𝚌𝚑𝚊𝚙𝚝𝚎𝚛 𝚏𝚒𝚟𝚎

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Midoriya's POV

Usciamo dall'ennesimo negozio di vestiti, e le ragazze sono letteralmente piene di buste. La roba da loro comprata è così tanta, che mi domando se ci sarà spazio a sufficienza nei loro armadi e tra i loro cassetti per conservarla.

"Che dite, torniamo?" chiede Kirishima esausto, guardando l'orologio.

"Si, è buio e fa freddo" risponde prontamente Todoroki, con lo stesso sguardo spento di prima, ma con tono appena differente.

Intraprendiamo la strada seguita per giungere qui, ma la percorriamo al contrario, e durante il tragitto, nessuno osa fiatare. Si ode il fruscio del vento e i nostri piedi che calpestano le foglie cadute dagli alberi, ormai secche.

Messo piede nell'edificio, immediatamente mi fiondo nella mia stanza, chiudendomi successivamente al suo interno. Mi cambio, indossando indumenti certamente più comodi e, quando decido di tornare nella stanza da cui sono corso qui, mi trovo giusto in tempo per la cena. Mi accomodo a tavola e, seppur stando accanto ai miei compagni, tengo a starmene ugualmente in disparte per tutto il tempo.

Spesso e (non) volentieri ho avuto la sensazione che qualcuno mi stesse osservando, ma studiando gli sguardi altrui, nessuno mi stava pensando, perché troppo presi da i numerosi discorsi che rendono accesa la serata. Ma in fondo, di cosa mi stupisco?

"Io ho sonno, buonanotte" afferma all'improvviso il bicolore alzandosi, interrompendo finalmente, anche se per poco, il continuo parlottare degli altri, guadagnandosi infine strane occhiate da parte di alcuni.

"Buonanotte" ripetono diverse voci, quasi all'unisono.

Dopo poco faccio lo stesso, limitandomi semplicemente a dire che mi sto recando della mia stanza, senza dare ulteriori spiegazioni a nessuno.

Annuiscono, e non riesco a dire se hanno guardato in un certo modo anche me.

Mi cambio ancora, indossando questa volta il pigiama, rigorosamente verde, la cui maglia ha stampe sparse qua e là di panda in miniatura. Mi stendo sul letto, posando il capo sul cuscino per poi chiudere gli occhi.

Non mi spiego il perché, ma lo sguardo del ragazzo dai capelli bianchi e rossi è impresso nella mia mente come un chiodo fisso e mi impedisce di prendere sonno. Quegli occhi erano privi di emozioni e me ne sono reso conto più volte; spenti, ma come se, allo stesso tempo, volessero dire qualcosa; indecifrabili, che sembra impossibile anche solo provare a capirci qualcosa.

Non so come, ma alla fine mi addormento, con il pensiero del suo sguardo eterocromatico che mi tormenta, ma che mi permette comunque di passare una notte tranquilla, se non si considerano le volte in cui mi sono svegliato a causa di rumori provenienti dal piano superiore.

Mi sveglio, per l'ultima volta, alle sette, ma in questo caso a causa del rumore assordante provocato dalla sveglia, che mi suona nell'orecchio sinistro, facendomi sobbalzare dallo spavento. Mi alzo, con il morale a terra e senza voglia di cominciare una nuova giornata, e afferro dall'armadio la prima maglia che mi capita sottomano.

Esco dalla stanza, senza badare troppo al fatto che vesto ancora il pantalone del pigiama, e mi dirigo a passo lento sulle scale, che mi conducono al piano terra, dove trovo solo Kaminari e Mineta, che mi salutano con in volto un'espressione molto simile alla mia.

Saluto a mia volta con il mio solito tono freddo e, prima di accomodarmi, riscaldo con cautela del latte, prestando attenzione, in modo che non diventi eccessivamente caldo. Dopo averlo versato nell'apposita tazza, inzuppo qualche biscotto nel liquido, osservando attentamente questi sgretolarsi e, talvolta, affondare, arrivando sul fondo del recipiente di forma quasi cilindrica.

𝐆𝐥𝐢 𝐨𝐩𝐩𝐨𝐬𝐭𝐢 𝐬𝐢 𝐚𝐭𝐭𝐫𝐚𝐠𝐠𝐨𝐧𝐨 | 𝖳𝗈𝖽𝗈𝖽𝖾𝗄𝗎Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora