Capitolo 6

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Harry

Blocco al muro Noemi, non voglio che se ne vada. Non ho intenzione di farle niente, ma non voglio restare da solo.
Gli incubi della notte di quando ero solo un bambino sono ricorrenti nel mio subconscio. Magari, stando con qualcuno, riesco finalmente a passare una notte tranquilla.
La bruna mette il broncio e mi sposta dandomi una spinta mentre si dirige nel grande letto matrimoniale. C'è tanto posto, ma lei si posiziona nel lato sinistro, in un micro spazio.

"Non c'è bisogno che tu stia così lontano. Se non ti sposti un pochino sicuramente cadrai dal letto stanotte". Cerco di essere il più calmo possibile, ma nella mia voce si avverte un po' di irritazione.
Non voglio rovinare la serata, ma il mio essere non me lo permette.

"Preferisco stare qui, come ti ho già detto, non voglio dormire con te. Io nemmeno ci volevo uscire con te". Ribatte con un tono che mi fa venire i brividi. E' fredda, distaccata; non è più la Noemi che mi ha raccontato una vicenda del suo passato.
La mascella mi si contrae, ma riesco ancora a mantenere la mente lucida. Mi piazzo sul letto, accanto a lei. Sento che è nervosa; quando per sbaglio sfioro il suo braccio con il mio, un sussulto percorre tutto il suo corpicino esile.
Dopo qualche secondo si rilassa.
La guardo intensamente, non so se si tratti della grande quantità di alcol ingerita, ma non riesco a starle lontano. Ho bisogno del suo contatto fisico. Da quel suo abbraccio datomi di fronte alla piscina, non penso ad altro.
Era caldo, sapeva di tristezza, comprensione, amore.
Come poteva trasmettere tutto questo un abbraccio? Ed io, come potevo meritarmi tutta questa comprensione?
Io nemmeno sapevo cosa fosse l'amore.

Non ho mai creduto nell'amore. Specialmente dopo essere stato abbandonato da mio padre, l'uomo che avrebbe dovuto insegnarmi la maggior parte delle cose sulla vita; ma vedendo lei, in quella casa, alla festa di inizio estate, qualcosa in me è cambiato, non so cosa significhi, so solo che non posso farla entrare nella mia vita. Non posso rischiare di diventare fragile, vulnerabile.

Dopo i mille viaggi fatti dalla mia mente mi scosto dal suo corpo mettendomi dalla mia parte del letto. Mi accorgo però che mi stava guardando.
Senza avere il controllo del mio corpo, un sorriso sincero si allarga sul mio viso mostrandomi per quello che sono. Le mie fossette si presentano sulle mie guance e per un momento mi vergogno di quello che sta succedendo.
Distolgo lo sguardo, nessuno deve vedermi fragile, ne ora ne in futuro; la cosa che odio fare di più è far pena alle persone, non ne ho bisogno.

Noemi

Sorprendo Harry nel suo mondo, e per un momento mi incanto a guardarlo.
E' proprio bello.
Quando vedo che sta tornando alla realtà le mie guance si arrossiscono e cerco di distogliere lo sguardo prima che lui veda che lo stavo fissando, ma ovviamente reagisco troppo tardi.
Un sorriso si fa largo sul suo volto, rivelandomi le meravigliose fossette che incorniciano la sua bocca rosea.
Questo ragazzo mi stupisce ogni volta sempre di più.
Come ho già detto, non ho mai avuto un vero flirt o un vero ragazzo; la mia vita si svolgeva tra le mura di casa e quelle del lavoro.
Quella sera, però, in quella casa, alla festa di inizio estate, ho scoperto il vero significato della parola "paura", ma, non molto dopo, della parola "protezione". Chissà se mai Harry mi permetterà di entrare nel suo mondo e di farlo uscire dal baratro buio che lo porta con se da anni.

Ho sempre avuto quest'istinto. Curare le persone, aiutarle a sorridere e vedere un mondo un po' come se fosse una favola, è la missione che mi impongo ogni mattina ogni volta che apro gli occhi; ho imparato anch'io a guardare il mondo da un'altra prospettiva, smetti di soffrire, o perlomeno lo fai un po' di meno. Vivi giorno per giorno, gioendo di tutti i traguardi, di tutti i risultati e delle persone che ti circondano.

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