Un mese dopo le cose sembrano essersi risolte. Le vacanze di Natale sono ufficialmente incominciate, Ashton è stato dimesso dall'ospedale e Martin è sempre più presente nella mia vita. L'unica cosa che ancora mi causa preoccupazione sono i miei genitori. So che mio padre ha un problema molto più serio che semplici problemi alla schiena, ma ogni volta che chiedo di più mi mentono. E poi mia madre mi lascia un bacio sulla testa, come se silenziosamente mi stesse chiedendo scusa.
Perciò, quando entrano in camera mia per parlare, non vedo l'ora di sentire che cosa hanno da dire, anche se so che potrebbe far male. Mi metto a gambe incrociate sul letto, la felpa di Ashton a farmi da quasi-vestito. Anche se ci vediamo spesso è sempre molto stanco, per cui ho ancora l'impressione di passare poco tempo con lui. Ogni volta che lo vado a trovare finiamo per parlare stesi l'uno di fianco all'altra sul suo letto e, mentre parlo, lui si addormenta. Ci vuole sempre tutta la mia forza per non rimanere e addormentarmi di fianco a lui.
«Mac, credo che dobbiamo parlare seriamente di quello che sta succedendo.» Papà mi prende la mano, mentre mia madre rimane in piedi e si appoggia alla porta. Non aspettano che io dica qualcosa, sganciano la bomba e basta, ancora prima che io possa prepararmi psicologicamente. «I miei problemi alla schiena stanno peggiorando a vista d'occhio. Ho problemi a stare dritto, a mettermi in piedi, ed i medici non sanno più che cosa fare. Ho provato con alcune medicine, ma non ci sono miglioramenti.»
Mi aspetto di tutto, perciò annuisco piano. Avevo immaginato che le cose non stanno andando benissimo, dal momento che sta facendo spesso dei controlli. Papà intreccia le dita con le mie. «Dovrò fare una piccola operazione tra un mesetto. Dovrò stare due giorni in ospedale e stare a riposo per un po'. Niente di troppo serio, ma non volevamo mettere altri problemi nella tua vita.»
«La tua salute non è un problema.» Corrugo la fronte, guardandolo negli occhi. Non sta mentendo, almeno. «Sicuro che è tutto?»
Papà ridacchia, facendomi segno di sì con la testa. «Certo che sì. Ti spiegherei nel dettaglio la situazione della mia schiena, ma sappiamo entrambi che siamo tutti e due delle frane in medicina, chissà che cosa ti direi.»
Mi scappa un sorriso e lo abbraccio, guardando da oltre la sua spalla mia madre. Ha il volto sereno, perciò davvero posso tranquillizzarmi. «Vi voglio bene.» Sussurro, dandogli poi un bacio sulla guancia.
«Anche noi.» Mamma fa un occhiolino, lanciando un'occhiata verso il mio armadio. «Chiedi ad Ashton se vuole venire un giorno di questi a cena da noi. Sta iniziando ad uscire di nuovo, giusto?»
«Sì.» Mi schiarisco la voce, sperando che non senta la mia gelosia. «Stasera esce con Anita.» Non è stato facile da parte mia fingere che mi andasse bene, ma non ho intenzione di fare come in passato ed ignorarlo solo perché non mi sta bene. Chissà quanti ragazzi incontrerò ad Harvard, poi. «Vado a fare una passeggiata, ci vediamo più tardi.» Li saluto con la mano e prendo la giacca in pelle dalla sedia della mia scrivania per non morire di freddo. Non dovrei avere problemi, dal momento che ho un maglione pesante e blu scuro.
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Stand by me
RomanceCooperatori per il giornalino della scuola, passione per il basket e un talento innato per pedinare le persone senza farsi beccare sono solo le caratteristiche principali dell'amicizia di Ashton e Mackenzie, migliori amici dalla prima elementare. S...