Capitolo 16

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Noemi

Sono passate esattamente 24 ore dall'accaduto; dopo stamattina, Harry non si è ne fatto più vedere, ne sentire. Che sia arrabbiato con me? Mi manca, ho bisogno di avere lui al mio fianco, del suo dolce tocco per poter placare i miei sentimenti.
Chissà cosa starà facendo in questo momento; vorrei potergli raccontare tutto del mio passato, i miei dolori, il perché ad oggi io sia così.
Vorrei potergli dire cos'è che tanto mi ha cambiata e trasformata in quella che sono, perché prima io non ero così.

La Noemi di qualche anno fa aveva tante amiche, si fidava di tutte le persone che le sorridevano. Se necessario metteva il suo cuore nelle mani di tutti pur di farli sentire apprezzati.
La Noemi di qualche anno fa, si sarebbe tolta un polmone se qualcuno glielo avesse chiesto: attenzione, non che ad oggi io non sia così. Lo sono solo con le persone che se lo meritano, solo con coloro di cui so che mi posso fidare e oggi posso contarle sulle dita di una mano, sono le mie fantastiche quattro amiche.

Ho bisogno di liberarmi, di sfogarmi; devo parlare con Harry al più presto, prima o poi lo capirà da solo che nascondo qualcosa.
Decido di scrivergli un messaggio.

Ei Harry, non so perché tu abbia deciso di non farti più sentire oggi, ma ho bisogno che tu venga a casa mia, ti devo parlare di una cosa molto importante e anche se ancora non sono pronta, so che devo farlo; ho bisogno di te, delle tue forti braccia per attenuare un po' di dolore che ancora dopo 6 anni giace dentro di me.
Ti aspetto a casa mia.
Noemi xx

Appoggio il telefono sul comò accanto al letto cercando la forza di farmi almeno una doccia.
Entro in bagno consapevole della persona distrutta che vedrò allo specchio: non riesco a percepire il mio corpo così, abbandonato a se stesso, mi ricorda la me di 6 anni fa e non voglio.
Mi perdo nella mia immagine qualche minuto, accorgendomi solo più tardi che le lacrime hanno iniziato a bagnarmi il viso; sono un danno irreparabile, non potrò mai rimediare al mio essere.
Non potrò mai cambiare il disastro che sono.
Lorenzo e i suoi amici avevano ragione.
Faccio schifo, la mia vita non vale nulla.

Entro in doccia facendomi cullare dal getto bollente dell'acqua. Ancora stremata dai pensieri di un passato troppo tormentato per una ragazza di appena 12 anni, cerco di lavarmi il corpo che in pochissimo tempo è dimagrito tantissimo.
Non mi ero accorta di aver perso peso.

Dopo 40 minuti abbondanti di doccia, esco dal bagno; non mi sento per niente più forte di prima, vorrei sprofondare per non rinascere più.
Con tanta fatica mi metto l'intimo pulito, o meglio, solo le mutandine e la maglia di Harry almeno così posso sentirlo vicino.
Chissà che fine ha fatto.

Harry

Sono in camera di Lukas disteso sul suo corpo mentre lo riempio di punti e calci: non gli lascio il tempo di reagire, non se lo merita. Dovrei lasciarlo morente qui, sul tappeto di casa sua, ma decido di non farlo per Noemi. So che non vorrebbe questo.

Le mie nocche sono piene di sangue, probabilmente ho rotto il naso di questo figlio di puttana, ma non mi importa: il suo labbro inferiore è spaccato e delle goccioline di sangue lo lasciano fino ad arrivare sotto al collo.

Se lo merita questo stronzo.

Non ha la minima idea di chi io sia, ma penso che una volta finito il nostro lavoro se lo immagini.
Non avrà il coraggio di denunciarci, potrei fare di peggio.
Molto di peggio.

Continuo a tirargli calci e pugni fino a che il telefono mi vibra; essendo immobile sul tappeto, con una mano lo estraggo dalla tasca leggendo il messaggio: Noemi mi aspetta a casa sua, sta male.
Non mi sono fatto sentire per tutto il giorno, sono una merda. Devo finire qui il prima possibile per correre ad abbracciare la mia piccola; deve sapere che tutto passerà e che io la aiuterò come lei fa con me da quando mi conosce.

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