Capitolo 8

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Non mi ricordo di aver mai riso così tanto con delle persone conosciute due ore prima

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Non mi ricordo di aver mai riso così tanto con delle persone conosciute due ore prima. I ragazzi del giornalino mi fanno vedere il loro paese, per poi ordinare da McDonald's e ritornare in biblioteca. Mangiamo seduti a terra in cerchio nella stanza che abbiamo. Dovrò ricordarmi di dire a mio padre che stasera si mangia sano, dopo.

Ho scoperto cose interessanti sui miei nuovi "colleghi". Nolan ed Aubrey stanno insieme. Sono una coppia un po' diversa, ma sembrano felici insieme, perciò non posso proprio giudicare. Jeremiah crede nei fantasmi, e mi sento ancora in colpa per aver riso quando l'ha detto. E poi ho scoperto che Martin si chiama così per la zebra di Madagascar, il cartone animato. La madre ha chiesto a suo fratello maggiore che nome consigliava e lui stava vedendo quel film perciò...

Non ho neanche provato a trattenere una risata in questo caso. Quando si fa ora di tornare a casa mando un messaggio a mio padre chiedendo dov'è, mentre Martin mi accompagna verso l'ingresso principale della biblioteca. È solo scendendo le scale che lo vedo: Ashton seduto ad un tavolo che legge un libro di biologia. Alza gli occhi verso di me, forse sentendo la pressione del mio sguardo su di lui. Devo stringere a pugni le mani per non mettermi ad urlare o alzare gli occhi al cielo.

Non posso credere che abbia la faccia tosta di essere qui. Si alza, leggermente a disagio. «Tuo padre ha detto che potevo venirti a prendere. Stasera McDonald's?»

Martin corruga la fronte. «Lo conosci?»

«Purtroppo.» Rispondo, sbuffando in direzione del mio migliore amico. Ma posso ancora chiamarlo così? Perché ieri mi ha dimostrato che non c'è proprio niente di migliore in lui, anche se questo mi spezza in cuore. Ignoro quello che mi ha chiesto. «Ash, questo è Martin. Martin, questo è Ashton, un mio compagno di scuola.» Li presento una volta che siamo tutti abbastanza vicini.

Ashton inarca un sopracciglio, guardandomi. «Sono il tuo migliore amico, non un compagno di scuola come gli altri.»

«Ah sì?» Incrocio le braccia al petto, sfidandolo con lo sguardo a contraddirmi. Ieri non mi sembrava nient'altro. «Mi sarà sfuggito di mente.»

Martin si guarda intorno e ora sembra lui quello a disagio. Gli chiedo scusa a bassa voce e mi sorride. «Figurati, credo che abbiate un po' di cose di cui parlare. Ci vediamo sabato prossimo, va bene?» Ci salutiamo e l'attimo dopo sta risalendo le scale, dove si sentono le risate di Jeremiah, Nolan e Aubrey. Per fortuna la biblioteca è vuota, altrimenti avrebbero avuto una bella sgridata.

Ashton continua a guardarmi con la fronte corrugata e mi chiedo per un attimo se arriva a comprendere che mi ha ferito. «Sei ancora arrabbiata con me?» Ecco, appunto.

Mi viene da ridere. «Intendi che dovrei ancora essere arrabbiata con te per aver creduto ad una che conosci da una settimana scarsa e non alla tua migliore amica che conosci dalla prima elementare?» Mi porto una mano sul cuore. «Ma no, Ashton, cosa te lo fa pensare?»

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