Capitolo 18

950 79 67
                                    

«Cambio colore in verde

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

«Cambio colore in verde.» Dice Logan, buttando un più quattro contro Daniel. Non so chi di loro ha avuto l'idea di portare le carte uno, ma è utile per rimanere svegli. Sono in questo ospedale da due giorni e sono uscita una sola volta per tornare a casa a farmi la doccia. Non dormo in un letto da tre notti, mi rifiuto di lasciare Ashton per più di due ore.

Genesis sbadiglia e poggia la testa sulla mia spalla. Lei e Violet sono arrivate una mezz'ora dopo i ragazzi e, come me, non se ne vanno se non per una doccia o una piccola dormita. Persino mio padre è venuto a trovare il mio migliore amico, anche se dopo qualche ora mamma l'ha riaccompagnato a casa. «Sei un bastardo, Logan.» Sbuffa Daniel, prendendo le carte che gli spettano e facendo sorridere Alvin.

Ci stiamo cercando di distrarre, ma non riesco proprio a sorridere come gli altri. Ora è il turno di Anna e Peter, mentre Anita è tornata per un paio d'ore a casa. Stava male anche lei, ed è stato strano quando ci siamo scambiate un sorriso triste. Immagino che rischiare di perdere una persona che ami ti avvicina anche al tuo più acerrimo nemico.

«Che ore sono? Mi sento esausta.» Violet si stropiccia gli occhi e Daniel le fa poggiare la testa sul suo petto. Alvin controlla e ci dice che sono le undici e mezza di sera. Pensare di stare un'altra notte qui, con Ashton che non si sveglia, è un incubo.

E l'incubo peggiora quando Peter esce di fretta dalla camera di Ashton, chiamando urgentemente un medico. Io e Alvin siamo i primi ad alzarci in piedi. «Che succede?» Mi allarmo. Due medici ed un'infermiera corrono nella sua stanza senza dire niente, mentre Peter chiude la porta e viene verso di noi.

Ha gli occhi lucidi, ma, mi rendo conto dopo, sono lacrime di sollievo. «Si è svegliato.»

La sensazione di pace che si propaga in tutto il mio stomaco non l'ho mai provata prima d'ora. Genesis mi stringe a sé, mentre io mi porto una mano davanti la faccia per trattenere un singhiozzo. Ho sperato per così tanto questo momento negli ultimi giorni che mi sembra surreale.

Tra noi ragazzi alleggia un'aria diversa quando Peter ci rilascia da soli. Ci abbracciamo, sorridiamo e io continuo ad avere le lacrime agli occhi per la felicità. C'è solo un momento in cui mi ritorna l'ansia e la paura, quando mi rendo conto che i controlli stanno durando più di venti minuti, ma Daniel mi rassicura sostenendo che stanno solo controllando davvero tutto in modo che siano sicuri.

Anna esce con un sorriso sornione. Immagino come deve essersi sentita in questi giorni e anche come si sente ora: come se finalmente si ricordasse come si respira. Io non ho fatto altro che trattenere il fiato in questi giorni. «Mac, entri prima tu?» Mi chiede, addolcendo lo sguardo non appena i nostri occhi si incontrano. Anche i medici stanno uscendo e mi trattengo dall'allungare la testa per vedere il mio migliore amico.

Stand by me Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora