12. Lies and tears

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I suoi genitori, i fratelli e i nonni, erano state le uniche persone di cui Taehyung si era sempre veramente fidato. La nonna, in particolare, era stata una seconda mamma per lui, volata in cielo troppo presto quando aveva ancora tanto, troppo bisogno di lei.
Perdere qualcuno che ami è la cosa peggiore che può accadere in questo mondo; qualcuno che hai considerato il centro del tuo mondo, qualcuno di cui anelavi il sorriso, gli abbracci caldi e rassicuranti, parole di conforto e incoraggiamento nei periodi più difficili e bui. Più ancora di sua madre, era stata la nonna a dargli tutto questo, e quando era morta Taehyung aveva creduto che mai nessun altro avrebbe potuto infondergli una tale quantità di amore e sicurezza.

Poi aveva conosciuto i Bangtan, e Jimin.

Il giorno in cui un nanetto dai capelli neri e le guanciotte morbide si era preso il suo cuore, una minuscola stella ricolma di tenerezza aveva lentamente preso vita nel suo petto, crescendo nella sua personale costellazione fino a diventare un universo intero. Jimin, che era sempre rimasto al suo fianco, era stato l'àncora a cui si aggrappava ancora oggi per non annegare nell'incerta marea della vita, tra avversità e lacrime, nelle lunghe notti insonni. Lacrime e tristezza che di tanto in tanto facevano capolino, delle quali a volte -ultimamente spesso - Jimin era proprio la causa.
Nonostante la dolcezza che quel ragazzo aveva portato con sé, Taehyung si sentiva una vittima. Vittima di quei sorrisi, di quegli occhi sottili, di quella risata vivace; vittima di sé stesso, dei suoi sentimenti, del suo cuore che ormai non reggeva più.

Nascondilo, non farlo vedere, nessuno deve saperlo.

I genitori di Taehyung gli avevano insegnato che era una cosa sbagliata amare un altro uomo, non brutta, solo innaturale. Da piccolo non provava nemmeno a porsi delle domande, perché se i grandi e la società intera la pensavano così, lui chi era mai per contestarli? Solo quand'era cresciuto un po' di più, iniziando a pensare con la sua testa, aveva segretamente capito che a lui non dava fastidio se un compagno di scuola lo prendeva per mano o gli posava la testa sulla spalla. A scuola aveva voluto sperimentare, provare a baciare sia una ragazza che un ragazzo, e con sorpresa – ma forse nemmeno tanta – gli era piaciuto in entrambi i casi.

Poi era arrivato Jimin, e dopo qualche mese era già chiaro a tutti e due che sarebbero divenuti inseparabili in più di un modo. Taehyung era stato sinceramente convinto che Jimin ricambiasse quell'affetto smisurato, per anni  aveva dato per scontate tante cose, ma ora non era più sicuro che provasse ancora lo stesso immutato affetto.
Perché Jimin aveva iniziato ad avere dei segreti.

La sera in cui aveva guardato un film insieme a Jungkook, Jin, Hobi e Namjoon, Taehyung era rientrato in camera in punta di piedi, con la torcia del telefono accesa, per spostarsi al buio senza disturbare il suo amico addormentato. Poi il cellulare di Jimin si era messo a vibrare e un'altra luce aveva lampeggiato nell'oscurità.
Taehyung aveva avuto improvvisamente paura: chi poteva scrivergli a quell'ora tarda? Istintivamente si era avvicinato al comodino, osservando la finestrella in cima allo schermo mostrare l'anteprima di un messaggio.

Un nome maschile, quel nome in particolare, e la paura si era trasformata in un pesante macigno che aveva colpito in pieno il suo stomaco. 
Aveva fatto male, fisicamente male, come un pugno che ti mozza il respiro.

"Buonanotte, Jimin-ssi, sei un angelo. Grazie per..."

Il resto della frase avrebbe potuto leggerlo solo se avesse aperto l'intera conversazione. Prima ancora di rendersene conto, le sue dita scorrevano sullo schermo ma il display non si era sbloccato. Perché? Non gli risultava che Jimin usasse un codice per tenerlo bloccato.
I

l cuore aveva iniziato a battergli a mille ed era stato allora che aveva cominciato a mettere insieme i pezzi...

Il telefono che Jimin usava abitualmente non aveva nessun codice di accesso, lo aveva tolto tanto tempo prima, considerandolo inutile. Ma il nuovo, quello che non aveva mai usato ed era riposto nel secondo cassetto della scrivania, doveva averlo ancora. 

I'm Your Angel (Vmin)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora