Capitolo 39

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Passo la nottata a pensare alla serata passata con Noah, alle sensazioni, alle emozioni e ai fatti. Non pensavo che le cose potessero prendere questa piega, soprattutto perché avevo constatato davanti a me e alla mia migliore amica che saremmo rimasti solo ottimi amici, che non mi sarei voluta impegnare con nessun altro ragazzo dopo Harry. Ma la serata passata in compagnia di Noah mi ha fatto ricredere: pensavo che le attenzioni di Harry e il modo in cui me le dava fossero per me quel qualcosa che mi avrebbe spinto a cercare qualcosa di più profondo con il ragazzo in questione, invece le sensazioni che Noah mi ha fatto provare stasera, rimanendo gentile, dolce e premuroso hanno abbattuto le certezze che mi ero creata.
Se questo potrà essere un modo per cancellare completamente Harry dalla mia vita allora potrò provarci, anche se non solo per quello. Mentre la mente vaga tra i mille pensieri, il sonno viene a bussare alle porte dei miei occhi...

Mi sveglio di soprassalto sentendomi osservata, mi guardo intorno ma non intravedo nessuna figura davanti a me. Il cuore mi rimbalza nel petto e tento di calmarmi: è stata solo una tua impressione Noemi, stai tranquilla, adesso torna a dormire e non pensarci più.

Come posso stare tranquilla però? L'ultima volta che continuavo a ripetermi queste cose un ragazzo che nemmeno conoscevo mi ha aggredita, magari adesso è tornato a prendersi la sua rivincita. Un vento fresco smuove i miei capelli e voltandomi verso la finestra noto che è aperta: possibile che con questo freddo mi sia dimenticata di chiuderla? I dubbi mi pervadono il corpo e l'ansia pure, quindi prima di rischiare un esaurimento nervoso raccolgo il cuscino, le ciabatte e una coperta a caso e scendo le scale sistemandomi sul divano.
Stanotte sarà qui che dormirò.
Il sonno fatica a tornare e con molta difficoltà mi riaddormento; poco dopo sento la sveglia suonare: un nuovo giorno inizia e devo prepararmi psicologicamente per affrontarlo.
In pochissimo tempo mi lavo, mi vesto e preparo il cambio per entrare al lavoro. Esco di casa e mi dirigo in palestra. Dopo più di un'ora di allenamento entro negli spogliatoi per farmi una bella doccia calda. Il tempo passa talmente tanto veloce che è arrivata l'ora di entrare al lavoro.

Stasera mi vedrò di nuovo con Noah, non so dove mi porterà, testuali parole: sarà una sorpresa, vestiti comoda. L'eccitazione è percepibile ad ogni mio movimento, anche se le sorprese non le ho mai amate, ho bisogno di avere il controllo sulle cose, ho bisogno di essere organizzata, di sapere dove, come e quando andrò in quel posto.

Finito il turno di lavoro torno a casa per prepararmi all'uscita con il mio nuovo ragazzo: entro in camera e ancora una volta trovo la finestra aperta, mi affaccio è noto una Range Rover nera ferma poco più lontana da casa mia. Non ho mai visto una macchina così nel mio isolato; la paura cresce sempre di più, tanto che mi trovo costretta a parlarne con Sofia e a convincerla ad installare un impianto di telecamere e allarme.
Non molto più tardi Noah arriva alla porta di casa mia e insieme ci dirigiamo in questa meta a me sconosciuta: mi benda gli occhi e partiamo.
Il viaggio sembra essere più lungo del previsto, più ci avviciniamo alla destinazione però, più sento una musica allegra provenire dalla direzione in cui ci stiamo muovendo. Il cuore inizia a battere all'impazzata, il vociare delle persone conferma la teoria a cui avevo pensato poco fa, quando ho iniziato a sentire la musica. Ho solo una parola in testa: Lunapark.

Inizio a battere le mani e a saltellare nel sedile dell'auto di Noah, l'emozione é difficile da trattenere; il ragazzo accanto a me si fa scappare una risatina dato il mio modo di comportarmi.

Scendiamo dall'auto e ci addentriamo nel parco divertimenti di Londra: adoro le attrazioni, i giochi e le persone che parlano e cantano. L'atmosfera del Luna park, con i bambini e i grandi che sono spensierati, felici e leggeri.

"Che bella sorpresa Noah che mi hai fatto!"

"Non è niente di che principessa".

