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TRENTACINQUE
SCHIAVA, SENZA PIÙ OPZIONI, SE NON LA VIOLENZA
ɪʟ sᴇɢᴜᴇɴᴛᴇ ᴄᴀᴘɪᴛᴏʟᴏ ᴄᴏɴᴛɪᴇɴᴇ sᴄᴇɴᴇ ᴠɪᴏʟᴇɴᴛᴇ ᴇ ᴅɪ sᴀɴɢᴜᴇ

TRENTACINQUESCHIAVA, SENZA PIÙ OPZIONI, SE NON LA VIOLENZAɪʟ sᴇɢᴜᴇɴᴛᴇ ᴄᴀᴘɪᴛᴏʟᴏ ᴄᴏɴᴛɪᴇɴᴇ sᴄᴇɴᴇ ᴠɪᴏʟᴇɴᴛᴇ ᴇ ᴅɪ sᴀɴɢᴜᴇ

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"Fammi un favore, sbrigati." disse Reiner, dopo cinque minuti che Abigail era entrata in doccia.

Il tono della voce era calmo, gli occhi bassi e il naso sprofondava in un bicchiere prossimo a dirsi vuoto. Bertholdt era fuori la porta ad aspettare, avevano tutti e due la stessa postura, le teste erano chine, ripiegate sulle spalle, come se qualcosa impedisse loro di alzarle. Si consolò riempiendosi la bocca con una manciata di arachidi, borbottò qualcosa.

Il sole era tramontato da un pezzo, non che a novembre da quelle parti si vedesse un granchè. Erano ormai due settimane che Abigail era prigioniera di Hitch. I giorni passavano lentamente, più del solito, ma per fortuna la ferita alla spalla guariva giorno dopo giorno. Il pericolo era scampato.

"Ho finito, passami un asciugamano ed i vestiti, ma non guardare." lo avvisó Abigail, coprendosi il corpo nudo con le braccia.

"Sono qui solo perché devo controllarti, non perché mi interessa guardare." rispose Reiner, prendendo ciò di cui aveva bisogno e lanciandolo all'indietro senza voltarsi, come aveva detto lei.

Abigail prese al volo i vestiti, si asciugó e si rivestí, lasciando però i capelli corti bagnati che gocciolavano sulle sue spalle. Sobbalzó quando delle gocce d'acqua sfiorarono la ferita, in quell'attimo un brivido la attraversò tutta, dal collo giù lungo la schiena la percorse una scossa elettrica.

"Stai bene?" le chiese Reiner, sentendo dei sospiri.

"Sì, tutto bene."

"Forse dovremmo aiutarla..." mormoró Bertholdt.

Bertholdt era un giovane piuttosto tranquillo con una scarsa forza di volontà, tendeva sempre a seguire le decisioni degli altri. Si trattava di un tipo taciturno, solito nel voler rimanere lontano dal centro dell'attenzione, salvo quando la situazione lo richiedeva. Lui stesso aveva ammesso di essere un cordardo noto per la poca autostima che aveva nei suoi confronti. Aveva mostrato attaccamento e rimorso alle proprie azioni passate, e sembrava interessarsi solo al suo compagno, Reiner.

"Reiner, aiutiamola, altrimenti Hitch si arrabbierà." ripetè, con un'espressione spaventata in viso.

"Se la cava da sola. A proposito, dov'è Hitch?"

"Non lo so, non la vedo da stamattina." fece spallucce Bertholdt.

Reiner, invece, era un tipo passionale in ciò che faceva, con il forte senso del dovere. Sicuro di voler uccidere Levi Ackerman per vendicare la sua famiglia, Reiner non provava neanche un briciolo di pietà per lui. Tuttavia, aveva anche mostrato di possedere un animo gentile e altruista, mettendo al primo posto il prossimo invece di se stesso, anche se ciò comportava accollarsi le fatiche altrui.

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