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CAPITOLO QUARANTUNO
GUARDAMI, DESIDERAMI (18+)

CAPITOLO QUARANTUNOGUARDAMI, DESIDERAMI (18+)

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"Abigail tocca a te. Obbligo o verità?" chiese Hanji, sedendosi al tavolo del soggiorno.

"Scelgo obbligo." lei rifletté per un momento.

"Devi...devi darmi un bacio sulle labbra."

Levi sgranò gli occhi, Abigail si mise a ridere civettuola, mentre Hanji sollevava la mano aperta per dare il cinque ad Erwin.

"Sei la solita monella." disse la ragazza, sollevando gli occhi al cielo.

Poi si avvicinò ad Hanji e le due sorrisero imbarazzate. Abigail appoggiò una mano sulla guancia dell'amica, e alla fine le labbra delle due ragazze, ancora curvate in un sorriso, si toccarono per circa tre secondi, durante i quali Erwin emise versi di esultazione e applaudì. Quando le due si separarono, sul volto di Levi comparve una smorfia di disapprovazione.

"Non capirò mai cosa ci sarà di tanto eclatante in questo. Non era meglio obbligarla a baciare me?" chiese, rivolto ad Hanji. Lei lo guardò con aria di superiorità.

"Levi, non sforzarti di capire ciò che semplicemente non puoi capire. D'accordo?" disse Hanji e tutti si misero a sghignazzare, "Volevamo baciarci da troppo tempo."

La sua espressione era ambigua sentendo quella risposta, sembrava che qualunque cosa vedesse lo disgustasse; ma, allo stesso tempo, sembrava esserci nei suoi occhi uno zampillo di bramosia.

"Concordo." rispose Abigail, stando al gioco.

Levi pensò che fossero tre idioti. Forse era stato un errore accettare di giocare a quello stupido gioco, era solo una perdita di tempo. Abigail era troppo presa dal fare la cretina coi suoi amici per dedicargli un po' di attenzione.

Il corvino si soffermò a osservarla, seduta a gambe incrociate davanti a lui. La ragazza stava ancora ridendo per la risposta di Hanji. Le erano comparse delle dolcissime rughe ai lati delle labbra, dovute alla piega del sorriso, e i suoi occhi erano semichiusi. Gli piaceva da morire.

"Levi, tocca a te." la voce di Erwin lo fece tornare alla realtà.

"Non possiamo cambiare gioco e smetterla con questa stronzata da terza media?" chiese, un po' seccato. Erwin ed Hanji sbuffarono.

"Sei un guastafeste, noi ci stiamo divertendo, non è vero?"

Restò immobile sulla sedia dov'era seduto con le gambe accavallate; sul suo viso, un'espressione indecifrabile. Poi si voltó verso Abigail, aspettandosi di ricevere man forte, ma lei, invece, sorrise timidamente.

"A me onestamente obbligo o verità non dispiace, Levi." sussurró, per paura di offenderlo. Il corvino sgranó gli occhi e si alzò da terra.

"Va bene, allora continuate pure con il vostro gioco idiota. Buonanotte." rispose e salì velocemente le scale.

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