Martin corruga la fronte guardando la televisione. Sto cercando di educarlo sul basket, ma ogni volta mi viene da ridere vedendo le sue facce sconcertate. «Non capisco perché perde tempo a palleggiare.»
«Perché non può prendere semplicemente la palla e correre verso il canestro, sarebbe fallo.» Gli spiego dolcemente, con la testa poggiata sul suo petto. «Come se un calciatore segnasse toccando la palla con le mani o un giocatore di golf spingesse la pallina con il piede.»
Mia mamma entra in salotto con una ciotola di popcorn tra le mani. «Vi ho portato la merenda, ragazzi.» Mi fa anche un occhiolino, di nascosto, che mi fa sorridere e alzare gli occhi al cielo al tempo stesso.
«Grazie, signora Foster.» Le sorride Martin, educato come sempre.
Mia madre alza gli occhi al cielo e quasi gli lancia i popcorn contro. «Ti ho già detto di chiamarmi con il mio nome, o sbaglio?» Lo prende in giro, facendo finta di tenerlo sotto d'occhio. «Fai attenzione.»
Martin ride e poi dice di sì, continuando a tenermi stretta a sé con un braccio. Ridacchio anche io, approfittando della merenda e infilandomi una manciata di popcorn in bocca. Per poco non mi alzo urlando dalla gioia quando la squadra per cui tifo fa canestro. Martin non ci capisce molto di basketball, però vuole imparare per me. La trovo una cosa dolcissima.
Ignorando le proteste di Martin, mi sto per alzare quando sento il campanello, ma mia mamma scende velocemente le scale e grida che va lei. È al settimo cielo che mi sono trovata un ragazzo, anche se non ho presentato in questo modo Martin ai miei. Ma, comunque, sono felice che vadano tutti e tre d'accordo. Mio padre non si sta vedendo la partita con noi solo perché sta riposando al piano di sopra, in camera sua.
Ignoro chi sia alla porta, soprattutto quando Martin mi lascia un bacio sulla tempia. È passata una settimana dal nostro appuntamento e, anche se non riusciamo a vederci tutti i giorni, parliamo molto per sms e per telefono. «Mackenzie, puoi venire un attimo?» La voce di mia madre fa scoppiare la bolla che io e Martin ci siamo appena creati. Mi alzo in piedi, con la fronte corrugata. Sembra che abbia un tono di voce preoccupato.
Martin mi segue quando vado all'ingresso e sono sorpresa di vedere Anna bisbigliare con mia madre. La mamma di Ashton ha tutte le guance umide e gli occhi gonfi: ha appena smesso di piangere. «Che succede?» Chiedo, questa volta sono preoccupata anche io. Qualunque cosa sia, c'entra Ash, e non è una bella cosa. Ho una brutta sensazione nel mio stomaco.
Anna non riesce a parlare, ma mia madre sì. Ha le lacrime agli occhi anche lei, ed è impallidita. «Forse è meglio se ti siedi, tesoro.»
No, no, no. Non so cosa significa se non che è una notizia orribile. «No.» Sto andando nel panico, mi sudano le mani per il nervosismo. Martin mi prende per il gomito, nel tentativo di darmi sollievo, ma non funziona. Quasi non lo sento. «Ditemi che cazzo succede.»
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Stand by me
RomanceCooperatori per il giornalino della scuola, passione per il basket e un talento innato per pedinare le persone senza farsi beccare sono solo le caratteristiche principali dell'amicizia di Ashton e Mackenzie, migliori amici dalla prima elementare. S...