma in brevissimo tempo questi tentativi cessarono.
Molte persone sceglievano la strada del suicidio, pur di non morire di fame o per mano di Levi Ackerman e della sua gang.
Ci furono così certi folli che incendiavano la loro stessa casa e si ci precipitavano dentro, insieme a neonati o bambini piccoli, per morire insieme. Di fronte alla loro indifferenza, l'esempio dei primi fu seguito da molti spettatori e in quella strada buia, al chiarore dell'incendio, si videro fuggire in ogni direzione ombre deformate dalle fiamme morenti e dagli oggetti o dai mobili che si portavano in spalla.
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Slave (18+)
Fanfiction𝘭𝘦𝘷𝘪 𝘢𝘤𝘬𝘦𝘳𝘮𝘢𝘯 𝘹 𝑜𝑐 sesso, in ogni sua forma e angolazione, l'antinomia che vive in tutti noi e ci rende umani, imperfetti, peccatori e bisognosi di redenzione. "Trovagli una schiava, e assicurati che sia bellissima."