Aveva perso un po' la cognizione del tempo, Jimin, ma doveva essere passata più o meno un'ora da quando si trovava lì.
Hyooshik e Minhyuk erano usciti dalla stanza per parecchio tempo, li sentiva parlare ma riusciva a capire solo sprazzi di conversazione. C'era stata qualche imprecazione e di tanto in tanto dei singhiozzi.
Una guancia gli doleva per lo schiaffo ricevuto, le braccia e le gambe gli si erano intorpiditi da non sentirli quasi più, e benché avesse preoccupazioni maggiori del freddo, non poteva non rimpiangere di essere sprovvisto di una sciarpa e un cappello oltre al giubbotto. In quel posto si gelava, aveva iniziato a tirare vento fuori. L'aria ghiacciata di gennaio si insinuava tra gli infissi consumati dal tempo, portando con sé l'odore spiacevole della ruggine e della polvere.
D'un tratto, le voci fuori dalla porta si fecero più forti e riuscì a distinguerle meglio. Stavano litigando?
"Smetti di frignare! Ti ho detto che ne usciremo puliti, come ne sono uscito io in tutti questi mesi".
"Ma abbiamo rapito una persona, Hyooshik! E stiamo per fare una cosa orribile ad un altra!"
"Voglio solo spaventarlo un po'... "
"C-con quella?"
La voce di Minhyuk aveva tremato e Jimin lo aveva immaginato indicare la pistola. Si concentrò per non imitare il ragazzino e cadere preda dello sconforto. La voce di Hyooshik gli fece poi riaprire gli occhi che aveva serrato.
"Non si farà male nessuno seriamente. Non voglio finire in galera".
"N-non abbiamo alcuna possibilità d-di farla franca, lo sai. Non possiamo restare qui in eterno. Una volta che sarà arrivato V che farai, Hyooshik? Li rinchiuderai qua dentro? S-se non li lasciamo andare cosa potremmo mai fare? P-portarli c-con noi? E dove? Come?"
Erano domande che si era fatto anche Jimin: cosa sarebbe successo dopo che lo stalker avesse attuato la sua vendetta?
Udì la voce di Hyooshik perdere per un attimo la sua spavalderia. "Non diventare isterico, Minhyuk, ho già pensato a tutto. Mio padre è uno avvocato, ci darà una mano".
"Ma ti senti?! Quando tuo padre lo scoprirà lo dirà al m-m-mio! Ci faranno rinchiudere!"
Jimin non prestò attenzione quando Hyooshik ribatté di nuovo alle affermazioni dell'amico, la sua mente era concentrata sul fatto che il padre del suo stalker fosse un avvocato.
Non seppe spiegarsi il motivo ma nella sua testa scattò qualcosa, una specie di ricordo... o di avvertimento? Non capì, sapeva però che quel particolare lo aveva colpito anche se non sapeva perché.
La porta si aprì e i due rientrarono, Hyooshik con la faccia tesa e Minhyuk con la testa abbassata e grossi lacrimoni che ancora gli scendevano sul viso.
"Tuo padre è un avvocato?"
Alla domanda del biondino, Hyooshik fece un'espressione sorpresa. "Origli, Jiminie?"
"C'è eco in questo posto".
Lo stalker ghignò. "Conosci anche lui, sai? Ma non ti dirò chi è, mi spiace".
"Tutto quello che stai facendo non ti porterà da nessuna parte".
"Fai silenzio. Non farmi incazzare, non voglio darti un altro schiaffo. Nemmeno tu lo vuoi, vero, Jimin?"
Lo stalker era più nervoso, forse per via del discorso affrontato con Minhyuk. Jimin era riuscto ad ascoltare solo l'ultima parte perché avevano parlato un po' più forte, ma sembrava che la cosa lo avesse destabilizzato. Osservò con attenzione i movimenti di Hyooshik: aprire lo zaino per prendere il rotolo di nastro adesivo, strapparne un pezzo e avvicinarsi a lui. Dopo vari tentativi in cui tentò di impedirglielo, Jimin si ritrovò con la bocca serrata da quel nastro, il vago sapore della colla che gli solleticava le narici.
STAI LEGGENDO
I'm Your Angel (Vmin)
Fanfiction"Dimmi solo che mi vuoi bene, che siamo amici come prima. Non voglio sentire altro". "Non posso dirtelo, non capisci?! Non siamo più amici. Io ti amo, e tu non hai capito un cazzo... " "Ma non ti rendi conto che hai rovinato tutto?!" Perché Jimin no...