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CAPITOLO QUARANTA
VIVIAMO QUESTO MOMENTO PER SEMPRE

CAPITOLO QUARANTAVIVIAMO QUESTO MOMENTO PER SEMPRE

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Erano tutti pronti per la partenza. Un viaggio era sempre una cesura e una riapertura grazie al quale si accedeva a nuovi pensieri e visioni. Non importava che il viaggio fosse lungo o breve, ciò che contava era il viaggio in sé, come se fosse sempre ricerca o scoperta.

I quattro amici si recarono con un buon anticipo in aeroporto, terminal 2 dei voli domestici, la giornata era caldissima, forse una delle più calde dell'anno. Ben attenti a non incontrare polizia, Levi scortó gli amici ad un bar per mangiare un sandwich prima di partire.

Dal tavolino, Abigail vide centinaia di persone brulicare per l'aeroporto. C'erano bambini che saltavano, giovani che ridevano, adulti impettiti e anziani che apparivano un po' stanchi. Tutti si tiravano dietro una valigia o uno zaino o entrambi.

Una donna s'era portata appresso la casa che aveva rinchiuso in cinque voluminosi bagagli. Forse non aveva più intenzione di tornare indietro. A salutarla c'era una famiglia intera: il padre, la madre, un'altra donna appena più vecchia di lei, aveva i suoi stessi occhi, probabilmente era la sorella. In braccio stringeva una neonata, la piccola piangeva. Anche la zia piangeva. Si accorse che c'erano tanti parenti venuti apposta per salutare i propri cari in partenza.

"Che guardi?" le chiese Levi.

Abigail si spaventó e sentí il fuoco sotto la pelle, sapeva del rossore che stava avvampando sulla faccia, le parole rimasero lì, bloccate, non volevano venire fuori. Stava facendo la figura della stupida, ma non sapeva proprio come venirne fuori.

"Hai paura?" insistette lui.

"Un po'. E se ci trovassero?"

"È possibile, ma almeno non possiamo dire di non averci provato." rispose Hanji al posto del corvino.

"Già. Mangiate e godetevi il momento." suggerì Erwin.

Levi sorrise alla piccola, la quale gli strinse la mano per stare più tranquilla. La guardava. Abigail era così bella, con quei suoi capelli corti color nocciola e la pelle chiara che risaltava un viso dai lineamenti delicati.

"Sei bellissima anche oggi." le sussurró all'orecchio.

"Ma no dai, sono struccata!"

"Beh, allora ancora più bella così. Stai tranquilla, andrà bene."

Si strinsero le mani più forte e dopo aver finito di mangiare, si misero in coda di nuovo per salire sull'aereo che li avrebbe portati molto lontano. All'interno dell'aereo l'aria condizionata era troppo alta. Faceva davvero freddo. Creava uno strano effetto quasi da farli star male.

Ovviamente Abigail si sedette vicino al finestrino, Levi prese il posto accanto al suo. Hanji ed Erwin si sedettero nei due posti dietro, la mora lo costrinse a stare vicino al corridoio.

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