Capitolo 11

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Harry

E' quasi una settimana che vivo in barca in compagnia della mia crew, non so in quale parte del mare.
Non ho voglia di rientrare in porto, non ancora.
Stanno iniziando ad insospettirsi del mio continuo rifiuto di tornare sulla terra fera, per questo stasera decido di accontentarli e rientriamo; non voglio che sappiano niente.
Non appena attracchiamo la barca al porto, una musica assordante ci conduce in mezzo alla spiaggia, dove, a quanto pare, csi svolge una festa di cui non sapevamo l'esistenza.
Tutti sono vestiti di bianco e in lontananza scorgo le amiche di Noemi. Per mia fortuna però di lei nessuna traccia.
Decido comunque di tornare a casa per evitare di incontrarla: nel tragitto che percorro a piedi, molte persone ubriache si aggirano per le strade. Devo dire che questo quartiere è molto pericoloso di notte.

Non appena arrivo alla mia villa, entro e mi infilo in doccia.
Mi metto i panni puliti e prendo dal comó il mio taccuino nero:

Un giorno qualcuno mi chiese "Cosa è il dolore?" io non seppi rispondere. Ma oggi ho trovato le parole giuste.
"Il dolore è quando qualcuno ti prende per mano e ti fa entrare nel suo mondo, ti lascia conoscere le sue paure, le sue insicurezze, poi ti fa ridere talmente tanto che lo stomaco inizia a farti male. Ti fa sentire importante perché senti di essere l'unica persona che tratta così. Con cui condivide se stessa. E se fossi stato un altro, non sarebbe successo.
Per la prima volta nella vita, riesco a sentirmi speciale, importante per qualcuno che non siano i miei amici.
Cos'è questo? Questo sentimento amaro che ti prende, ti forma un nodo alla gola e non ti lascia più andare?
Cos'è?
Cos'è quando sei forte, ma non ti senti abbastanza potente?
Cos'è?
Cos'è quando perdi una persona che in realtà non valeva niente, credevi che non valesse niente, ma con cui, senza, perdi tu ogni valore? Cos'è?

Ecco ciò che qualche giorno fa, prima di partire in barca ho scritto. Non volendo, ho pensato a Noemi: ma perché? Alla fine, cosa eravamo diventati noi per essere in grado di farmi uscire queste parole?

Chi è Noemi Scott?
Chi sono io senza Noemi?
Posso essere qualcuno? Chi sono?

E mentre penso, il telefono vibra.

Sei stato scorretto, sleale, stronzo. Non meriti tutto ciò, non meriti nulla dalla vita, quindi adesso te la strapperò via.
Anonymous

La mia mente è tanto sopraffatta dalla moltitudine di pensieri che decido di non dare peso a questo messaggio. Sicuramente sarà qualcuno che si vuole divertire a farmi uno scherzo, magari qualcuno che mi odia oppure semplicemente che si annoia: nemmeno potrei risalire intuitivamente al mittente, chissà quante persone ad oggi hanno il mio numero.

Noemi

Dopo qualche ora dall'inizio della festa i miei occhi si appesantiscono e decido quindi di tornare a casa mentre le ragazze quanto ho capito resteranno lì per un altro po'.
Mentre cammino verso casa, ammetto che ho tanta paura, mi sento osservata, seguita.
In questi giorni il pensiero che fosse Harry mi ha sfiorato, ma io ragazza intelligente quale sono, prima di tornare a casa sono passata dal porto per vedere se ancora fosse qui a Londra e la sua barca non c'era.
Non può essere Harry, colui o colei. Sempre che ovviamente sia qualcuno.
Sto magari impazzendo?
Decido di mettere le cuffie e entrare nel mondo dei sogni, nel mio mondo. L'unico mondo di cui sento di far realmente parte.
A quest'ora di notte la strada è piena di ubriachi intenti a fare qualche danno, specialmente grazie alla festa che si sta svolgendo in spiaggia.
Non voglio essere disturbata, quindi a passo svelto e con la testa china percorro tutta la strada poco illuminata fino a ritrovarmi quasi a casa. Passando per un vicolo molto illuminato un po' mi rilasso anche se non del tutto.

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