A quest'ora penso che il ragazzo mi abbia ribattezzato con questo soprannome, un po' troppo dolce per i miei gusti.
Insieme facciamo un sacco di giostre: spariamo alle lattine e facciamo la pesca delle paperelle. In entrambi gli stand Noah mi vince un pupazzo, nel primo una foca grigia con degli occhioni dolcissimi, nel secondo un orsacchiotto marrone con una maglietta con scritto " I ❤️ ü".
Mi prende per mano e mi trascina, infine, davanti ad una delle ruote panoramiche più alte che io abbia mai visto; quando alzo lo sguardo rimango incantata. Il gioco di luci che fanno i led, la musica e le coppie che si abbracciano ammirando i grattacieli fanno nascere un sorriso nel mio volto anche se ho paura dell'altezza. Ricordo perfettamente l'ansia che avevo quando sono salita sulla funivia in montagna. Cerco di farmi coraggio aiutata da Noah, e insieme saliamo sull'attrazione.
Durante tutti i giri della ruota rimango incantata dalla bellissima città in cui vivo, che ogni giorno mi stupisce sempre di più.

"Principessa", mi chiama il ragazzo di fianco a me.

"Dalla prima volta in cui ti ho vista hai lasciato un segno dentro me, non ne conosco il motivo, ma non riesco a toglierti dalla mia testa. Il tempo con te sembra passare sempre troppo velocemente, mi piaci tu e la persona che sei. Non capisco bene il perché tu sia sparita dopo quella festa ma non mi importa conoscerlo; adesso che ti ho qui non voglio far altro che viverti".

Le parole di Noah mi lasciano a bocca aperta, non so bene come rispondergli quindi rimango con un sorriso da ebete a fissarlo; notando che non gli rispondo prosegue: "Non sei costretta a rispondermi, non voglio obbligarti a stare con me, però voglio che tu sappia cosa provo da quel maledetto giorno. Ti do tutto il tempo di cui avrai bisogno per dirmelo, ma ti andrebbe di continuare a vivere le nostre giornate insieme? Svegliarti con il mio buongiorno e andare a dormire con la mia buonanotte? Non ti sto chiedendo di andare a vivere insieme, ma di ufficializzare ciò che credo ci sia tra di noi".

Non mi aspettavo una dichiarazione del genere da parte sua, anche se sono certa che prenderò in considerazione la sua domanda.

"Ci penserò Noah" gli rispondo sorridendo timidamente.

Scendiamo dalla ruota panoramica e nel mentre che ci avviciniamo all'uscita del Luna park troviamo una cabina fotografica dove trascino Noah all'interno con me: ci scattiamo diverse foto in compagnia dei miei nuovi e amati peluche. Non oso immaginare come possano essere venute. Prendiamo i due cartoncini che escono dalla stampa: uno lo lascio a Noah e l'altro lo tengo per me. Nel tragitto troviamo un camioncino che vende lo zucchero filato e bimba quale sono, mi fermo a prenderne un po'.

Finita la giornata vengo riaccompagnata in macchina; arrivata davanti al cancello noto la misteriosa auto ferma all'angolo della strada. Un po' timorosa scendo arrivando al portone:

"Ehi principessa, ricordati ciò che ti ho detto"

Non ci penso due volte: mi avvento sulle sue labbra donandogli un bacio dolce e carico di passione.

Non pensavo che potesse finire così tra me e Noah,
non credevo potesse essere il mio tipo, non pensavo che così tanta dolcezza mi avrebbe solo fatto sorridere.
Non pensavo di poter andare avanti, di poter passare un'intera giornata con um ragazzo senza arrivare a litigare ed urlare.

Con Noah sto bene, e voglio stare bene.

"Grazie per la bellissima giornata"

"Grazie a te principessa".

Mi volto, inserisco le chiavi nella serratura quando sento un rombo potente provenire verso la mia direzione. Mi giro di scatto: Noah viene preso in pieno dalla misteriosa macchina che sfrecciando se ne va.

Corro verso il mio ragazzo: "Noah svegliati, come stai Noah? Noah mi senti? Aiuto! Aiutatemi vi prego! Chiamate un'ambulanza! Aiuto!"

"Stai tranquillo Noah adesso arriva l'ambulanza"

Sofia che mi ha sentito urlare corre in mio soccorso:

"L'ha investito una macchina, non so chi sia stato, non sono riuscita a vedere niente"

Le sirene dell'ambulanza si fanno sempre più vicine, i medici aprono le porte e caricano Noah.

"Dobbiamo andare all'ospedale" dico alla mia migliore amica.

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