𝚌𝚑𝚊𝚙𝚝𝚎𝚛 𝚝𝚠𝚎𝚗𝚝𝚢 𝚜𝚎𝚟𝚎𝚗

336 20 0
                                    

Midoriya's POV

Strofino delicatamente le mie mani sugli occhi, sbatto più volte le palpebre e li apro, mettendo pian piano a fuoco l'ambiente circostante.

E succede tutto d'improvviso, quando le sue labbra si posano sulle mie.

Non ho ancora realizzato ciò che è successo, non riesco a metabolizzare che sia realmente accaduto. È stato un sogno? O la mia testa ha deciso di farmi uno scherzo?

Todoroki mi ha baciato?

Continuo a fissare il soffitto, senza riuscire a dare una risposta a nessuna di queste domande, mentre altre continuano a sorgere.

Decido di alzarmi e camminare per “cambiare aria”, così esco dalla stanza e mi reco in bagno, portando con me un cambio. Tra i corridoi regna il silenzio, quindi cerco di non fare rumore, per evitare di svegliare i miei compagni.

Mi sfilo di dosso la maglia del pigiama con una mossa rapida, mi guardo allo specchio e, successivamente, sciacquo il viso con dell'acqua fredda. Afferro un'asciugamano e me lo strofino sul volto, finché non lo sento completamente asciutto. Sollevo lo sguardo e torno a fissare il mio riflesso, ma è attraverso esso che noto una figura maschile alle mie spalle: Todoroki.

"Oh, ci sei anche tu" commenta dopo avermi visto.

Mi volto nella sua direzione e, nel momento in cui mi accorgo che il suo sguardo finisce sul mio petto nudo, le mie guance si tingono di rosso. Mi affretto a prendere il mio indumento superiore e lo indosso sotto il suo sguardo, mentre penso a qualcosa da dire subito dopo.

"Buongiorno anche a te" è tutto ciò che mi passa per la testa.

Sorride e, quando distoglie totalmente lo sguardo da me, finisco di cambiarmi. Tante domande vagano nella mia mente e, allo stesso tempo, penso a come dovrei comportarmi, cercando poi di distogliere ogni pensiero di questo tipo dalla mia testa

"Andiamo a fare colazione?" domando mentre esco dal bagno, lasciandomi qualcosa alle spalle, partendo dal mio pigiama, per poi finire al ragazzo. Annuisce e mi segue, così scendiamo le scale silenziosamente, uno affianco all'altro.

Giunti al piano terra, sistemo due tazze sul tavolo, mentre il ragazzo riscalda del latte e prepara un paio di toast per ciascuno. Non è facilmente percepibile perché lieve, ma c'è una certa tensione tra noi che mi rende alquanto nervoso.

Mi siedo mentre lo aspetto e, dopo pochi minuti, arriva con un piatto tra le mani. Lo posa al centro del tavolo, mentre con l'altra mano versa il latte nelle apposite tazze.

"Todoroki" lo chiamo, maledicendomi un'istante dopo per averlo fatto; egli mi osserva, scrutando ogni centimetro di me, nell'attesa che continui a parlare.

"E-ecco, i-ieri sera i-io-"

Sorride, mandandomi in tilt per l'ennesima volta, senza essermi però d'aiuto.

"Scusami" risponde, senza avermi fatto finire, con un certo rossore in viso.

"M-ma n-no"

Smettila di balbettare, idiota.

"I-io"

"T-todoroki, io ti p-piaccio?" domando quasi spaventato dalla risposta che potesse darmi.

"Pensavo fosse evidente" risponde con la medesima espressione sorridente, ma appena più falsa.

"Si, Midoriya. Penso proprio di sì. Ma immagino di aver rovinato tutto, o sbaglio?" abbassa lo sguardo, per poi rialzarlo una volta ricevuta risposta.

"Sbagli eccome"

"È che per me è tutto nuovo - sorrido -. È come se avessi ricominciato a vivere da quando ci sei tu. E devo ammetterlo, non ci capisco più niente" mi gratto la nuca.

