𝚌𝚑𝚊𝚙𝚝𝚎𝚛 𝚝𝚑𝚛𝚎𝚎

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Midoriya's POV

Silenziosamente, prima di acconsentire, per non dare l'impressione di essere scortese, mi soffermo ad osservarlo, quasi volessi studiare ogni dettaglio del suo viso.

La pelle è candida e, apparentemente, morbida; i capelli lisci, sono perfettamente divisi a metà in base ai colori: rossi a sinistra, bianchi a destra; gli occhi, però, sono la parte che osservo maggiormente, dopo aver notato il suo naso all'insù e le sue labbra sottili. Eterocromatici, uno è di un colore scuro, paragonabile a quello del carbone, l'altro azzurro, che la mia mente riconduce al mare, contornato da un'insolita cicatrice.

Si accomoda e, senza pronunciare alcuna parola, se non un flebile "grazie", comincia a mangiare, divorando gran parte della sua pietanza in pochi minuti.

"Sei Midoriya Izuku, giusto?" domanda dopo il medesimo arco di tempo.

"Si"

"Todoroki Shoto" risponde a sua volta presentandosi. Se non l'avesse fatto, probabilmente il suo nome sarebbe stato a me sconosciuto finché non fosse stato richiamato da qualcuno, che sia un docente o un compagno di classe. Forse avrei dovuto prestare attenzione alle presentazioni.

Il silenzio torna a regnare tra noi, facendomi respirare un'aria di tensione e disagio che mi porta a finire in fretta quanto ancora riposto nel mio piatto.

Ho sperato di esser stato più veloce, invece, io e il bicolore, ci siamo alzati quasi insieme, a distanza di qualche millesimo di secondo.

"Non sei di tante parole, vero?" chiede improvvisamente.

"No, ma tu non sembri essere da meno" rispondo quasi infastidito.

Lo guardo ancora, ma in modo differente rispetto a prima. Sembra accennare un sorriso, un gesto che non mi smuove affatto e mi porta a dirigermi nella direzione opposta alla sua, il punto di incontro. So che dovrei fare lo stesso, ma preferisco che la mensa si svuoti prima di raggiungere la mia nuova meta; andarci in compagnia non è sicuramente tra le mie idee.

Giunto lì dopo circa cinque minuti, noto che manca ancora qualcuno affinché il gruppo sia al completo, che non tarda ad arrivare ed è per poco puntuale, facendo finalmente parlare All Might.

"Ogni classe ha il proprio dormitorio, provvisto di camere, bagni, cucina e tanto altro. Una vera e propria dimora, con alcuni spazi che dovrete condividere - spiega -. Ci sono diversi piani, e le camere sono otto per ognuno di essi. Sul lato sinistro ci sono le camere maschili, sul destro quelle femminili" continua.

"Le vostre valigie sono già nella camera assegnatavi. Dovrete solo svuotarle e sistemare le vostre cose come più vi piace"

"Professore, per quanto riguarda la disposizione delle camere, invece?" domanda un ragazzo dai capelli azzurri e un paio di occhiali di forma rettangolare, eseguendo movimenti robotici.

"Ci stavo arrivando, giovane Iida" replica All Might, quasi fosse preparato.

"Una volta dentro, sul tavolo, ci sarà una piantina. Lì c'è la disposizione delle vostre stanze. Se avete dubbi, non esitate a chiedere" afferma.

"Non siate banali nell'arredamento. Sfruttate la vostra creatività, so che ne avete in abbondanza" aggiunge, con il suo solito sorriso, prima di congedarci.

Entriamo in quell'immenso edificio, momento che tutti aspettavamo e, inaspettatamente, è più grande di quanto pensassi. Mi avvicino al tavolo, rigorosamente in legno, ma pur sempre ben solido e, come se mi avesse letto nel pensiero, il bicolore mi affianca, compiendo le mie stesse azioni.

𝐆𝐥𝐢 𝐨𝐩𝐩𝐨𝐬𝐭𝐢 𝐬𝐢 𝐚𝐭𝐭𝐫𝐚𝐠𝐠𝐨𝐧𝐨 | 𝖳𝗈𝖽𝗈𝖽𝖾𝗄𝗎Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora