Capitolo 29

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Aubrey mi guarda come se avessi improvvisamente tre teste

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Aubrey mi guarda come se avessi improvvisamente tre teste. O come se fossi diventata una sconosciuta. Non sono mai stata a casa sua, perciò mi guardo intorno. Il salotto è direttamente collegato alla cucina, che ha un bancone immenso e quattro sgabelli. «Credo di sapere perché sei qui.» Mormora, abbassando gli occhi.

Non ha i soliti vestiti accesi e orecchini particolari. È la prima volta che la vedo con dei classici jeans e una felpa probabilmente di Nolan. Proprio quest'ultimo sta parlando sottovoce con Ash, ma dai sorrisi mi rendo conto che non è nulla di serio. «Credo di sì.» Confermo, stringendomi nelle spalle. Non voglio essere cattiva, ma Martin è una persona importante della mia vita e non permetterò che soffra per colpa loro. «L'avete trattato malissimo, Aubrey, e non se lo merita.»

Lei serra le labbra. Non sembra arrabbiata, né ferita come mi immaginavo. Mi guarda, ma non negli occhi. «Tu come avresti reagito se il tuo migliore amico baciasse Ashton? Non diresti niente?»

«Di certo non lo tratterei così.» Sbotto, alzando di poco la voce. I ragazzi smettono di sorridere e, anche se non si avvicinano, ascoltano la nostra conversazione. Ash mi manda un'occhiata per rassicurarmi.

Aubrey si porta una ciocca di capelli dietro l'orecchio. «So che ho reagito male, Kenzie, ma sono stata colta alla sprovvista. Immagina la mia reazione quando Nolan mi ha detto che è stato baciato dal mio migliore amico. Mi sono sentita anche tradita, sai? Non dal mio ragazzo, ma da Martin.» Alza di poco gli occhi al cielo. «Sono andata a casa sua dopo qualche ora per scusarmi, ma non c'era. Ora so perché.»

Probabilmente sta pensando che sia corso da noi arrabbiato e ferito per quello che è successo. Stringo i denti. «Sì, perché i suoi l'hanno cacciato di casa.» Non riesco più a contenere la rabbia. So che in parte ha ragione: mi sarei arrabbiata anche io inizialmente, ma dopo aver visto il dolore del mio amico non posso far finta di niente.

Ashton si avvicina e mette una mano sulla mia schiena. È il suo modo silenzioso per dirmi di mantenere il controllo. Nolan sembra sconvolto. «L'hanno cacciato?»

Mi guardo le scarpe, incapace di dire altro. Forse Martin non voleva che glielo dicessi io. «Sì.» Gli dà conferma Ash. «Mac l'ha aiutato e ora é tornato a casa.» Non ci ha più fatto sapere niente, ma spero che l'incontro con i suoi genitori sia andato bene. Non mi ha chiamato, quindi forse sta andando sul serio bene. Lo spero per lui.

«Dovreste parlargli.» Mormoro, ormai calma. Aubrey e Nolan si lanciano un'occhiata preoccupata. «Non dico di fare finta di niente, ma almeno di non lasciarlo da solo. Ha affrontato dei giorni terribili.»

Mi chiedo se ritorneremo mai come prima: tutti seduti a cerchio nella sala della biblioteca, spensierati, mentre ci scambiamo battute e storie divertenti. Sono stati i miei momenti preferiti qui a Westminster. I primi giorni che sono venuta qui, nonostante avessi perso il giornalino scolastico e l'amicizia di Ash, mi sono sentita a casa. Non avevo mai provato una cosa del genere con degli sconosciuti -o almeno lo erano all'epoca-.

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