«Vai Ashton!» Grido, mettendo le mani a coppa vicino le labbra in modo da farmi sentire. Genesis fischia, incoraggiando i ragazzi tanto quanto me, mentre Violet sventola con mia madre lo striscione che abbiamo preparato una settimana fa tutte insieme.
I ragazzi corrono, si tirano la palla da basket l'un l'altro finché Alvin non fa canestro. L'ultimo canestro. Noi del pubblico ci alziamo tutti insieme, urlando di gioia e Martin mi abbraccia per l'euforia. Rido e porto la testa all'indietro. È un bel modo per dire addio al liceo, questo.
Ashton mi fa un sorriso, poi segue Logan negli spogliatoi. Ci avevano già avvisato che non sarebbero saliti sugli spalti, né che volevano che noi scendessimo in campo: faremo finta che la settimana prossima ci sarà un'altra partita, che saremo ancora qui ad urlare e a fare il tifo. Faremo finta che Ashton indosserà di nuovo la maglietta con il numero 6 stampato dietro la schiena.
Mamma mi mette dolcemente una mano sulla spalla. «Vado a congratularmi con tuo padre.» Sorride e lascia lo striscione a Genesis e Violet, che lo chiudono con cura. La guardo finché non arriva da papà, seduto sulla sua sedia a rotelle per l'operazione che ha fatto un paio di settimane fa. Deve starci ancora circa un mese, poi sarà libero di camminare come prima. Non ha potuto allenare la squadra per un po', ma la settimana scorsa è tornato ufficialmente il suo allenatore: ci teneva troppo a rivestire questo ruolo oggi.
Sorrido osservando come mamma lascia un bacio sulla fronte di papà e come lui la guardi ancora innamorato. Poi lancio un'occhiata alle mie amiche, che stanno chiacchierando tra di loro, e me ne vado silenziosamente verso gli spogliatoi. Ashton è in corridoio e cammina nella mia direzione. Sembra più felice del solito, mi aspettavo che avrebbe quasi pianto invece.
Non gli dò il tempo di dire niente, quando sono abbastanza vicino mi alzo sulle punte per baciarlo. Lui mette una mano dietro la schiena, all'altezza della scollatura della maglietta estiva che ho messo, e sento la pelle diventare d'oca. Mi sono abituata a questo, ai nostri baci e al suo tocco, ma il mio corpo ancora si comporta come se fosse la prima volta. «Congratulazioni.» Mormoro, guardandolo negli occhi. Ash preme di nuovo le labbra sulle mie, questa volta con più passione.
«Congratulazioni a noi.» Mi corregge, portandomi una ciocca di capelli dietro l'orecchio. «Che tra un mese e mezzo staremo nel nostro nuovo appartamento, vicino la Columbia.» Non sto nella pelle al solo pensiero. Mi sembra ieri che siamo andati a New York per vedere gli appartamenti ed il campus. Papà e Peter si sono occupati delle parti più pratiche -tipo quanto dista dalla metropolitana, se ci sono le scale antincendio e altre mille cose che neanche mi ricordo- mentre Anna e mia madre non facevano altro che piangere e dire che siamo cresciuti troppo in fretta. Ash ha alzato gli occhi al cielo ogni volta, ma sono sicura che in parte gli è dispiaciuto. Per quanto riguarda Anita, è venuta dieci giorni fa circa per il weekend, dato che era il compleanno di Peter. Ash si è comportato nel modo più maturo possibile: non l'ha ignorata -come invece avrei fatto io- ma l'ha trattata normalmente, come se una sconosciuta parente di Peter lo fosse venuto a trovare.
STAI LEGGENDO
Stand by me
RomanceCooperatori per il giornalino della scuola, passione per il basket e un talento innato per pedinare le persone senza farsi beccare sono solo le caratteristiche principali dell'amicizia di Ashton e Mackenzie, migliori amici dalla prima elementare. S...