𝚌𝚑𝚊𝚙𝚝𝚎𝚛 𝚝𝚑𝚒𝚛𝚝𝚢 𝚝𝚠𝚘

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Midoriya's POV

Le giornate trascorrono con una certa velocità che, quando inizia un nuovo giorno, neanche mi sembra di aver vissuto a pieno il precedente; ma questo, forse, avviene anche perché non faccio altro che studiare. A volte da solo, altre con Todoroki, col quale tutto sembra andar bene, e altre ancora in gruppo.

A breve ricominceranno le interrogazioni, eccetto scienze, il cui giro è già iniziato, e latino che, probabilmente, partirà domani.

Siamo a metà anno, eppure mi sembra manchi ancora tanto alla fine.

Inaspettatamente, qualcuno bussa alla mia porta, perciò mi allontano dalla scrivania e corro ad aprire, trovando Kaminari con uno smagliante sorriso dipinto in volto.

"Ciao, Midoriya!" mi saluta allegro, coinvolgendo anche me, che sorrido a mia volta.

"Ciao! Vuoi entrare?" domando spostandomi leggermente e indicando l'interno della stanza con la mano.

"No, grazie. Ero venuto a chiamarti, te ne stai sempre qui tutto solo, e volevo sapere se ti va di stare un po' con noi, giù"

Mi volto in direzione del mio materiale scolastico, distribuito tra il letto e la scrivania, e lo guardo, incerto sul da farsi.

Ho studiato così tanto, che quasi so i libri di quelle materie a memoria, quindi, forse, fermarmi un po' mi farà bene. Annuisco in direzione del ragazzo e chiudo la porta, e insieme ci dirigiamo al piano inferiore.

"Stavate facendo qualcosa?" domando, mentre scendiamo la seconda rampa di scale.

"Volevamo giocare ad obbligo o verità" si gratta la nuca.

"Sempre odiato" commento.

"Non accetto un no come risposta" ridacchia.

Non rispondo, sapendo che oppormi non servirebbe a niente; specialmente in questo caso.

Giunti a 'destinazione', cerco immediatamente il bicolore tra i miei compagni e, quando scorgo la sua immagine, lo raggiungo. È con Bakugo e Kirishima, quindi immagino che sia la candela della situazione. Saluto i tre, che spostano contemporaneamente i loro sguardi su di me e prendono a fare battutine.

"Ah, sei vivo" commenta sarcastico il rosso.

Mi gratto la nuca imbarazzato, mentre loro ridono alla sua affermazione.

"RAGAZZIII" urla Kaminari.

"ORA CHE CI SIAMO TUTTI, DIREI CHE-"

"Calmati" lo interrompe Jiro, rifilandogli uno schiaffo.

"Quando gridavi tu nessuno diceva nulla" sbotta il ragazzo, massaggiandosi il capo, al quale dò mentalmente ragione.

Ci sediamo in cerchio, ed io sono in mezzo a Todoroki e Uraraka. Una bottiglia viene posizionata al centro della circonferenza, e il primo a farla girare è Tokoyami. Dopo svariati giri e spostamenti verso destra, si ferma in direzione di Asui, che sceglie verità.

"Sarò buono, qual è stata la peggior figura che hai fatto in pubblico?"

La ragazza sembra pensarci un attimo prima di cominciare a raccontare l'episodio.

"Dovevo prendere il treno, ma quando arrivai in stazione, uno partì in quell'esatto momento, e pensavo fosse il mio"

"Cominciai a corrergli dietro, urlando frasi del tipo fermatevi! o vi siete dimenticati di me! - si ode qualche risatina, specialmente da parte delle ragazze, mentre la verde continua a parlare. - Ad un tratto caddi e un ragazzo venne in mio soccorso. Il biglietto mi era caduto, perciò lui lo prese, mi aiutò ad alzarmi e, dopo avermelo ridato, disse anch'io devo prendere questo treno, ma stai solo sprecando fiato, non è ancora passato" conclude, cercando di imitare la voce del ragazzo.

Le risatine dei presenti si placano dopo diversi minuti e, quando le acque si sono calmate, continuiamo a giocare.

