𝚌𝚑𝚊𝚙𝚝𝚎𝚛 𝚏𝚒𝚏𝚝𝚢 𝚏𝚒𝚟𝚎

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Midoriya's POV

"FORZA RAGAZZI, VOGLIO VEDERVI MUOVERVI A RITMO DI MUSICA" non fa che ripetere, urlando al microfono, quella voce stridula che ho scoperto appartenere ad una ragazza del secondo anno.

La palestra è talmente piena che a momenti non si respira, perciò molti studenti spesso prendono a camminare avanti e indietro per i corridoi, di gran lunga meno affollati, o escono a prendere un po' d'aria.

Ballare è quasi impossibile: se solo qualcuno prova a muovere le braccia, finisce per colpire accidentalmente qualcun'altro che ha accanto o dietro a sé. I tavoli con le bevande sono i punti più larghi della palestra, per cui cerco di mantenermi in quelle vicinanze per la maggior parte del tempo.

Sorseggio lentamente l'acqua fredda versata pochi secondi fa nel mio bicchiere, mentre i miei occhi restano fissi sulla pista colma di gente. Ho perso di vista quei pochi compagni di classe che avevo incontrato, ma restare solo, stranamente, non mi mette a disagio, né in ansia.

"Dai su, vi faccio riposare un po' - afferma ancora la studentessa mentre clicca un pulsante, che fa partire un'altra canzone - coppiette, tocca a voi. Vi dedico questo lento" sorride, infine, togliendosi le cuffie dalle orecchie.

La calca viene a mancare sempre più, lasciando spazio a centinaia di coppie che ora ballano insieme, seguendo il ritmo dolce e lento della canzone che accompagna i loro movimenti. Istintivamente sorrido, nonostante sia un'espressione più malinconica che allegra.

Una mano mi tocca una spalla e mi fa voltare, costringendomi a mettere da parte quei pensieri che pian piano stavano occupando la mia mente. Quella mano, poi, afferra delicatamente la mia e mi trascina via via con sé, fino a raggiungere le numerose coppie di studenti.

"Spero non ti dispiaccia - sorride il bicolore dopo aver puntato i suoi occhi eterocromatici nei miei -, volevo ballare con te come non succede da tanto"

La sua frase, seppur sussurrata e udita scarsamente, lascia trasparire un filo di tristezza che sparisce con il proseguire della canzone.

"Non mi dispiace affatto, ti stavo aspettando" rispondo deciso, convinto al cento per cento di quanto appena detto. La mia testa, spontaneamente, scontra il suo petto, mentre il suo viso finisce tra la mia folta chioma verde.

Mi stringe forte a sé, e il suo calore e il profumo che emana mi fanno sentire a casa. Nessun ricordo riaffiora la mia mente, ma quanto percepito basta a farmi capire quanto importante sia per me questo ragazzo. Milioni di farfalle svolazzano nel mio stomaco mettendolo in subbuglio, mentre un numero indefinito di brividi percorre interamente la mia spina dorsale.

La musica, d'un tratto, sembra essere scomparsa, lasciando spazio solo a noi. In questo momento, nel bel mezzo di questa palestra, non c'è niente e nessuno, se non un assoluto silenzio e le nostre figure che si muovono in contemporanea. Sorrido senza che lui mi veda, ma convinto e speranzoso che lo sappia.

"Midoriya" mi richiama incerto, catturando la mia attenzione e facendomi tornare con i piedi per terra.

Sospira prima di proferir parola, e si intravede appena un briciolo di incertezza nel suo volto sorridente. Delle lacrime, d'improvviso, cadono dai suoi occhi e percorrono le sue calde e morbide guance. Il suo sorriso resta lì, ma a momenti sembra essere sul punto di spegnersi.

"T-tu non sai quanto m-mi m-manchi, mi sembra di vivere a m-metà da quando lui ti ha portato via da me"

Resto in silenzio ad ascoltare le sue parole mentre il suo cuore batte così forte, che a momenti potrebbe uscirgli dal petto come un orologio a cucù. Non riesco a dir nulla, ma cerco quel contatto visivo che, anche se difficilmente, dopo poco arriva.

𝐆𝐥𝐢 𝐨𝐩𝐩𝐨𝐬𝐭𝐢 𝐬𝐢 𝐚𝐭𝐭𝐫𝐚𝐠𝐠𝐨𝐧𝐨 | 𝖳𝗈𝖽𝗈𝖽𝖾𝗄𝗎Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora