- 2 per l'epilogo 🦋
Il giorno dopo Ashton accompagna me e Martin a casa sua. Per quanto lui abbia paura di ritornare a Westminster stamattina mi ha detto che se ne sarebbe andato, ma non ho intenzione di lasciarlo da solo in una situazione del genere. Voglio assicurarmi che i suoi lo riprendono in casa, senza fare questioni.
Martin ed Ash sono nei posti davanti, io sono dietro, con la guancia poggiata sul sedile del guidatore. Oltre alle canzoni per radio la macchina è silenziosa: nessuno di noi sa cosa dire. Martin si tortura le mani, Ash tamburella con le dita sul volante a ritmo di musica. So che non dovrei sorridere in un momento del genere, ma non riesco a non pensare di essere proprio fortunata. Sono in macchina con il mio migliore amico, che ormai dovrei smetterla di definire così e chiamarlo semplicemente "il mio ragazzo" e Martin, che è riuscito ad avere un posto speciale nel mio cuore dal primo giorno. Effettivamente il fatto che ci siamo quasi messi insieme mi fa ridere: gli voglio bene, ma come ne voglio ad Alvin. Sarebbe strano stare con uno dei due, e non uno strano piacevole come è stato all'inizio con Ashton.
«Dimmi tu dove devo andare per casa tua.» Mormora quest'ultimo riferito al moro, che annuisce. Ha in faccia dipinta l'espressione del terrore. Gli metto una mano sulla spalla in segno di conforto. Non gliel'ho detto, ma voglio parlare con Aubrey e con Nolan di quello che è successo. So che non mi riguarda, ma ho già lasciato che i miei amici litigassero in passato e questo ha quasi portato alla distruzione del nostro gruppo -era colpa di Anita, in quel caso, ma mi sento comunque responsabile-, e non permetterò che succeda di nuovo. Le persone dovrebbero imparare a comunicare di più. Sono tutti bravi a scappare una volta che i problemi vengono a galla, ma non è così che si risolvono. Bisogna sedersi, magari davanti una bella tazza di tè, e mettere le carte in tavola.
«Alla fine di questo blocco c'è casa mia.» Sussurra Martin ad un certo punto. Ashton rallenta, io mi metto composta e mi siedo in modo decente al mio posto. Una volta arrivati davanti casa di Martin sento l'ansia opprimermi il petto. I miei l'hanno già rassicurato che avrà sempre un posto dove stare a casa nostra. Spero che lui lo sappia, perché ha passato tutta la mattinata prima a ringraziare e poi a scusarsi. In realtà è stato carino averlo in giro per casa... come se avessi un fratello.
Martin apre lo sportello non appena parcheggiamo. «Noi rimaniamo qui per qualunque cosa, va bene?» Gli dico, addolcendo la voce. Ashton annuisce e Martin mi dà un bacio sulla guancia, allungandosi dal suo sedile. Prima che possa aggiungere altro, è fuori l'auto. Aspetto che bussi a casa e che gli aprano la porta, facendolo entrare, prima di parlare. «Secondo te come andrà a finire?» Chiedo ad Ashton. Lui ha poggiato la testa sul sediolino, gli occhi sono chiusi.
«Non ne ho idea. È una situazione di merda.» Vorrei dirgli di essere un po' più delicato, ma effettivamente ha ragione. Se fosse capitato solo l'episodio di Aubrey e Nolan sarebbe stato un minimo meno grave, considerando che Martin avrebbe ancora un tetto dove stare. Quello che mi preoccupa di più, infatti, sono i suoi genitori.
STAI LEGGENDO
Stand by me
RomanceCooperatori per il giornalino della scuola, passione per il basket e un talento innato per pedinare le persone senza farsi beccare sono solo le caratteristiche principali dell'amicizia di Ashton e Mackenzie, migliori amici dalla prima elementare. S...