"Ah, ma che... Maledizione!"
L'imprecazione trattenuta di Jimin fece voltare Taehyung, intento fino a un attimo prima a giocare con il suo cellulare. Lo posò sul materasso e diresse la sua attenzione sull'espressione infastidita dell'altro che scendeva dalla bilancia.
"Che succede, 'min-ah?"
"Ho preso un altro chilo. Sono tre in un mese".
"Male non ti fa, sei troppo magro ultimamente", lo rimproverò pacatamente Taehyung.
"Devo perderli".
"No che non devi".
"Di questo passo non riuscirò più a ballare, rimbalzerò".
Ci risiamo, pensò Taehyung rabbuiandosi. Era in vena di cretinate quella sera.
"Ci si pesa al mattino a stomaco vuoto, comunque, non alle undici passate di notte".
Jimin gli lanciò un'occhiataccia in tralice. Levò la maglia restando a petto nudo, trafficando nei cassetti in cerca di un pigiama pulito.
"Devo arrivare almeno a cinquantotto chili".
"Adesso quanto sei?" domandò Taehyung, scettico. Non era sicuro che quello fosse un peso forma per un ragazzo alto un metro e settantacinque.
"Uhm... sessantuno", brontolo Jimin, chiudendo il cassetto.
"Ma va bene, no?"
"No! Non voglio perdere chissà quanto, i tre chili che ho messo su saranno sufficienti". Jimin sbuffò di frustrazione, iniziando ad agitare gli indumenti che aveva in mano e muovendosi nervosamente per la stanza. "Tornerò ad assomigliare a un maiale, altrimenti, e non voglio! Ne ricevo già abbastanza di cattiverie, non anche questo! Non più! Lo odio!"
Taehyung si mise a sedere sul letto. Osservò il suo amico tirarsi i capelli all'indietro, l'espressione sofferta.
"Jimin, guardati", disse indicando il suo intero corpo, il petto ancora scoperto, non più muscoloso come una volta ma ancora tonico. "Sei bellissimo".
Il complimento fece bene all'autostima di Jimin e detto da Taehyung era ancora più apprezzabile, perché sincero. Tae era sempre schietto, non solo con lui, con tutti. Potevi essere certo che quando gettava fuori una frase detta in quel determinato modo e con quell'espressione sul viso, diceva ciò che pensava dal più profondo del cuore. Non era una sviolinata. Non lo stava facendo perché lo vedeva nervoso e giù di morale.
"Grazie, Tae, ma..."
"Cosa ma ? Non sei mai stato grasso".
Un discorso che avevano intrapreso decine di volte.
Jimin rise una volta soltanto, rise per non imprecare. Solo perché Taehyung non aveva mai dato importanza alle sue guance paffute non significava che fosse così per tutto il mondo. Ma lui ragionava con una tale genuinità..
Jimin aveva imparato più o meno a 'fregarsene' dei pareri di terzi, o più precisamente a guardarsi e accettarsi. Ci aveva lavorato tanto e di passi avanti ne aveva fatti. Solo che poi arrivavano i commenti, precisi come orologi svizzeri e proprio nei periodi in cui i dubbi ritornavano. Sapeva perfettamente che dare adito a voci mute dietro a uno schermo era da sciocchi, infantile, stupidissimo, ma Jimin era troppo sensibile, e su quell'argomento una volta in più.
Jimin era bello ma non riusciva a piacersi veramente.
Passò una mano su quelle guance che, per quanti chili mandasse giù, di diventare più sottili non volevano saperne.
Interpretando correttamente il gesto, Taehyung gli si avvicinò e afferrò la sua faccia, strizzandola fino a fargli sporgere le labbra.
"Co'ah 'ai?" fu la domanda soffocata di Jimin.
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I'm Your Angel (Vmin)
Fanfic"Dimmi solo che mi vuoi bene, che siamo amici come prima. Non voglio sentire altro". "Non posso dirtelo, non capisci?! Non siamo più amici. Io ti amo, e tu non hai capito un cazzo... " "Ma non ti rendi conto che hai rovinato tutto?!" Perché Jimin no...