Sabato arriva più in fretta del previsto. I test per l'università sono andati bene, i risultati erano sul sito il pomeriggio del giorno stesso in cui li abbiamo fatti. Ho passato tre notti in bianco per scrivere la mia domanda di ammissione. Ho già mandato quella ad Harvard, più altre tre università nel caso non mi accettassero in quella. Spero solo che anche Ashton l'abbia fatto.
«Sei pronta?» Martin mi sorride attraverso lo specchio. Mi stavo aggiustando i capelli prima di uscire con lui, ma ho perso tempo immersa nei miei pensieri. Credo che non abbia mai vissuto un periodo più brutto di quello di adesso. Dovrei sentirmi al settimo cielo perché ho praticamente un ragazzo e la scuola sta andando benissimo, ma la realtà è che mi manca da morire il mio migliore amico. Mi sento un po' come quei bambini a cui viene tolto il peluche con cui dormivano la notte abbracciati e ci passavano tutto il giorno insieme. Mi sento vuota, senza niente da fare o da provare.
«Sì.» Ricambio il sorriso, scacciando ogni dolore e preoccupazione nell'angolo più remoto della mente. Martin è un ragazzo stupendo e mi rifiuto di pensare ad un altro mentre sto con lui. Si merita la parte migliore di me, ed è quella che avrà. «Scusa se ci ho messo un po'.»
Scrivere un giornalino serio è più impegnativo del previsto. A scuola era molto più semplice, un qualcosa di più squallido e per soli adolescenti; ora scrivo per un giornalino serio. Questo significa sforzarsi davvero di trovare argomenti interessanti, aiutare Aubrey con le immagini ed i font in modo che ci sia un buon impatto visivo... e cercare di non pensare che Ashton sta facendo la stessa cosa per la mia scuola. «Ma figurati.» Il moro dietro di me aspetta che gli sia di fianco per circondarmi le spalle con un braccio. «Sei stata bravissima oggi con quell'articolo, comunque.»
Sorrido. La scrittura è una delle cose che amo di più, perciò mi sento sempre felice quando qualcuno mi fa i complimenti al riguardo. «Grazie. Non sei stato male neanche tu.» Non capisco in effetti che rapporto abbiamo io e Martin. Siamo usciti ad alcuni appuntamenti, li ha definiti così lui stesso, e alcuni comportamenti potrebbero essere presi come se stessimo insieme -ci prendiamo per mano, camminiamo abbracciati, flirtiamo-, però non ci siamo mai baciati. Solo al mio compleanno mi ha dato un bacio vicino la bocca, ma è stato l'unico contatto tra le nostre labbra.
Usciamo dalla biblioteca, l'aria fredda è come uno schiaffo appena svegliata. Odio il freddo e in realtà anche il caldo, il clima tiepido è il mio ideale. Per questo amo la primavera, dove con una maglietta a maniche corte ed una felpa si sta benissimo. «Hey, ragazzi!» Nolan e Aubrey ci raggiungono, mano nella mano. Lui ha ancora la pelle pallida e la fissazione per i vestiti neri, Aubrey ancora si veste con tutti i colori. Oggi, in particolare, ha un vestito bianco e rosso, con un cerchietto giallo opaco. Mi sento sempre una persona orribile perché ogni volta mi tornano in mente come io e Ash vestivamo da piccoli le mie bambole e mi veniva da ridere.
Martin mi stringe più a sé, comportamento strano dal momento che non è possessivo né geloso: non ha mai fatto commenti sui miei amici maschi o cose simili. «Dove andate di bello?» Chiede Nolan, una volta che sono abbastanza vicini a noi da non gridare.
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Stand by me
RomanceCooperatori per il giornalino della scuola, passione per il basket e un talento innato per pedinare le persone senza farsi beccare sono solo le caratteristiche principali dell'amicizia di Ashton e Mackenzie, migliori amici dalla prima elementare. S...