La bottiglia ha indicato almeno una volta ognuno di noi, persino me, che ho sempre scelto verità, ricevendo, per fortuna, domande banali. In quel momento, però, finisce nuovamente in mia direzione e, inevitabilmente, sono costretto a scegliere obbligo.

"Hai presente Uraraka?" domanda Mineta.

"Baciala" continua, senza darmi il tempo di replicare.

"No!" affermiamo entrambi all'unisono.

È l'unica a conoscenza dei sentimenti che provo nei confronti del bicolore. E, tra l'altro, ha quasi guadagnato la mia totale fiducia. È una vera amica, e su questo non ci sono dubbi.

"In questo caso, dovrai baciare qualcun altro" afferma seccato il ragazzo dai capelli viola.

"Puoi scegliere tu, a patto che sia un ragazzo"

Odo quelle parole e mi tranquillizzo, anche se non totalmente. Tuttavia, per un istante non ci penso, e non perdo tempo a fiondarmi sulle labbra del bicolore, che ricambia il mio bacio. So che tutti, probabilmente, si staranno chiedendo perché abbia scelto proprio lui, ma non darò spiegazioni a nessuno; non in questo momento.

"Sappiatelo, io vi shippo!" esclama entusiasta Jiro, la quale viene seguita dal resto delle ragazze e alcuni ragazzi, ma non da Mineta, che non sembra per niente soddisfatto. Non so perché ce l'abbia con me, ma se non mi sopporta, sappia che non è il solo. I suoi modi di fare sono strani. Pensa solo ad una cosa, le ragazze, e non capisco cosa sia venuto a fare in questa scuola, dato che il suo rendimento non è neanche tra i migliori.

Scaccio quei pensieri dalla mia mente e, dopo altri turni, mi alzo e mi allontano dal gruppo, ormai stanco di giocare. Mi siedo sul divano, venendo affiancato dopo poco da Uraraka, Asui, Jiro, Kirishima, Kaminari e Bakugo.

"State insieme?" domanda immediatamente la ragazza dai capelli verdi.

Arrossisco, e in risposta scuoto la testa.

"Sbrigatevi, non vi sopporto più" commenta il porcospino, provocando una risata generale, che non va oltre il gruppetto andatosi a formare.

"Ti aiutiamo noi" afferma Uraraka.

"C-cioè, dovrei c-chiederglielo io?" balbetto, fin troppo nervoso.

"Non direttamente, ma qualcuno dovrà pur fare il primo passo" spiega Jiro.

"E quel qualcuno sei tu" conclude Kirishima, per poi ricominciare a parlare.

"Non si direbbe, ma lui - indica il biondo - ci sa fare, saprà aiutarti"

Guardo Kacchan interrogativo, il quale mi fa capire che, appena possibile, mi spiegherà tutto.

Sorrido, mentre il resto del gruppo continua a farfugliare e pianificare qualcosa riguardante me e il bicolore. Non ascolto tutto, ma una domanda comincia a farsi strada dentro me.

Cosa siamo noi?

Si, insomma, siamo qualcosa? 

Vorrei chiederglielo, ma la paura di ricevere una risposta negativa mi assale. Magari, tutto sta accadendo per caso. Ma se fosse voluto? Sarebbe qualcosa di stupendo, ma che allo stesso tempo mi spaventa.

E se si stancasse di me?

No, non succederà, non lo permetterò ancora. Non darò lui motivo per andarsene.

"Midoriya, ci sei?" mi sventola davanti una mano Kaminari.

"Si. Si, scusami" gli sorrido, senza mettere da parte dubbi e paranoie.

Poso lo sguardo sul ragazzo che, da qualche tempo, mi ha fatto letteralmente perdere la testa.

E pensare che, inizialmente, non mi stava bene.

Ora, invece, sembra non possa farne a meno.

𝐆𝐥𝐢 𝐨𝐩𝐩𝐨𝐬𝐭𝐢 𝐬𝐢 𝐚𝐭𝐭𝐫𝐚𝐠𝐠𝐨𝐧𝐨 | 𝖳𝗈𝖽𝗈𝖽𝖾𝗄𝗎Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora