Capitolo 6

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Il venerdì arrivo a scuola con un sorriso da un orecchio all'altro

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Il venerdì arrivo a scuola con un sorriso da un orecchio all'altro. Oggi esce il mio articolo su Anita, e voglio proprio vedere chi dirà oggi che scrivo cose inutili. La nuova studentessa è la novità del momento e tutti muoiono dalla voglia di conoscerla.

Poveri illusi.

Prendo un sorso del mio latte caldo, portato a scuola nel thermos. Genesis sta mettendo i libri nell'armadietto e alza una mano non appena mi vede. Ha i capelli biondi legati in una coda alta, con una solo ciocca lasciata libera al lato destro. «Buongiorno.» Le circondo le spalle con un braccio e lei ride. Chiude l'armadietto e passeggiamo per i corridoi in un semi-abbraccio.

«Sei felice.» Nota, probabilmente sta per chiedermi perché, ma la sua voce viene sovrastata da quella del preside, che risuona negli altoparlanti. Mackenzie Foster è richiesta nell'ufficio del preside. Il mio sorriso si allarga ancora di più, ma Genesis sembra preoccupata. «Che hai fatto, questa volta?»

Levo il braccio dalle sue spalle, per poi sorriderle e camminare all'indietro, verso la direzione opposta a quella in cui stavamo andando. «Ho scritto un Dio di articolo, anche se era sull'arpia.» È così che abbiamo soprannominato Anita io e le ragazze. In realtà più loro, ed io mi sono adeguata. «Si vorrà solo complimentare perché finalmente non è più nulla di statistico o che riguarda il Colorado in generale.»

La mia amica annuisce, alzando la mano in segno di saluto, per cui mi giro e cammino in modo normale, direzione ufficio del preside. Ashton dice che quando sono troppo felice non capisco più niente, vedo tutto con troppa positività. E forse ha proprio ragione. Per questo non faccio caso alle facce preoccupate del preside e di Ashton quando entro nell'ufficio, né mi chiedo della presenza di Anita di fianco al mio migliore amico. «Abbiamo vinto il premio come miglior articolo del mese?» Chiedo, quasi con gli occhi che brillano dall'emozione.

Anita si morde il labbro per non scoppiare a ridere, il preside, invece, mi fa segno di sedermi davanti a lui. Ashton è in piedi, appoggiato con una spalla al muro ed ha le braccia incrociate. Sembra incavolato nero. «Signorina Foster, l'articolo in sé non è male, è lo spirito che è sbagliato.»

Il mio sorriso si spegne. E questo che diavolo vorrebbe dire? Non ho neanche insultato ironicamente o velatamente Anita, è un articolo completamente innocuo. «Non credo di capire, signore.»

«Hai infranto la regola numero tre del giornalista.» Interviene Ashton. Non è incavolato nero in generale, ma proprio con me. Aggrotta le sopracciglia. «Hai scritto un articolo su Anita senza chiederle il consenso.»

Oh, no. Proprio questo no. «Non è vero.» Punto i miei occhi su di lei, che si sta mordendo il labbro per fingere di essere mortificata. In realtà sta trattenendo un sorriso. «Non mentire, Anita, te l'ho chiesto l'altro giorno. Avevamo fatto un patto.»

«Non ci siamo mai strette la mano.» Inarca un sopracciglio, guardando poi Ash. Lui sembra addolcire lo sguardo quando i loro occhi si incontrano. Non posso crederci. «Davvero, io non ne sapevo niente di questo articolo.»

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