𝚌𝚑𝚊𝚙𝚝𝚎𝚛 𝚝𝚠𝚎𝚗𝚝𝚢 𝚝𝚑𝚛𝚎𝚎

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Midoriya's POV

"Mettetevi in fila, non creamo confusione! - afferma il robot - Cercate il vostro regalo, e poi andate"

Porto le mani in tasca, mentre aspetto che arrivi il mio turno.

È Natale.

I nostri genitori ci hanno spedito dei regali, e tutti hanno fatto i salti di gioia non appena appresa la notizia. A me, come sempre, non ha provocato chissà quale sensazione. Certo, mi ha fatto piacere, ma non ci sarei rimasto male se non fosse arrivato nulla.

Riconosco immediatamente il mio regalo, quando lo vedo sotto un ramo dell'albero. È incartato con della carta verde, il mio colore preferito, e c'è persino un fiocco, del medesimo colore, ma di una tonalità più scura.

Sciolgo il nodo e poi scarto lentamente il tutto, mentre la curiosità mi pervade, crescendo pian piano sempre più. Ne fuoriesce una scatola, alla quale è attaccato un biglietto bianco, che leggo prima di scoprire ciò che il quadrato di cartone contiene. Lo apro lentamente, come se avessi paura di sapere cosa contiene, e la vocina nella mia testa legge ad alta voce.

Buon Natale, tesoro.
Sei sempre nei miei pensieri e mi manchi tanto.
La casa è vuota senza te che, nonostante tutto, mi riempivi il cuore di gioia.
Spero tu stia bene.
Ti voglio bene.
Mamma.

Lo richiudo e lo poggio sul tavolo, accanto al pacco che aspetta di essere aperto. Mi sento quasi in colpa per non averle fatto sapere nulla di ciò che accade da quando sono qui, ma sono successe così tante cose che non saprei da dove cominciare.

Apro, poi, finalmente la scatola, contenente una felpa completamente bianca. È un regalo semplice, ma ha il profumo di casa, e devo ammettere che un po' mi manca. Ne ho sempre voluta una di questo colore, dato che l'unica che avevo, ormai non mi va più.

"Midoriya!"

Riconosco la sua voce e istintivamente volgo lo sguardo nella sua direzione.

"Todoroki, buon Natale" esclamo contento.

"Anche a te" risponde, sedendosi al mio fianco.

"Bella!" afferma guardando l'indumento che ho tra le mani.

"Me l'ha regalata mia madre"

Solleva gli angoli della bocca, facendomi rallegrare.

"Volevo darti questo - continua poi, porgendomi una busta -. È il mio regalo per te"

"Non dovevi" dico afferrandola.

"È il minimo" ribatte alzandosi, seguito da me.

"Ho qualcosa da darti anch'io"

"Li apriremo insieme, allora" afferma dolcemente, mentre mi guarda attentamente, facendomi perdere nei suoi occhi.

skip time

Sono arrivato al quarantaquattresimo gradino, e non so quanti ancora ne manchino per raggiungere il secondo piano. Le mie mani tremano, e non so perfettamente il perché. Non ho motivo di essere agitato, giusto? È un semplice regalo di Natale.


Tra le mani ho anche quello che mi ha dato lui, che, come promesso, è ancora perfettamente intatto.

𝐆𝐥𝐢 𝐨𝐩𝐩𝐨𝐬𝐭𝐢 𝐬𝐢 𝐚𝐭𝐭𝐫𝐚𝐠𝐠𝐨𝐧𝐨 | 𝖳𝗈𝖽𝗈𝖽𝖾𝗄𝗎Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora