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CAPITOLO DICIASSETTE
MIKE ZACHARIAS

"Nuova giornata, nuova riunione!" disse Hanji accogliendo gli amici

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"Nuova giornata, nuova riunione!" disse Hanji accogliendo gli amici.

"Quindi?" chiese Levi e si accese una sigaretta.

"Quindi domani sera ci sarà la festa, dove troveremo anche il signor Zacharias." rispose.

Gli avversari di Levi Ackerman e la sua gang della città sotterranea questa volta erano italo/americani. Si parlava della tristemente famosa e terrificante "mano nera", uno dei metodi di violenta estorsione più utilizzati dalla mafia americana. La mafia era il primo vero avversario del corvino, i quali avrebbero pagato a caro prezzo gli omicidi di molti dei suoi uomini.

"Mike Zacharias?" si avvicinó Erwin.

"Si, proprio lui."

"Quindi il bastardo è tornato." continuó il biondo, "Dopo che ha ucciso metà dei nostri uomini, torna qui come se nulla fosse?"

"Dobbiamo ucciderlo." affermó Levi a denti stretti, "Andiamo a quella festa e uccidiamolo."

"Non possiamo farlo così, a caso. Ci serve un piano." disse la donna, ormai le sembrava di essere la più cauta in mezzo a quei due.

Certamente non era la prima volta che Levi dovette affrontare la minaccia italiana nel suo percorso di crescita nel mondo del crimine. Ma Mike Zacharias era un avversario temibile e molto pericoloso. Tramite le sue azioni illegali, faceva emergere la sua netta superiorità organizzativa e criminale. La fama del crimine italo americano era ben conosciuta in tutto il mondo.

"Figlio di puttana." sussurró Levi.

"Ricordiamoci perché Mike ti vuole morto: hai ucciso suo padre e suo fratello." disse Hanji.

"Dovevo farlo, minacciavano i miei affari."

Mike era un uomo forte, sicuro di sé, pronto a tutto pur di uccidere ogni membro della gang sotterranea, che senza pietà aveva ucciso due dei suoi familiari più stretti. Tra di loro c'era guerra da anni ormai, la mafia italo-americana non era vista bene da nessuno. La gang sotterranea avrebbe dovuto pagare, ma non solo con la morte. Dovevano pagare cedendo tutte le loro attività e rendendo Mike e i suoi compagni una potenza illegale incontrastata. O perlomeno questa era la sua l'idea, ovviamente, Levi rifiutó. Ciò scatenó la guerra definitiva.

"Ci serve un cavolo di piano, ascoltatemi!" urló Hanji, "Pensiamo, siamo tre cervelli-"

La donna guardó Erwin, che si stava mangiando le unghie mentre dondolava con la sedia." Okay, due cervelli." si corresse.

"Come ti permetti!" sbraitó il biondo.

La porta si aprii improvvisamente, fece rumore al tal punto da far girare tutti e tre per guardare chi stesse entrando. C'era Abigail, con indosso un dolce vestitino nero abbastanza corto e un sorriso stampato sul volto. "Ciao ragazzi!" salutó tutti alzando la mano, "Mi annoiavo da sola."

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