Il suo sguardo è attento e capisco da esso che vuole che continui a spiegare.

"I-io non ho mai p-provato qualcosa del genere per q-qualcuno" affermo balbettando, ma con aria seria.

"Q-quindi il b-bacio di ieri ti é p-piaciuto?"

Annuisco. È inspiegabile ciò che ho provato quando le sue labbra sono entrate a contatto con le mie, per questo non sono di tante parole. Non erano solo farfalle. Era molto di più, e sarebbe bello se accadesse ancora.

Prendiamo entrambi un toast e, silenziosamente, facciamo colazione, quasi rompendo quella nuova armonia che si stava pian piano creando.

"In pomeriggio, mi daresti una mano con latino?" domanda dopo aver addentato il pezzo rimastogli tra le mani.

"Certo"

"Vieni da me?" domanda ulteriormente.

Annuisco, mentre lui sorride e si alza. Io, invece, mi butto sul divano. È ancora presto e tutti dormono, e non sono tante le cose da fare senza provocare alcun rumore.

"Ma se uscissimo?" domanda buttandosi con la grazia di un elefante su di me.

I nostri visi sono così vicini e il mio sguardo finisce sulle sue labbra, le quali vorrei si posassero ancora sulle mie. La voglia di azzerare la distanza che ci separa sale sempre più, ma qualcosa mi dice di aspettare, ed io, come sempre, seguo l'istinto.

"Sembra che tu abbia visto la madonna" commenta, facendomi rendere conto di non avergli risposto.

Mi sembra di vedere un dio greco, fa lo stesso?

"S-si"

"M-ma ora?"

Annuisce, per poi alzarsi da me.

"D-d'accordo"

Mi affretto a tornare nella mia stanza, prendo una giacca che successivamente indosso e torno al piano terra, dove Todoroki mi aspetta.

"Sei pronto, broccolo?"

"Ti ho detto di non chiamarmi così" sbotto, con un finto broncio in volto

"E si"

Apre la porta, permettendomi così di uscire, e mi segue, per poi chiuderla senza farla sbattere eccessivamente. Non ho mai vagato per strada a quest'ora del mattino, ma dovrei farlo più spesso: nonostante la temperatura sia bassa, l'atmosfera è tranquilla. Si odono solo i rumori di quelle poche macchine che circolano e dei mezzi di trasporto che si muovono per strada.

"Stavo pensando - dico improvvisamente -. Se ti va, un giorno di questi, potremmo guardare l'alba insieme"

Mi guarda senza dire nulla, e sento le mie guance andare a fuoco, dato il contatto visivo che ci unisce.

"Quando vuoi" risponde dopo svariati secondi.

"Come mai?"

"Quando ci siamo addormentati insieme, qualche giorno fa, mi svegliai e la osservai per poco alla finestra. Ammirarla con te, è stata la prima cosa a cui ho pensato quando la vidi"

Sorride e non dice nulla, come al solito.

"Perché sorridi solo con me?"

"Tu sei speciale" risponde, riportando lo sguardo sulla strada.

"Mi fai stare bene"

"Non faccio niente" sussurro.

"Non dire cazzate" sbotta.

"Sarà vero che ci conosciamo da poco, ma in quattro mesi mi sei stato accanto più di qualsiasi altra persona fino ad ora"

"So che è scontato, ma per me è importante"

Spero che stia scherzando.

"Davvero pensi che sia scontato?" domando, quando finisce di spiegare.

"Non lo so, forse"

"Allora sei tu quello che dice cazzate, Todoroki"

Torna a guardarmi, ma con aria confusa.

"Stai dicendo queste cose ad una persona che non ha mai avuto nessuno" spiego serio.

"Non è scontato, davvero"



















𝐆𝐥𝐢 𝐨𝐩𝐩𝐨𝐬𝐭𝐢 𝐬𝐢 𝐚𝐭𝐭𝐫𝐚𝐠𝐠𝐨𝐧𝐨 | 𝖳𝗈𝖽𝗈𝖽𝖾𝗄𝗎Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora