Capitolo 26

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Ashton non risponde ai miei messaggi neanche il giorno dopo

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Ashton non risponde ai miei messaggi neanche il giorno dopo. Ho anche tenuto -nonostante il freddo- la finestra socchiusa questa notte, ma lui non è mai venuto. Con il cuore pesante entro nella biblioteca di Westminster. Saluto con un sorriso la solita bibliotecaria che si trova ogni sabato e mi avvio nell'ufficio che abbiamo per scrivere gli articoli. All'inizio avevo paura di entrare nella stanza sbagliata, perciò mi ripetevo la strada da fare mentalmente, ma ora ci sono venuta così tante volte che vado in automatico.

Sobbalzo non appena vedo Martin accovacciato a terra, le gambe strette al petto ed il viso rigato di lacrime. Spalanco gli occhi. «Hey, cos'è successo?» Mi precipito nella sua direzione, mettendomi davanti a lui e facendo in modo che mi guardi negli occhi. Non l'ho mai visto così e non mi piace. Il dolore che gli leggo negli occhi mi fa sentire male. «Va tutto bene.» Lo abbraccio, dandogli un bacio tra i capelli. «Non sei solo.» Non so cos'è successo, ma mi fa stare meglio quando sono io quella che piange e qualcuno mi dice cose simili.

«Kenzie, ho rovinato tutto.» Singhiozza Martin, stringendomi la mano. Aspetto che si calmi per chiedergli di nuovo cos'è successo. Non ci vuole poco: ogni volta che ho la sensazione che stia per smettere di piangere, rincomincia. Gli accarezzo i capelli e cerco di confortarlo, ma nonostante questo mi sento imponente. Non posso fare nulla per alleviare il suo dolore. «Ho baciato Nolan.» Confessa dopo un po', portandosi una mano tra i capelli. «Vorrei dire che me ne pento, soprattutto venendo il dopo, ma non è così.»

Cerco di non fargli vedere dalla mia espressione facciale quanto io sia sorpresa. «Com'è successo?» Mi siedo a gambe incrociate davanti a lui. Martin ha ancora gli occhi rossi e lucidi, ma non sembra dover piangere più. Forse abbiamo una specie di legame sulle nostre disastrose vite amorose: io ho avuto un problema con Ash, lui con Nolan; quando io soffrivo per il mio migliore amico, lui soffriva per il ragazzo della sua amica.

«Ieri era venuto a casa mia per iniziare a decidere un paio di cose per oggi, per portarci avanti il lavoro... poi é arrivata la mia lettera ad Harvard e l'abbiamo aperta insieme. Sono stato accettato.» Accenna un sorriso, ma poi sospira di nuovo e i suoi occhi si riempiono di nuovo di lacrime. Come non detto. «Ero la persona più felice del mondo, Kenzie, e lui è stato così dolce... quando mi ha abbracciato non sono riuscito a trattenermi. L'ho preso per il viso e l'ho baciato.»

Mi mordo l'interno della guancia. Capisco la sensazione. Ho avuto la voglia di baciare Ashton tantissime volte dopo aver capito la cotta che avevo e fortunatamente sono riuscita sempre a trattenermi. «Non l'ha presa bene. Era sotto shock, ma mi ha allontanato subito e ha fatto venire Aubrey a prenderlo. Ne hanno parlato, mi hanno chiesto ieri sera di incontrarli ed è scoppiata una brutta lite tra me e Aubrey. Non credo che vogliano più far parte del giornalino, né essere miei amici.»

Voglio bene a Nolan e Aubrey, sono miei amici, ma è anche vero che conosco molto meglio Martin. Lo stringo di nuovo in un abbraccio, cercando di non far salire la rabbia. «Non ti meritano, te lo dico io. Non avevano il diritto di prendersela così.» Capisco che all'inizio si può essere infastiditi, ma incontrarlo apposta per litigare? È meschino. E Nolan avrebbe dovuto provare a parlargli prima da solo, non trascinare la sua ragazza nella storia come se Martin avesse ucciso qualcuno.

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