1. What's mean "saranghae"?

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C'era una cosa che Taehyung non aveva mai capito da quando lavorava con gli altri ragazzi. Aveva firmato un contratto con clausole e restrizioni, contratto che tutti gli Idol, nessuno escluso, maschio o femmina che fosse, aveva avuto tra le mani. Gli era andata bene fingere di non aver mai avuto scappatelle occasionali, gli era andata meno bene non poter farsi vedere in giro con un'amica femmina che subito si gridava allo scandalo; non gli era chiaro fino in fondo il perché fosse vietato farsi crescere solo un minimo di barba, ma anche quella era andata bene, come tutte le altre cose non scritte.

Ma ciò che non aveva realmente mai compreso, era il perché si scatenasse il panico ogni qualvolta diceva a qualcuno dei membri che gli voleva bene. E ancora di più, quando il diretto interessato di queste parole era Jimin.

Jimin rappresentava il suo universo: era il suo migliore amico, suo fratello, la sua anima gemella, il suo rifugio. Jimin era l'altra metà di lui, era stato chiaro fin da primo istante in cui si erano presentati nel vecchio dormitorio della prima sede della Big Hit, dove avevano condiviso una stanza troppo piccola per sette persone. Jimin era quello che più di tutti rappresentava la parola 'casa', perché se c'era Jimin, Taehyung non si sentiva mai solo, neanche quando non si parlavano, anche quando erano impegnati a fare qualcosa separatamente, anche quando Jimin-ah volava a Busan e lui a Daegu a trovare la famiglia. Comunque fosse, Jimin c'era, e tanto bastava.

Perciò, quale motivo avevano tutti di farsi prendere dall'ansia se ogni tanto gli diceva 'ti voglio bene'? Insomma, erano loro, tutti sapevano quale tipo di legame li univa fin dai tempi della scuola.
Era il loro periodo da trainee, si erano appena trasferiti entrambi a Seoul ed erano finiti nello stesso liceo. A quell'epoca, Tae era un ragazzino casinista che non aveva faticato a farsi degli amici, mentre Jimin, che col suo corpo aveva sempre avuto qualche problema, era un piccoletto paffuto che secondo Taehyung veniva preso in giro un po' troppo spesso da alcuni studenti maledettamente stronzi.

La loro amicizia era nata così, tra uno "svegliati Taehyung, faremo tardi a scuola" e un "grazie, Tae, ma me la cavo da solo". Jimin era troppo buono per questo mondo e Taehyung l'aveva capito subito.

Non era raro però che le parti si invertissero.

Dopo il debutto, qualche fans non proprio fans, aveva iniziato a dire che V era il membro più inutile del gruppo. Ai fansing, Tae era stato rifiutato più di una volta e questo aveva leso la sua autostima. Ed era difficile che Taehyung si sentisse inadeguato.

Jimin lo aveva sempre visto come molto sicuro di sé, ma dopo soli tre anni di conoscenza si era reso conto di sapere ancora poco del lato sensibile di Tae. Per questo Jimin aveva deciso di stargli sempre vicino, per dargli quel supporto di cui necessitava l'altro quando gli veniva meno. Per prendersi cura di lui come aveva fatto Tae durante la scuola. Per volergli bene.

Ma Jimin, a differenza del suo migliore amico, non si accorgeva di come reagivano gli altri ragazzi o lo staff, o i manager, al rischioso "Jimin-ah, mi piaci un sacco". Mica voleva dire niente. La maggior parte della gente e dei colleghi, poi, la prendeva sul ridere e così faceva Jimin. Ovviamente non rideva di Taehyung, sapeva quanto importanti fossero i sentimenti per lui, e quanto fosse spontaneo e genuino nell'esternarli. Lo faceva in ugual modo con gli altri: una volta, davanti alle telecamere, aveva detto di voler bene anche a Yoongi. Perché se Tae lo diceva al loro hyung doveva essere diverso da come lo diceva a lui? Il significato di quel "saranghae" era identico per Yoongi, per Jungkook, Seokjin, Namjoon o Hobi... giusto?

Sì, poteva essere così, o poteva essere che nessuno avesse ancora pensato seriamente al fatto che quel 'bene' era traducibile in qualcos'altro. E i primi che non lo avevano pensato seriamente erano stati proprio Jimin e Taehyung.

***

Piccole note:

Prima slash della mia vita, sarà molto soft.

Gli avvenimenti riprendono alcune cose accadute realmente, ma molte situazioni e aneddoti saranno inventati.

Grazie a chi leggerà. Lasciatemi dei commentini per farvi sapere se vi sta incuriosendo.

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