Capitolo 18

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Harry

Quando Noemi entra in camera sento la mia erezione diventare sempre più gonfia, sta spingendo violentemente contro i miei pantaloni e di nuovo il mio corpo chiede di essere incastrato a lei, come fossimo pezzi di un puzzle.
Un puzzle a cui probabilmente mancano due pezzi; quei due pezzi che nel tragitto della vita entrambi abbiamo perso, con i nostri dolori e le nostre sofferenze, ma che solo insieme saremo in grado di ritrovare, per completare il quadro perfetto.

Mi avvicino lentamente a Noemi mentre lei indietreggia fino a toccare con la schiena il muro della sua stanza, non le lascio il tempo nemmeno di aprire gli occhi che le mie labbra sono già sulle sue... e che labbra!
Non mi stancherò mai di toccarle e di assaporarle.
La prendo in collo facendole incrociare le gambe attorno al mio bacino: le nostre labbra iniziano a rincorrersi, il suo respiro è pesante e poco dopo affonda una mano suoi miei riccioli, tirandoli. La voglia cresce sempre di più dentro di me e in una frazione di secondo siamo distesi sopra al letto.
Ripetiamo insieme le azioni di ieri sera, voglio regalarle un bel buongiorno, farla sentire apprezzata, desiderata.

"H-Harry" ansima.

Non la ascolto, concentrandomi solo sul mio obiettivo; mi sfilo la maglia e i pantaloni. La mia erezione è dura contro il suo corpo e non appena la sente sussulta.
Con mio grande piacere mi aiuta a rilassarmi, sfilandomi i boxer.
Quando afferra la mia erezione sono deciso a fermarla, ma il piacere si espande in tutto il mio corpo provocandomi brividi e non riuscendo a fermarla decido di godere di quest'attimo.

Sto per arrivare al limite quando con un gesto violento mi allontano, andando a prendere il preservativo.
Poco dopo sono già su di lei e con una spinta secca affondo nel suo fragile corpo: un urlo le esce dalla bocca per la sorpresa, un ritmo costante di colpi si crea tra i nostri copri, facendoli combaciare e contorcere contemporaneamente.
Quando sta per venire aumento il ritmo, consapevole di creare ancora più piacere in lei; arriva al limite cacciando fuori dalle labbra un "Harry" strozzato ed entrambi cadiamo sul letto, ormai soddisfatte le nostre voglie.

"Mentre facevi la doccia ho scritto alle tue amiche; saranno qui nel primo pomeriggio". Sono un po' agitato, non so come possa prenderla e la cosa mi spaventa.

Mi guarda accigliata ma poi capisce.

"Non ti ho dato il permesso di farlo, ma poi con cosa gli hai scritto?", dal tono della sua voce percepisco un velo di rabbia.

Dovevo rovinare proprio questo momento?
Non potevo starmene zitto?

"Ho preso il tuo telefono e so che non avrei dovuto, ma lo sto facendo per te, credimi", le dico tutto d'un fiato.

Non voglio litigarci.

"Avresti dovuto chiedermi il permesso Harry. E se io non volessi dir loro niente?"

"Noemi so quanto ci tieni a loro, ci sono state quando nessuno lo faceva. So che prima o poi glielo avresti detto, ho solo anticipato i tempi".

Il suo comportamento da immatura sta iniziando a farmi innervosire, ma cerco di mantenere la calma.

Noemi

Un senso di delusione si forma dentro di me, non me lo aspettavo da Harry, non credevo potesse reagire in questo modo date le circostanze ma mi sbagliavo.
Ormai non posso fare più niente, sono quasi le 13; mi alzo dal letto per vestirmi e per andare a darmi una sistemata.

"Dove vai Noemi?" mi chiede Harry.

"Vado a darmi una sistemata, tu aspetta le mie amiche se vuoi e gli spiegherai tutto tu."
Il mio tono suona scontroso, ma va bene così.
Un conto è parlarne con lui, raccontargli il mio passato e far sì che entri nella mia vita, mentre un conto è se lui decide al posto mio cosa fare.
Mi dirigo in bagno pronta ad asciugarmi i capelli e come al solito li faccio lisci; grazie al correttore provo a mascherare un po' di occhiaie che vivono ormai con me da qualche giorno, ma non sembra funzioni molto bene.
Vorrà dire che mi presenterò così, davanti a tutti.

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